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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
24.06.2006 Un paragone infamante
Arriva dall'Allam che siede in Parlamento e che scrive su Repubblica

Testata: Corriere della Sera
Data: 24 giugno 2006
Pagina: 39
Autore: Giovanni Belardelli
Titolo: «Non paragoniamo Shoah e Islamici»

Attenzione, non confondiamo. C'è Allam e Allam. Quello giusto, quello vero, quello coraggioso, quello starordinario si chiama MAGDI. Poi ce n'è un altro, che si chiama Khaled Fuad, che scrive su REPUBBLICA e che è stato eletto deputato nelle file dell'Unione. Bene ha fatto dunque Giovanni Belardelli, sul CORRIERE della SERA di oggi 26/06/2006, a riprendere con parole durissime una sua vergognosa dichiarazione uscita sul quotidiano dell'Ing.Carlo de Benedetti. E questa dovrebbe essere la voce dell'Islam moderato e rappresentarlo in parlamento. Con degli "amici" così, chi ha più bisogno di nemici ?

Ecco il breve ma esaustivo editoriale di Belardelli:

Come è sotto gli occhi di tutti, il ricorso ai confronti storici, spesso impropri, per sostenere le proprie tesi è diventato un fenomeno molto diffuso. E tuttavia non può non stupire quanto ha scritto su «La Repubblica» Khaled Fouad Allam il quale, affrontando il tema della concessione della cittadinanza agli immigrati di origine musulmana, ne ha paragonato la condizione attuale «alla tragica esperienza delle popolazioni ebraiche d'Europa fra Otto e Novecento quando sulla loro lealtà alle nazioni europee veniva fatta pesare l'ombra del dubbio»; spingendo il paragone fin quasi a ipotizzare il rischio, per l'immigrazione islamica, di una «tragica conclusione» analoga a quella patita dagli ebrei.
Ma un tale accostamento non solo è del tutto assurdo; appare anche un esempio di come non si dovrebbe affrontare un tema serissimo facendo ricorso all'emotività, e quasi a un ricatto morale: come se ogni sentimento di paura o diffidenza verso l'islam conduca necessariamente su una china analoga a quella, tragica, dell'antisemitismo. Intendiamoci: il rischio del diffondersi di un sentimento islamofobo, denunciato da Khaled Fouad Allam, certamente esiste.
Ma al fine di contrastarlo sarebbe assai più utile, invece che dar forma a paragoni storici spericolati, prendere atto dei problemi effettivi legati all'integrazione, a cominciare dal fatto che la cittadinanza, se appare un passaggio necessario, non porta però con sé, automaticamente, l'accettazione dei valori democratici. Ricordiamo tutti, credo, che i responsabili degli attentati di Londra del 2005 avevano la cittadinanza britannica.

I lettori di IC che lo desiderano, possono inviare un commento a Khaled Fuad Allam a Repubblica, scrivendo a: rubrica.lettere@repubblica.it


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lettere@corriere.it

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