mercoledi` 14 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.06.2006 Iraq, Hamas, Afghanistan, Turchia: quattro esempi di volontaria cecità dei media italiani
un editoriale di Magdi Allam

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 giugno 2006
Pagina: 36
Autore: Magdi Allam
Titolo: «Quella voglia di ignorare la minaccia»
Dal CORRIERE della SERA  del 4 luglio 2006:

Q uando ieri pomeriggio alla trasmissione «Baobab» su Radiouno mi è stato chiesto: «Che cosa potrebbe fare l'Occidente per far avanzare il processo di pace in Medio Oriente?», ho risposto senza esitazione: «Affermare in primo luogo una corretta informazione della realtà, senza cui non è possibile né assumere delle posizioni eticamente responsabili né perseguire delle strategie politiche congrue alla causa della pace e alla salvaguardia dell'interesse stesso dell'Occidente».
Cito quattro casi offerti dalla cronaca di questi giorni. Primo, la nuova strage di sciiti a Bagdad del primo luglio, 66 morti. La buona notizia: i media italiani hanno collegato il massacro a Al Qaeda, il cui leader Bin Laden aveva preannunciato vendetta per l'uccisione del suo luogotenente in Iraq, Al Zarqawi. La cattiva notizia: sempre i nostri media hanno qualificato la strage come «guerra civile», opera di un «gruppo armato» o di «guerriglieri». Nel fiume di parole scritte o pronunciate non compare mai una volta «terroristi» o «terrorismo».
Secondo, l'attentato terroristico di Hamas, costato la vita a due soldati israeliani e il rapimento di un terzo il 25 giugno, a cui ha fatto seguito la rappresaglia militare d'Israele. La buona notizia: i media italiani hanno focalizzato l'attenzione sul dramma umano del sequestrato, il diciannovenne Gilad Shalit, auspicandone il rilascio. La cattiva notizia: i nostri media hanno addossato la responsabilità della nuova «spirale dell'odio» alla «invasione» e «occupazione» nonché al «massacro» imputato a Israele, nel momento in cui ha adottato le misure necessarie per salvare la vita del suo soldato.
Terzo, la decisione del governo Prodi di rifinanziare la missione militare italiana in Afghanistan. La buona notizia: i media italiani hanno esaltato il fatto che l'Italia manterrà fede all'impegno assunto con la Nato, conformemente alle risoluzioni 1373 e 1386 dell'Onu varate dopo l'11 settembre 2001. La cattiva notizia: i nostri media hanno minimizzato il fatto che l'Italia, ignorando le risoluzioni Onu edisimpegnandosi nei confronti della Nato, ridurrà le sue truppe, non accoglierà la richiesta della fornitura di aerei e ha sostenuto che la sua missione è a tempo.
Quarto, l'aggressione contro padre Pierre Brunissen, accoltellato il 2 luglio da un fanatico islamico in Turchia. La buona notizia: i media italiani hanno pubblicato con rilievo il tentato omicidio che segue l'assassinio di don Andrea Santoro lo scorso 5 febbraio. La cattiva notizia: i nostri media hanno enfatizzato la personalità psicopatica dell'aggressore e sottovalutato la realtà complessiva di repressione dei cristiani e di violazione della libertà religiosa in Turchia.
La lezione da trarre è che in Italia e, più in generale in Occidente, siamo protagonisti e vittime di un'auto-mistificazione della realtà che occulta i problemi ma, anziché risolverli, li aggrava. Ciò avviene quando, all'insegna della «discontinuità», ci ostiniamo a sostenere la presenza di una «resistenza» o «guerra civile» in Iraq, per accreditare la tesi della «guerra ingiusta» e delle «forze occupanti», necessaria a legittimare la decisione del nostro ritiro militare tradendo le aspettative del popolo iracheno e ignorando le risoluzioni dell'Onu 1511 e 1546. Ciò avviene quando, all'insegna della «equivicinanza», si mettono sullo stesso piano l'attentato terroristico e la rappresaglia militare, chi massacra perché disconosce il diritto alla vita altrui e chi usa la forza delle armi per difendersi, Bin Laden e Bush, Hamas e Israele, finendo per legittimare il terrorismo. Ciò avviene quando trasformiamo l'Onu e la Nato in un menu à la carte, da invocare a pieni polmoni in Iraq e da ignorare totalmente in Afghanistan. Ciò avviene quando ci concentriamo sull'emergere della punta dell'iceberg, quali sono gli assassini di cristiani in Turchia, senza vedere la realtà sommersa dell'iceberg, della fabbrica del terrore islamico che si è annidata nello Stato che Ataturk volle laicista.
C'è un abisso tra la realtà e la nostra percezione della realtà. La nostra salvezza dipenderà dalla capacità di colmarlo, accettando la realtà per quella che è e riconciliandoci con i valori fondanti della nostra umanità.

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Corriere della Sera

lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT