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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Ansa - La Stampa Rassegna Stampa
23.08.2006 Amnesty è parziale, ma i media italiani sono peggio
una denuncia criticabile diventa un atto d'accusa a senso unico

Testata:Ansa - La Stampa
Autore: la redazione
Titolo: «Amnesty denuncia Israele:In Libano, crimini di guerra - Libano: Amnesty accusa Israele»
Dal sito di ANSA:

"Libano: Amnesty accusa Israele"
'Deliberata distruzione e anche crimini di guerra'
(ANSA) -ROMA, 23 AGO- Israele 'ha portato avanti una distruzione di massa delle infrastrutture libanesi e anche crimini di guerra'. E' l'accusa lanciata da Amnesty. Secondo l'organizzazione per i diritti umani, la distruzione di case e infrastrutture e' stata parte integrante della strategia militare israeliana in Libano. Il rapporto di Amnesty chiede con forza un'inchiesta urgente da parte delle Nazioni Unite sulle 'gravi violazioni' del diritto umanitario commesse sia da Hezbollah che da Israele.
 
Solo nell'ultimissima riga del lancio di Agenzia (ultima riga che molti lettori neanche leggono, è infatti risaputo che nella stragrande maggioranza dei casi ci si limita al solo titolo) compare la fatidica parola "Hezbollah"
 
Andando a leggere il comunicato integrale di Amnesty al link
 
 
si nota che effettivamente  è sbilanciato contro Israele , ma vi si possono trovare comunque  ripetuti ed espliciti riferimenti nei confronti dei crimini di guerra commessi dagli Hezbollah!
Crimini che a rigor di logica dovrebbero essere considerati con particolare severità visto che sono stati tirati 4000 razzi esclusivamente e volutamente su bersagli civili !
In considerazione di tutto questo viene da domandarsi se il titolo "ad effetto" dell'ANSA non avrebbe potuto essere sostituito più correttamenta da :"Libano: Amnesty accusa Hezbollah ed Israele" .

Va rilevato

Da La STAMPA del 123 agosto, un articolo "Amnesty denuncia Israele:
«In Libano, crimini di guerra»", scorretto per le stesse ragioni:


Non «danni collaterali», ma «crimini di guerra». Così l’organizzazione per i diritti umani «Amnesty International» ha definito in un suo rapporto le operazioni israeliane in terra libanese, che sarebbero state ispirate da una vera e propria strategia di annientamento. «Israele - si legge nel resoconto di «Amnesty» - ha portato avanti una politica di deliberata distruzione delle infrastrutture civili libanesi».
Oltre ai bombardamenti delle abitazioni - comprensibili nel quadro di un’operazione di guerra - nel mirino dell’aviazione israeliana sono finiti ponti, strade, cisterne e depositi di carburante vitali per la sopravvivenza della popolazione una volta terminata la guerrra.
«Amnesty International» chiede così che si apra un'inchiesta urgente, esaustiva e indipendente da parte delle Nazioni Unite sulle gravi violazioni del diritto umanitario commesse da Hezbollah e da Israele nel mese di conflitto: «L'affermazione, da parte di Israele, che gli attacchi alle infrastrutture erano legali è palesemente errata - ha dichiarato Kate Gilmore, vicesegretaria generale di Amnesty International - Molte delle violazioni identificate nel nostro rapporto costituiscono crimini di guerra, tra cui attacchi indiscriminati e sproporzionati. Le prove raccolte - ha aggiunto - lasciano fortemente intendere che la massiccia distruzione di impianti idrici ed elettrici, così come quella di infrastrutture vitali per la fornitura di cibo e di altri aiuti umanitari, sia stata parte integrante di una strategia militare».
Non sono convincenti, secono «Amnesty», le spiegazioni del governo israeliano secondo cui sarebbero state prese di mira postazioni di Hezbollah e le sue strutture di appoggio, e che il danneggiamento delle infrastrutture civili sia stato il risultato della strategia di Hezbollah di usare la popolazione civile come scudo umano. «Il modello ricorrente, l'estensione e la scala degli attacchi rende il riferimento ai danni collaterali semplicemente non credibile - ha detto ancora Gilmore - «Alle vittime civili uccise sui due lati del conflitto va resa giustizia. La grave natura delle violazioni commesse rende urgente un'inchiesta sulla condotta di entrambe le parti. Occorre che i responsabili dei crimini di guerra siano chiamati a rispondere del proprio operato e che vi sia una riparazione per le vittime».
Nel documento - intitolato «Deliberata distruzione o danni collaterali?» - è stato redatto sulla base delle informazioni raccolte sul campo dalla recente missione condotta in Israele e in Libano da responsabili di Amnesty. Contiene interviste a decine di vittime, funzionari dell'Onu, ufficiali dell'esercito israeliano e funzionari del governo libanese. Nel documento si legge tra l'altro che gli attacchi «indiscriminati e sproporzionati» da parte di Israele hanno costretto a sfollare il 25 per cento della popolazione civile del Libano. In particolare, vengono citate fonti dello Tsahal secondo cui la distruzione di infrastrutture civili libanesi avrebbe dovuto spingere la popolazione a ribellarsi contro Hezbollah.
La mancanza d’acqua - provocata dalla messa fuori uso delle condotte idtriche e di tutte le strutture di distribuzione - rende il dopoguerra libanese particolarmente tragico. «Non ho mai visto una distruzione simile» ha affermato Branislav Jekic, specialista in sistemi idrici e sanitari dell'Unicef. «Ovunque andiamo, chiediamo alla gente quale sia il loro bisogno primario e la risposta è sempre la stessa: l'acqua». La scarsità di risorse idriche rischia di rallentare il processo di ricostruzione: «La gente vuole tornare nelle proprie comunità, ma se potranno rimanerci o no dipende dalla disponibilità di acqua».

Circa le denunce di Amnesty , ci limitiamo ad alcune osservazioni:
1) i raid contro le infrastrutture avevavno un agiustificazione militare: servivano a fermare i rifornimenti di armi a Hezbollah è a fermare il trasferimento dei soldati israeliani rapiti
2) il numero di morti civili è stato molto limitato in rapporto al numero dei raid compiuti e, adifferenza di quanto ripetuto da Hezbollah, pià di ciinquecento morti nella guerra erano membri di questa organizzazione (Israele ha diffuso i nomi dei morti di Hezbollah)
3) Beirut, come testimoniato dal giornalista libanese Michael Behe, è stata colpita chirurgicamente , soltanto nei quartieri controllati da Hezbollah
4) oggi in Libano arrivano aiuti da tutto il mondo, così che gli effetti sulla popolazione della distruzione delle infrastrutture vengono grandemente ridotti.
Se Israele avesse davvero volutom infliggere sofferenze e morte ai libanesi avrebbe dovuto agire molto diversamente da come ha fatto 

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