A pag. 5 di METRO di venerdì 12 maggio 2006 la redazione firma un articolo dal titolo: "Hamas, aria di distensione" e dal sottotitolo: "Apertura degli islamici ai confini del 1967. Accordo con Fatah per limitare le armi.
"Il movimento islamico palestinese di Hamas accetta la nascita di uno Stato palestinese all'interno dei confini del 1967": è quanto ha annunciato il portavoce del gruppo parlamentare di Hamas in Cisgiordania, Khaled Suleiman, nel corso di una conferenza stampa ripresa dalla Tv araba al-Jazeera. "Per quanto riguarda la questione del riconoscimento di Israele - spiega - in questo momento la trattativa non spetta al governo ma al presidente Abu Mazen. Noi sosterremo sue trattative con Israele e non impediremo il loro svolgimento". L'esponente islamico ha quindi ribadito che dal punto di vista costituzionale non spetta al governo trattare con Israele, ma l'unica cosa che Hamas può fare in questo momento è quella di far rispettare la tregua. "Se c'è la possibilità di una trattativa tra Abu Mazen e Israele lasceremo fare - ha concluso - ma non accetteremo il muro divisorio e i confini da loro disegnati". Subito Saeb Erekat, di al-Fatah, ha chiesto al nuovo governo di annunciare chiaramente l'adesione ai precedenti accordi di pace siglati dall'Anp.
Sempre ieri leader di Hamas e Fatah hanno raggiunto un accordo per metter fine agli scontri a Gaza fra le due fazioni, che negli ultimi due giorni hanno causato tre morti e 25 feriti, fra cui 8 bambini. Sarà considerata fuorilegge qualunque persona trovata in possesso di armi. Intanto Ue e USA hanno deciso di sbloccare temporaneamente gli aiuti diretti ai palestinesi senza che passino attraverso Hamas. Hamas ha risposto con scetticismo, ma è comunque un passo di apertura che alleggerisce i gravi problemi umanitari a Gaza e in Cisgiordania.
Come si evince dalla lettura dell'articolo, lo stesso Khaled Suleiman non ha accettato l'esistenza di Israele, ma solo " la nascita di uno Stato palestinese all'interno dei confini del 1967", perfettamente compatibile con una successiva distruzione di Israele. Che quest'ultima sia la corretta interpretazione delle parole dell'islamista palestienese é confermato da queste altre, pronunciate dal vice capo di Hamas Moussa Abu Marzouk: "No a riconoscimento Israele a meno che si ritiri da tutte le terre palestinesi, non solo da quelle occupate nel 67" (fonte israele.net)
La selezione delle parole dei dirigenti di Hamas operata da METRO e l'interpretazione unilaterale ed errata di quelle riportate determinano una grave e pericolosa disinformazione.
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