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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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L'analisi di Bernard Lewis 20/09/2006
Ho letto il libro sullo scontro di civiltà molti anni prima che se ne parlasse, dico la mia sullo scontro in atto, al prima cosa di dire che lo scontro esiste ed è nei fatti, dialogare con chi non vuole farlo è solo stupido e da un impressione di debolezza, occorre rispondere alle offese ed alle minacce colpo su colpo, subito e  sempre .
A questo punto nel confronto con l'islam  come in qualsiasi confronto bisogna vincere e basta, come fare?
Devo dire che non sono pessimista come Lewis, nel senso che nei secoli  l'occidente ha elaborato un civiltà che si basa sulla ricerca della felicità, uno degli ingredienti fondamentali della felicità è la libertà, da ciò deriva che  a questo punto il conflitto deve in primo luogo spostarsi sul piano culturale.
 Occorre far conoscere in tutti i modi  come si vive in occidente, questo significa far conoscere la musica, i concerti rock, la coca cola, le  minigonne, la  libertà sessuale, la  parità tra i sessi, e soprattutto  la televisione.
  Per fare questo occorre tempo, se sapremo resistere e far conoscere il nostro modello  di vita alla fine sarà vincente come lo è stato nel confronto col comunismo.
Non credo che occorra o si possa diffondere la democrazia con le armi che del resto nella maggior parte dei paesi cattolici è molto meno radicata,   credo che la leva debba essere la diffusione del benessere e del mercato, in Iraq non occorrono i soldati ci vogliono i mac donalds, le  discoteche le birrerie e magari i sexi shop,  la democrazia verrà dopo, come effetto della libertà economica e del benessere, la gente pensa e decide con la pancia.
E' chiaro però che contro di noi rema il fattore demografico e quindi conseguentemente,  il fattore tempo.
C'è però  un altro  aspetto  a nostro favore e  che non mi pare affatto considerato, se scenderà in campo la Cina , come pare stia accadendo con l'invio dei caschi blu in Libano allora la partita sarà vinta comunque .
Naturalmente se l'Iran avrà l'atomica tutto cambia perchè non avremo  più tempo ed il loro presidente,  come ha dimostrato l'intervento in difesa del Papa è di un astuzia veramente unica.
lettera firmata
 

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