giovedi` 15 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






La Repubblica - Il Messaggero - La Stampa Rassegna Stampa
25.07.2006 Cronache di guerra: esempi di disinformazione
da tre quotidiani

Testata:La Repubblica - Il Messaggero - La Stampa
Autore: Paola Coppola - Roberto Romagnoli - la redazione - Giuseppe Zaccaria - Didier Francois
Titolo: «Tiro, colpita una famiglia in fuga verso la salvezza - colonne di profughi, gli innocenti diventano bersagli - Attenti tra poco vi colpiremo - Missili e infezioni così muore Tiro - Medicines du Monde: Su Gaza ordigni proibiti - Lahoud usate bomeb al fosf»

Da La REPUBBLICA del 25 luglio 2006, una cronaca sulla tragica morte di una famiglia libanese in fuga da Tiro.
Paola Coppola, autrice del pezzo, riporta le dichiarazioni israeliane (il bombardamento è stato effettuato in una strada utilizzata da Hezbollah per far transitare i camion che trasportano i razzi) solo dopo aver citato, sotto forma di domanda retorica,  il quesito dell'Indipendent "Un crimine di guerra?".
Inoltre, riferendo le prese di posizione dell'Onu , non cita la condanna di hezbollah per l'uso dei civili libanesi come scudi.
Tuttavia, l'articolo riferisce correttamente del ritardo con il quale la famiglia aveva abbandonato la città.
Ecco il testo:
  

«Guardami, mamma». «Non ti addormentare, ti prego, guardami». Ali, 12 anni, piange. Ha macchie di sangue ovunque, sul viso rotondo, sulla maglietta rossa, sui calzoncini. Tiene il braccio della madre, Muntaha, e si dispera mentre cerca di fare quello che gli hanno chiesto gli infermieri dell´ambulanza della Croce Rossa: parla con lei, distraila, tienila in vita. Muntaha Shaita ha delle ferite profonde, un braccio coperto di bende e gli occhi spenti nella foto che è diventata il simbolo delle vittime civili dei bombardamenti sul Libano.
Quello che l´immagine non fa vedere, l´altra metà della scena, è altrettanto agghiacciante: stesi per terra, ci sono i corpi senza vita dello zio di Ali, Mohammad, della nonna Nazira e del guardiano della sua casa, un siriano, e, ancora vivi ma feriti gravemente, altri 16 parenti di quel ragazzino.
Una famiglia intera che stava fuggendo da Tiro su un convoglio di furgoncini bianchi è stata centrata due giorni fa da un missile israeliano. Gli Shaita avevano lasciato la loro casa per mettersi al riparo dai bombardamenti nel sud. Avevano abbandonato una città fantasma, visto che più della metà della popolazione era già andata via, verso Beirut. Loro hanno aspettato fino all´ultimo prima di obbedire all´ordine di evacuare scritto sui volantini lanciati dall´aviazione israeliana: spostarsi a nord del fiume Litani, liberare la zona per permettere di colpire i covi di Hezbollah.
Si sono trasformati in un obiettivo dei missili a pochi chilometri da casa. «Ci hanno detto di andarcene, ed è quello che abbiamo fatto. Li abbiamo ascoltati e questo è il risultato», ha raccontato Musbah, uno zio. A sparare, secondo alcuni testimoni, sarebbe stato un elicottero.
"Un crimine di guerra?", si chiedeva ieri l´Independent mostrando la foto di madre e figlio. E Usa Today usava la stessa immagine per raccontare che i raid israeliani stanno gettando il Libano in una profonda crisi umanitaria. Non è chiaro se gli Shaita viaggiassero mostrando una bandiera bianca per essere identificati come civili, l´esercito israeliano ha riferito in un comunicato di aver colpito una ventina di veicoli sospettati di trasportare missili per colpire Israele e ha descritto la zona a sud di Tiro, dove viaggiava la famiglia, come «un´area usata continuamente da Hezbollah per il lancio dei missili».
Non è la prima volta che i civili diventano un bersaglio da quando sono iniziati i bombardamenti. Oltre 390 libanesi hanno perso la vita negli attacchi, secondo fonti ufficiali. Una decina di giorni fa un missile aveva centrato un altro convoglio dove viaggiavano soprattutto donne e bambini, e due famiglie in fuga dal villaggio di Marwaheen erano state sterminate.
Per quei civili che sono riusciti a sfuggite alle bombe è emergenza umanitaria: 700mila sfollati a causa dell´offensiva israeliana. Ieri Jan Egeland, coordinatore per gli aiuti umanitari dell´Onu, ha lanciato un appello da Beirut «più andrà avanti l´offensiva più la loro situazione diventerà drammatica». Molti hanno trovato rifugio nelle scuole, in edifici e parchi pubblici, altre 150mila, secondo le stime, avrebbero raggiunto la Siria.
Egeland si è rivolto alla comunità internazionale: «Servono 150 milioni di dollari per rispondere ai bisogni degli sfollati per i prossimi tre mesi». Tra di loro ci sono molti bambini: «Potrebbero aver assistito alla morte o al ferimento dei loro parenti, e aver subito gravi danni emotivi», ha avvertito il direttore generale dell´Unicef, Ann M. Veneman. Per assisterli l´organizzazione Onu per l´infanzia ha già inviato due voli umanitari con medicinali e altri generi di prima necessità, mentre l´ufficio libanese ha acquistato medicine, attrezzature sanitarie e giocattoli.

