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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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La Stampa - Il Foglio Rassegna Stampa
21.08.2006 L'"errore" dell'assassino di Angelo Frammartino
una lettera da Israele

Testata:La Stampa - Il Foglio
Autore: Sharon Nizza
Titolo: «lettera»

Pubblichiamo di seguito una lettera inviata da Israele e pubblicata martedì 22 agosto 2006 da La STAMPA e dal FOGLIO:


Guardando i notiziari che comunicavano l'arresto del presunto colpevole dell'omicidio di Angelo Frammartino, avevo le lacrime agli occhi. «L'improvvisato omicida», come lo definisce SkyNews, avrebbe ucciso il volontario italiano per errore. Un errore fatale, visto che il presunto assassino, palestinese legato alla jihad islamica, era venuto a Gerusalemme con l'intenzione di uccidere un ebreo e «ha trovato invece un giovane italiano» (si vede che anche il giovane italiano aveva il naso un po' aquilino). «Ma questo, il giovane palestinese l'ha saputo troppo tardi», riporta il Tg3. Già, perché, stando a questa narrazione, se solo avesse saputo chi la sua lama stava per andare a sgozzare, allora si sarebbe fermato in tempo, avrebbe abbracciato e ringraziato il giovane pacifista e sarebbe andato alla ricerca di sangue ebraico, una mossa decisamente più umanamente comprensibile e giustificabile.
Sono una coetanea di Angelo, e non mi considero meno «pacifista» di lui, in termini sia di volontà di raggiungere la pace nel mondo, sia di attivismo per una convivenza pacifica tra palestinesi e israeliani. Vivo in Israele da quattro anni, sono ebrea e pure rea di chiamarmi Sharon. Nell'ultimo anno, ho percorso la strada dove è stato ucciso Angelo regolarmente una volta la settimana, la domenica, quando, finito il volontariato che prestavo in un centro del quartiere Wadi el-Joz di Gerusalemme Est, mi recavo poi verso il centro della città. Sono indignata dall'assoluta indifferenza manifestata nei confronti del reale obiettivo dell'assassino. Nessuna parola di sdegno, di disapprovazione di una follia omicida che avrebbe dovuto essere rivolta contro una persona colpevole del crimine di appartenere alla religione ebraica. Ma forse, secondo la filosofia pacifondaia, un ebreo sarebbe stato un giusto obiettivo della resistenza palestinese.
Sharon Nizza, Gerusalemme

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