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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
23.06.2006 Sotto gli occhi dell'Occidente
si rafforza l'alleanza tra Al Qaeda e Iran mentre i nostri politici "dialogano" con gli ayatollah

Testata: Corriere della Sera
Data: 23 giugno 2006
Pagina: 20
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Asse Al Qaeda con Teheran contro gli imperialisti»
Dal CORRIERE della SERA del 23 giugno 2006:

E' il 7 giugno. Un alto esponente di Al Qaeda arriva in Iran per incontrare uno dei figli di Osama, Saad Bin Laden, da tempo ospitato nella repubblica islamica. Quindi l'emissario consegna un messaggio di Ayman Al Zawahiri, l'ideologo del movimento al capo dei pasdaran, Rahim Safavi. La lettera — secondo fonti di Teheran — tocca alcuni punti importanti. 1) Al Zawahiri incoraggia il regime islamico a proseguire nell'azione contro «gli imperialisti» 2) Si impegna a frenare Al Zarqawi e rivela di aver mandato un emissario affinchè riduca gli attacchi contro gli sciiti in Iraq. 3) Rringrazia Teheran per l'ospitalità a decine di qaedisti (150-200) dopo il 2001.
L'uccisione di Al Zarqawi, l'8 giugno, ovviamente ha superato solo in parte il punto due. Al Qaeda vuole evitare una guerra inter-religiosa in Iraq e dunque è attenta a non creare problemi con l'Iran. Anche perchè gli ayatollah garantiscono protezione ad alcuni dirigenti, come Saad Bin Laden, Seif Al Adel e Abu Ghait, ispiratori di alcuni attacchi in Medio Oriente. A sua volta il regime si tiene in casa i terroristi per poterli usare come carta o merce di scambio in caso di uno scontro con gli Stati Uniti.

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