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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della sera- Informazione Corretta Rassegna Stampa
23.09.2006 B.H.Levy e D.Fait su Papa Benedetto XVI
due opinioni dalla Francia e da Israele

Testata:Corriere della sera- Informazione Corretta
Autore: Bernard Henry Levy-Deborah fait
Titolo: «Il nuovo terrorismo dello spirito»

Sul discorso di Papa Benedetto XVI a Ratisbona l'opinione di B.H.Levy sul CORRIERE della SERA di oggi 23/09/2006 a pag 36, e quella di Deborah Fait da Israele.

Ecco l'articolo di B.H.Levy:

I l Papa e l'Islam: ecco perché, a mio parere, Benedetto XVI non ha insultato il mondo musulmano.
Prima constatazione: le parole incriminate, le famose parole che si presume abbiano insultato due miliardi di musulmani, occupano appena qualche riga di un lungo discorso teologico sui rapporti tra fede e scienza, sull'universalità, la trascendenza, il kantismo.
Seconda constatazione: contrariamente a quanto cercano di farci credere, sin dall'inizio della vicenda, i «disinformatori» di professione, la conferenza in questione non era una conferenza sull'Islam, ma sulla religione in generale e su quella cristiana in particolare, per quanto abbia la tentazione di volgere le spalle alla sua eredità greca e di rinunciare, così, al suo patto millenarista con la ragione.
Infine, la terza constatazione si delinea quando, nell'ambito di questa riflessione d'insieme, il Papa abborda l'esempio dell'Islam, quando arriva al caso particolare di rinuncia alla razionalità che, nell'Islam, è il fenomeno della conversione forzata e cita - senza che nulla, fra parentesi, permetta di dire se fa sua o meno tale citazione - la frase di un imperatore bizantino che discute con un erudito persiano del XIV secolo e attribuisce il fenomeno della conversione forzata, dunque la tentazione del fanatismo, all'eccessiva, troppo pura, troppo perfetta, trascendenza di Dio.
In tal caso si poteva, naturalmente, discutere questa trattazione. Si poteva obiettare all'imperatore bizantino, o a Benedetto XVI, che il fenomeno della conversione forzata non è una specialità dell'Islam: vedi l'Inquisizione.
Era un sogno, anzi è un sogno immaginare teologi musulmani che a un professor Ratzinger forse accecato, dopotutto, dalla sua disputa con la cristianità bizantina (infatti è qui, sia detto en passant, il fulcro, l'intenzione segreta delle sue parole) ricordino, sullo stesso tono di amicizia litigiosa e senza concessioni, che l'Islam di Averroè e di Avicenna, l'Islam dei liberi pensatori mutaziliti dell'VIII secolo, l'Islam che, per secoli, fu il vettore della penetrazione dei testi greci in terra giudeo-cristiana, non è chiuso, tutt'altro, agli insegnamenti della ragione: vedi Granada, Cordoba, il Secolo d'oro spagnolo, e così via.
Non è accettabile, ancora una volta, come nella vicenda delle caricature, la levata di scudi, come la protesta generale, l'urlo di rabbia planetario, il clamore organizzato, orchestrato, pavlovizzato. Non soltanto è intollerabile, ma inquietante, il terrorismo dello spirito. Sì, il terrorismo che vorrebbe vietare a un non-musulmano il pur minimo commento sull' Islam e se il non-musulmano lo fa ugualmente, se in nome del dialogo delle civiltà e delle religioni, che era l'obiettivo manifesto del discorso di Ratisbona, esso persevera nel progetto di dare il proprio avviso su l'uno o l'altro punto di dottrina del Corano e incita a gridare all'offesa e alla bestemmia.
Non solo c'è qualcosa di inquietante, ma di francamente ridicolo nel vedere tutti coloro che in Occidente interiorizzano il ragionamento e giustificano in anticipo, o comprendono, o scusano, i peggiori eccessi ai quali questa paranoia può condurre (le chiese di Naplus e di Gaza attaccate a colpi di molotov; in Somalia, una religiosa italiana assassinata…); non solo è grottesco, ma odioso, lo spettacolo dei commentatori da strapazzo che vivono sotto la pressione della famosa «via araba» eretta in chissà quale tribunale popolare e permanente, di cui non si fa che anticipare, annunciare, temere i terribili verdetti.
Il Papa - occorre dirlo e ripeterlo - non ha insultato i musulmani. Il Papa - non bisogna cedere su questo punto - aveva il diritto, come chiunque, di esprimere il proprio parere su una religione che non è la sua ma che è sorella, cugina della sua. Il Papa, pur supponendo che si sia sbagliato, che abbia dato della jihad un'interpretazione giudicata offensiva, in coscienza, per talune persone, le ferisce un milione di volte meno di chi giustifica in nome dell'Islam le bombe umane, l'11 settembre, la lapidazione delle adultere, la decapitazione di un giornalista ebreo, il massacro di musulmani del Darfur, e mi fermo qui.
Il problema, così, sarebbe di sapere perché sono tanto numerosi coloro che scendono in piazza quando un'autorità spirituale straniera propone, nell'ambito di un dibattito di fondo, un'interpretazione erronea della loro fede e sono invece così pochi, così atrocemente e tragicamente pochi quando sono i musulmani che, come nel Darfur dunque, o in Iraq, uccidono altri musulmani, a migliaia, alle porte delle moschee.
(traduzione di Daniela Maggioni)