Totalmente scorretto l'articolo di Roberto Romagnoli "Bombardate colonne di profughi, gli innocenti diventano bersagli", pubblicato dal MESSAGGERO.
E' costruito per suggerire praticamente a ogni riga che Israele bombardi deliberatamente colonne di profughi in fuga. L e dichiarazioni dell'inviato Onu Jan Egeland sulle responsabilità di Hezbollah non solo non vengono citate, ma gli si attribuisce la convinzione che " a muovere Israele sia una furia cieca", parole che non ha invece  pronunciato.

Un altro articolo "Attenti tra poco vi colpiremo", riferisce di una telefonata di avvertimento dell'esercito israeliano prima di colpire una casa civile dove erano nascosti razzi kassam.
Leggiamo nell'articolo:

Con la telefonata di avvertimento l'esecito israeliano, sostiene sempre Haaretez, cerca di limitare le perdite umane tra i civili.
La realtà, purtroppo, non è così. Ogni giorno civili innocenti muoiono sotto il fuoco di Tsahal.

Questa è pura disinformazione. Infatti ,  è vero che nelle operazioni antiterroristiche israeliane talora muoiono purtroppo anche dei civili, ma è innegabile che le telefonate di avvertimento e altre precauzioni abbiano lo scopo di ridurre il loro numero, e che in parte ci riescano.

Anche Giuseppe Zaccaria nell'articolo "Missili e infezioni così muore Tiro", pubblicato dalla STAMPA a pagina 7 non riporta correttamente le circostanze della morte della famiglia in fuga.

Il resto dell'articolo descrive le drammatiche condizioni della città (nella quale comunque non si sono sviluppate le epidemie che il titolo lascerebbe immaginare) attribuendo agli israeliani una "spedizione punitiva" contro la popolazione civile che in realtà non è mai stata nelle loro intenzioni.

Da Le Monde viene ripresa un'intervista di Didier Francois al dottor Regis Garrigues di Medicins du Monde il quale sostiene che Israele a Gaza utilizzerebbe bombe a frammentazione "contro la popolazione civile".

La necessità di verificare le illazioni di Garrigues si somma a una certezza: Israele non prende di mira la popolazione civile, ma esclusivamente i terroristi che operano dalla Striscia.

Un'altra parte della denuncia di Garrigues riguarda una presunta impossibilità per le ambulanze di coordinarsi con l'esercito israeliano per  prestare soccorso.

Anche in questo caso, occorrono verifiche, ricordando comunque che in più occasioni le ambulanze sono state illegalmente usate come mezzo di trasporto durante le battaglie dai terroristi.

Un altro trafiletto "Lahoud: usate bombe al fosforo L'esercito: nessun mezzo illegale" cerca di togliere credibilità alla smentita israeliana delle accuse del premier libanese, ricordando maliziosamente che sull'illegalità delle bombe al fiosforo c'è una controversia.  "Il terzo protocollo della convenzione di Ginevra ne proibisce l'uso contro obiettivi civili ma non ne vieta il lancio con l'artiglieria".

Accanto a questi articoli l'immagine di "un'israeliano ultraortodosso vicino a una postazione missilistica a Fassuta al confine col Libano".
Evidente, nella scelta dell'accostamento,  il tentativo di criminalizzazione del popolo israeliano   e della religione ebraica

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione della Repubblica, del Messaggero e della Stampa


rubrica.lettere@repubblica.it
prioritaria@ilmessaggero.it
lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT