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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Giorgio Israel
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Internazionale pacifista 12/06/2006
Esiste un’internazionale composta da personaggi che sono una miscela di imbecillità e di malafede. È l’internazionale dei pacifisti. Le percentuali delle due componenti sono variabili ma nessuna delle due è mai nulla. È una vera internazionale, che conta membri in ogni paese, anche in Israele, e non è che questi siano meno peggio degli altri. Anzi.
Israele è sotto attacco da ogni lato. Ha di fronte un governo palestinese che vuole distruggerla. Il presidente palestinese Aby Mazen ha indetto un referendum-truffa, una vergogna, che mira a sancire l’idea che, se gli israeliani si ritirano sui confini del ’67, i palestinesi potrebbero riconoscerlo “implicitamente” [sic!], e poi si farebbe una tregua per cominciare a discutere: è nient’altro che una versione ammorbidita del programma di Hamas. Il presidente iraniano vuole spianare Israele a suon di atomiche. Ogni giorno piove su Israele almeno un missile Kassam, e da un po’ persino Katiushe, mentre il fronte libanese di Hezbollah si è riattivato. Intanto, in Europa l’antisemitismo-antisionismo dilaga e i professori universitari inglesi boicottano i loro colleghi israeliani, “a prescindere” da quel che fanno e da chi sono.
E allora cosa fanno i pacifisti? Se la prendono col nuovo ministro della difesa, il laburista Amir Peretz che, secondo loro, avrebbe superato a destra i suoi predecessori. Haaretz, “la Repubblica” israeliana, dice che è erede ideologico di Shaul Mofaz e l’ineffabile Beilin ne ha chiesto le dimissioni. Lo attaccano anche perché non ha tagliato il bilancio delle forze armate… Certo, che aspetta a mettere fiori nei cannoni?
Forse, trattandosi di israeliani oltre alle tre componenti sopradette, c’è anche il masochismo, il desiderio compulsivo di essere massacrati. O più semplicemente la nostalgia della destra estrema. Difatti, se riuscissero a far cadere questo governo, quel che otterrebbero non è certo un esecutivo guidato da Yossi Beilin – la maggioranza degli israeliani è sana di mente –, ma un governo spostato a destra che, finalmente, darebbe qualche fondamento alle loro lagnanze.

Giorgio Israel


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