Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
E' morto Samekh Yizhar, padre della letteratura israeliana lo ricorda Elena Loewenthal
Testata: La Stampa Data: 22 agosto 2006 Pagina: 26 Autore: Elena Loewenthal Titolo: «Morto Yizhar padre letterario di Israele»
Da La STAMPA del 22 agosto 2006:
E’ morto a 89 anni Samekh Yizhar. Con lui scompare dal panorama letterario israeliano l'ultimo dei padri fondatori, quello che, come ha detto ieri Shimon Peres, «ha reso il neonato stato d'Israele la patria intellettuale del popolo ebraico». Si chiamava in realtà Yizhar Smilansky, ma sin dagli esordi adottò questo incisivo nom de plume. Nato nel 1916 in una famiglia di pionieri, combatté da ufficiale durante la guerra d'Indipendenza, nel 1948. Militante dello schieramento Mapai, compagno di Ben Gurion, fu membro del parlamento israeliano sin dalla prima legislatura e alternò costantemente la scrittura all'insegnamento universitario e all'attività politica. Figura pubblica dai tratti carismatici, Yizhar era però uno scrittore piuttosto schivo. Il lettore italiano dispone, da qualche mese, di La rabbia del vento (Einaudi), in cui racconta l'espulsione degli abitanti arabi da parte dei soldati israeliani. Già in questa breve opera emergono i tratti della sua scrittura, e soprattutto quell'intreccio unico di mestiere e militanza morale. Il suo ricordo della guerra - una guerra di sopravvivenza - è privo di retorica e intriso invece di una sofferenza rabbiosa. Yizhar ha scardinato una letteratura che, nata dentro il conflitto, non poteva sfuggire ai limiti della celebrazione, trasformandola in un intreccio unico di epica e esistenzialismo. La sua prosa è lo specchio della vita trascorsa nel cimento con una politica in cui sentì sempre l'esigenza morale, ma anche con l'eterno dilemma fra il dovere e il sentimento, la giustizia del cuore e quella dell'intelletto.
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