Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Per fermare Hezbollah servono forti pressioni sulla Siria intervista a Daniel Pipes
Testata: Corriere della Sera Data: 08 agosto 2006 Pagina: 5 Autore: Ennio Caretto Titolo: «Mettiamo alle corde la Siria:collabori o la bombardiamo»
Dal CORRIERE della SERA dell'8 agosto 2006:
WASHINGTON — Daniel Pipes, il direttore del Middle East Institute, consulente della Casa Bianca e del Congresso, dubita che l'intervento dell'Onu in Libano «possa avere un effetto costruttivo e duraturo». Prima o poi, afferma, il Consiglio di Sicurezza giungerà a un accordo «che però avrà breve durata e non eliminerà le cause della crisi». «Le divergenze sul Libano — rileva Pipes, un leader del pensiero neocon — sono il prodotto delle vecchie divergenze sulla strategia da seguire verso il radicalismo islamico, già emerse sulla Palestina, l'Iraq, l'Iran». Per risolvere la crisi libanese, conclude, «bisognerebbe fare alla Siria, lo sponsor di Hezbollah, una offerta che non possa rifiutare: minacciare di bombardarla a meno che non neutralizzi questo gruppo terroristico». Mi sbaglio, o il ritardo dell'Onu non l'ha sorpresa? «La mancanza di coesione è il suo tallone d'Achille. Voi europei non capite che la partita in Libano è cruciale, che mette in pericolo oltre a Israele il Medio Oriente e l'Europa, che non si deve chiudere con la vittoria del radicalismo islamico, un movimento simile al fascismo e al comunismo, forse ancora più fanatico». Più fanatico a causa del suo connotato religioso? «No, non tutto l'Islam è così, l'aspetto religioso del movimento è secondario. Fa paura la sua visione totalitaria e persecutoria della società. È il motivo per cui bisogna combattere non soltanto i membri del movimento, come Hezbollah, ma gli sponsor Siria e Iran». Ma l'Ue non vi segue, e propende invece per una forza di interposizione. «La forza di interposizione fu dispiegata in Libano dall'82 all'84, ma fallì miseramente quando Hezbollah l'attaccò. Inoltre, in base alla risoluzione 1680 dell'Onu dallo scorso anno la Siria doveva impedire il transito di armi sul suo territorio. Con o senza l'Onu e l'Ue, gli Usa devono ammonirla che la colpiranno, se continuerà ad aiutare Hezbollah». Ma tra la Siria e l'Iran c'è un trattato di reciproca difesa. «Dubito che l'Iran l'aiuterebbe, e penso comunque che la Siria cederebbe. Cedette nel confronto con la Turchia nel 1998. Non è una grande potenza militare». Non si rischia di estendere il conflitto all'intera regione? «Al contrario. Io credo che basterebbe un blitz mirato, contro le infrastrutture terroristiche e militari siriane, per piegare Damasco. Sarebbe una lezione anche per l'Iran».
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