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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
23.08.2006 Il dissidente iraniano Mohsen Sazegara chiede sanzioni contro il regime
per indurre il clero a ribellarsi

Testata: Corriere della Sera
Data: 23 agosto 2006
Pagina: 9
Autore: Vviana Maza
Titolo: «Con sanzioni forti il clero si ribellerà a Khamenei»

Dal CORRIERE della SERA del 23 agosto 2006:

Le dichiarazioni aggressive e provocatorie del presidente Mahmoud Ahmadinejad nei confronti della comunità internazionale non solo l'unico volto dell'Iran. All'interno del campo conservatore, che domina la scena politica iraniana, secondo alcuni esperti, molti non condividono l'atteggiamento di sfida di Ahmadinejad. Da una parte ci sono il presidente, l'ayatollah Yazdi suo mentore, l'ayatollah Jannati, capo del Consiglio dei Guardiani, e l'élite militare e paramilitare. Non temono sanzioni né uno scontro con l'Occidente. Il giornalista iraniano Hossein Bastani li chiama «neocon». Mohsen Sazegara, uno dei fondatori delle Guardie della Rivoluzione, poi dissidente e ora professore in visita ad Harvard li definisce «fascisti». Dall'altra parte c'è il clero «tradizionalista», gli ayatollah al potere sin dalla rivoluzione islamica. Questi ultimi controllano 90 seggi in Parlamento, contro i 120 dei fondamentalisti. E sono più pragmatici e più preoccupati dalle conseguenze della crisi tra l'Iran e la comunità internazionale, afferma Sazegara. «Tutti condividono l'idea del diritto dell'Iran all'energia nucleare — dice l'esperta di politica iraniana Ayelet Savyon del Middle East Media Research Center —. Ma i conservatori più tradizionalisti, più vicini all'ex presidente Rafsanjani, hanno molto da perdere. Vogliono che l'Iran diventi una potenza nucleare e allo stesso tempo essere riconosciuti, non isolati come uno Stato terrorista». «Neppure i conservatori più pragmatici si fidano della comunità internazionale, ma temono le conseguenze della crisi — dice Bastani —. Cercano di negoziare sul dossier nucleare il più a lungo possibile, sperando di ottenere un via libera dalla comunità internazionale». L'ex presidente Rafsanjani, vicino al campo tradizionalista, verrebbe danneggiato pesantemente da eventuali sanzioni, aggiunge Savyon. Possiede infatti 36 società che gestiscono il petrolio iraniano. «Rafsanjani è un uomo potente — aggiunge —. Tre mesi dopo l'elezione di Ahmadinejad, Khamenei lo ha posto nel ruolo di numero due della struttura di potere (dopo se stesso e al di sopra del presidente)». Sazegara però sostiene che l'influenza di Rafsanjani è relativa, perché è la Guida Suprema a detenere almeno l'85% del potere. Khamenei, spiega Sazegara, «ha sostenuto finora Ahmadinejad e sembra pronto ad andare avanti col nucleare, anche perché si attende sanzioni leggere. Ha nominato Ali Larijani a capo del Consiglio supremo di sicurezza presentandolo come l'uomo che dovrebbe parlare per i tradizionalisti. Ma Larijani obbedisce in realtà a Khamenei». A questo punto, molto dipende dalla comunità internazionale, dice lo studioso. «Gli ayatollah tradizionalisti sono finora rimasti dalla parte di Khamenei pur temendo le sanzioni e la guerra. Ma se la comunità internazionale imponesse sanzioni forti come il controllo dei proventi del petrolio, il clero si ribellerà. Diventeranno dissidenti. E si avvicineranno di più a Rafsanjani. Khamenei potrebbe ritrovarsi solo».

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