E quella di Debora Fait:

Caro Benedetto XVI,
 
colgo l'occasione del Capodanno ebraico per farle gli auguri che certamente lei accettera' in nome della cultura che unisce cristiani ed ebrei.
Ieri sera nelle sinagoghe di tutto il mondo i rabbini hanno suonato lo shofar dando inizio ai dieci giorni penitenziali  che si concluderanno il giorno di Yom Kippur quando quel suono  ci liberera' dalla penitenza e dai peccati  che  in questo periodo  ogni ebreo avra' esaminato  e discusso personalmente con D*o.
Lo Shofar che sentiamo ogni anno a Kippur,  Padre Ratzinger, serve a scuotere l'animo di chi, digiuno da 25 ore , e' la', debole e fragile,  davanti al suo Signore e quel suono forte significa tre cose , La felicita' di essere vivi unita al pianto e al dolore per i drammi passati dal popolo ebraico.
Perche' le scrivo queste cose, Benedetto XVI?
Perche' in questi giorni di introspezione  e di pensiero vorrei che ogni ebreo si sentisse solidale con Lei per l'aggressione subita dall'islam e per l'indegno silenzio dell'Europa.
Benedetto XVI, dopo la Sua lezione di teologia,  tenuta a Regensburg, in cui Lei ha detto  che Dio e spada non possono camminare insieme, abbiamo assistito all'esplosione del mondo islamico, abbiamo visto bruciare la sua immagine per le strade del vicino e lontano oriente, abbiamo sentito urlare che l'islam conquistera' Roma e passera' gli italiani a fil di spada, seguiranno tutti i cristiani, naturalmente, per la vittoria di Maometto sugli infedeli.
Come ha reagito l'Europa allo scempio, agli insulti, alle minacce, ai roghi, Benedetto XVI?
Niente, nulla, silenzio. Non c'e' stata una sola manifestazione in Suo sostegno, nessuno  ma proprio nessuno, se non Angela Merkel e qualche sparuto giornalista, ha preso le Sue difese. In Italia Prodi ha impedito che passasse una mozione di solidarieta' verso la Sua persona e poi, tra uno sbuffamento e l'altro, e' arrivato anche a schernirla  dicendo che nel suo prossimo viaggio in Turchia saranno "le sue guardie" a proteggerla. 
"buf achhhh....cosa volete che vi dica....bufff bufff ....avra' le guardie...bufff bufff"
Adesso nega Prodi ma, purtroppo per lui, esiste la televisione e tutti lo abbiamo visto, sentito e provato vergogna.
Io non amo le tattiche, sono una persona schietta, Benedetto XVI, e  mi rivolgo a Lei come a un Amico  senza la deferenza  cui Lei e' abituato quindi, dal basso della mia schiettezza, l'unico consiglio che Le posso dare, se mi permette,  e' di dimenticarsi per una volta di essere Papa, come lo hanno vergognosamente dimenticato i cristiani che non hanno difeso la sua immagine dalla barbara aggressione islamica, se lo dimentichi e non pensi di chiedere scusa a nessuno visto che nessuno doveva sentirsi offeso dalle sue parole.
Dimentichi di essere Papa e condanni a voce alta quello che stanno facendo.
Dimentichi di essere Papa e non li giustifichi.
Dimentichi di essere Papa e a testa alta glielo dica che sono dei barbari incapaci di qualsiasi dialogo.
Dimentichi di essere Papa e non tenda nessuna mano perche' e' inutile, assolutamente inutile.
Si, gli imam potrebbero anche venire a stringere la sua  e verrano, ipocriti come sono, ma questo non cambierebbe le loro idee di sopraffazione e di conquista e soprattutto non cancellerebbe il loro odio verso cristiani ed ebrei.
Purtroppo l'Occidente e' quello che e', ha perso umanita' e orgoglio diventando schiavo di un miliardo e mezzo di orde urlanti  che bruciano chiese e sinagoghe, che bruciano l'immagine della piu' alta autorita' della cristianita', che sbraitano che la bandiera verde dell'islam sventolera' su San Pietro  e questo Occidente tremolante come un budino non fa niente per difendersi e per dimostrare fierezza contro la violenza.
Esiste una reincarnazione di Hitler in Iran che ogni giorno dice di voler distruggere Israele e ogni giorno nega la Shoa' e questo Hitler iraniano  viene fatto parlare all'ONU, ennesima vergogna, e un Prodi indegno e sorridente va a parlare con lui e gli  stringe la mano.
Ma si, lo sappiamo che l'Italia ha molti interessi economici in Iran, questo pero' non puo' valere la vita di altri 6 milioni di ebrei. Le pare, Padre? 
A Beiruth Nasrallah e' uscito dal suo bunker e ha organizzato una grande manifestazione per la "divina vittoria" su Israele e non era solo, Padre, era insieme a mezzo milione di persone urlanti e a rappresentanti del governo libanese.
Capisce, Benedetto XVI, che gente sono? Un terrorista fa scoppiare una guerra che  ha distrutto mezzo paese  e loro lo acclamano, convinti di aver vinto. Hanno avuto un migliaio di morti, un terzo di hezbollah distrutto, non hanno piu' case eppure acclamano il responsabile di tutto questo, superconvinti di aver vinto.
Se si pensa che in tutto il mondo arabo, ogni anno in giugno, fanno grandi parate militari per ricordare la "vittoria" della Guerra dei 6 giorni, guerra che sono riusciti a perdere appunto in meno di una settimana, si puo' capire bene la loro mentalita' malata.   
Non vogliono il dialogo, non sanno perdere, usano solo la violenza,  la loro religione e' avvelenata, loro possono insultare e minacciare, i loro media pubblicano quotidianamente vignette odiose contro ebrei e cristiani, articoli di odio e menzogne, nelle piazze  bruciano copie dei vangeli, bruciano bandiere, nei territori palestinesi bruciano chiese, urlano "morte a Israele e morte all'occidente', loro possono tutto ma guai a chi critica questo loro comportamento. Guai!
Chi dice una sola parola sull'islam e' un uomo morto.
E Lei, Padre, cerca il dialogo con questa gente?
Esiste un islam moderato? NO perche' l'islam e' malato di una malattia che si chiama odio e violenza. Esistono musulmani moderati e illuminati, un paio forse, ma l'islam in quanto fede e' solo odio, intolleranza, violenza, e desiderio di conquista.
Dimentichi di essere Papa, per un momento solo, Bendetto XVI, e non permetta loro di schiacciare anche il Vaticano come hanno fatto con l'Europa intera.
Non chieda scusa e non si preoccupi di tendere la mano perche' verrebbe morsa. 
Ricordi di essere Papa per salvare questa povera e tremolante Europa che ammicca ai peggiori criminali islamici e a testa alta, altissima,  Padre,  parli dei valori della civilta', della vita sulla morte, del bene sul male.
Soprattutto del bene sul male perche' e' questo che e' stato dimenticato da coloro che
fanno parlare alle nazioni Unite un mostro cui poi vanno a stringere la mano.
Ricordi di essere Papa per svegliare chi dorme e parla di islam moderato.
Ricordi di essere Papa per salvare l'Occidente da morte sicura per suicidio.
Ricordi di essere Papa per  ribadire che Dio e spada non camminano insieme, non piu', perche' il medioevo e' finito da un pezzo. 
Ricordi di essere Papa per essere Giusto come ha dimostratro finora alla luce di questi ultimi avvenimenti, vergognosi per il mondo intero.
 
Cordialmente
Deborah Fait 

lettere@corriere.it-info@informazionecorretta.com

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