Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Chi vuol credere ad Ahmadinejad e alla sua ipocrita "difesa" del Papa
Testata:Avvenire - L'Unità - Il Manifesto - Il Secolo XIX Autore: Luigi Geninazzi - la redazione - Farid Adly - la redazione Titolo: «L'avvio di schiarita - Rivolta contro il Papa, Ahmadinejad frena:»
Qualcuno ci crede e qualcuno, probabilmente, finge di crederci: in ogni caso l'abile tattica di Ahmadinejad che ha affermato che le parole del Papa sull'islam "sono state mal interpretate" consegue qualche successo sui media italiani. Dalla prima pagina di AVVENIRE del 20 settembre, l'editoriale di Luigi Geninazzi:
C'è chi nel mondo islamico si è tenuto fuori dal coro di accuse ingiuriose e di attacchi volgari all'indirizzo del Papa. Voci isolate e minoritarie fino a ieri, quando sono state rilanciate da chi non te lo saresti mai aspettato. «Il Papa è un uomo di pace e merita rispetto», ha dichiarato il presidente iraniano Ahmadinejad, proprio mentre a Teheran le massime autorità religiose soffiavano sul fuoco delle proteste anti-vaticane. Come sempre nel mirino ci sono Bush, l'America e l'Occidente, accusati di «non essere cristiani come dicono». Ma quel che colpisce nella dichiarazione del leader fondamentalista iraniano è il tono estremamente pacato e conciliante nei riguardi di Benedetto XVI, le cui parole «sono state male intepretate». È probabile che ci sia una buona dose di furbesco tatticismo in Ahmadinejad, sorprendente "avvocato" del Papa. In queste ore il presidente dell'Iran s'affaccia alla tribuna delle Nazioni Unite e si rivolge al mondo intero. Dunque, l'omaggio al Pontefice romano può avere un carattere del tutto strumentale. Ma potrebbe anche rappresentare un segnale di svolta per tutto il mondo islamico dove incominciano ad affiorare giudizi più seri e ponderati rispetto a quelli dettati dalla reazione emotiva dei giorni scorsi. «Se non la smettiamo con il risentimento, se andiamo avanti con la nostra collera, forse è vero quel che ha detto il Papa», ha ammesso in uno slancio di sincerità un giornalista musulmano di Giakarta. Il Gran Muftì di Marsiglia è andato più in là, riconoscendo che «anche il Papa può dare un giudizio sulla nostra religione». Insomma, sembra di capire che le spiegazioni offerte con grande pazienza e semplicità dal Santo Padre, stiano facendo lentamente breccia nel mondo islamico. Ed anche l'offensiva diploma tica della Santa Sede, con i nunzi vaticani impegnati ad illustrare ai governi dei Paesi musulmani il vero significato del discorso pronunciato da Benedetto XVI a Ratisbona, sembra dare importanti frutti. Particolarmente significativo è il lungo intervento dall'Osservatore permanente della Santa Sede presso la sede Onu di Ginevra nel corso della seduta sui diritti umani. «La violenza è sempre irragionevole ed è incompatibile con la natura di Dio: questo è il senso della citazione fatta dal Papa dell'imperatore bizantino - ha spiegato il rappresentante pontificio a Ginevra - E questo vale per tutti i credenti, cristiani e musulmani compresi». Benedetto XVI ha detto la sua sull'islam. Lo ha fatto non con intento polemico o denigratorio, ma spinto da una volontà autentica di dialogo. Hanno voluto dipingerlo come un nemico dei musulmani. «È sorprendente constatare che le manifestazioni di protesta siano iniziate perfino prima che il discorso fosse tradotto in una lingua comprensibile alle persone che scendevano in piazza», nota il nunzio presso la sede Onu di Ginevra. La sua conclusione è perentoria: «Tali manifestazioni si basavano solo su titoli fuorvianti apparsi sui media, che devono assumersi tutta la loro responsabilità». C'è un modo di comunicare (e di equivocare) che spinge le masse al fanatismo e nega alla radice la libertà d'opinione. Quella del Papa è sempre stata rispettosa di tutte le identità culturali e religiose. Un'opinione ritenuta autorevole anche da gran parte del mondo islamico. La caricatura che ne viene fatta in questi giorni è un'offesa a tutti i credenti.
Anche L'UNITA', che titola "Rivolta contro il Papa, Ahmadinejad frena: "Lo rispettiamo" " e Il MANIFESTO ( "Ahmadinejad: rispetto il Papa) danno grande rilievo, acriticamente, alla propaganda del presidente iraniano.
In proposito, dovrebbe essere sufficiente, per minare irragionevoli ottimismi, ricordare l'evidente gioco delle parti tra il presidente dell'Iran e la guida suprema Khamenei, che in questo caso ha assunto i toni di maggiore intransigenza, indicando in Ratzinger un'ingranaggio delle macchinazioni "americane" e "sioniste".
Ma certe illusioni dimostrano grande resistenza agli "assalti della realtà".
Un caso particolarmente interessante, in questo senso, è Il SECOLO XIX . Il titolo, in prima pagina, è forse il più generoso con il regime iraniano "Islam, l'Iran soccore il Papa", mentre il testo dell'articolo ci informa che
..in Iran la stampa continua ad attacare violentemente Benedetto XVI, anche facendo ricorso a vignette. In quella pubblicata dal quotidiano governativo (sottolineatura nostra) Iran Daily Ratzinger è impegnato a ripulire con uno spazzolone a forma di crocifisso il sangue versatom in Afghanistan e in Iraq dal presidente statunitense Bush.
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