Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Antisemitismo in Polonia una lettera dell'ambasciatore Radicki e la risposta della storico Luzzato
Testata: Corriere della Sera Data: 12 maggio 2006 Pagina: 47 Autore: Michal Radicki - Sergio Luzzato Titolo: «Gli ebrei, i lager nazisti e la Polonia»
L'ambasciatore in Italia della Repubblica di scrive al CORRIERE della SERA di venerdì 12 maggio 2006, aproposito di un articolo di Sergio Luzzato da noi segnalato (Il silenzio dell'Europa sugli antisemiti al governo in Polonia). Eccola lettera e la risposta dello storico:
C'è più di un motivo per cui l'articolo di Sergio Luzzatto ( Corriere del 9 maggio, pagina 44) mi costringe a intervenire. Prima perché contiene affermazioni evidentemente non veritiere: insinua infatti che i polacchi parteciparono in modo massiccio allo sterminio degli ebrei perpetrato nei lager nazisti, mentre è un fatto incontrovertibile che i lager furono allestiti e gestiti dal III Reich tedesco sul territorio occupato della Polonia. Il libro di Jan Gross viene citato qui a sproposito, in quanto parla di altri fatti. Non ne risulta certamente che i polacchi furono carnefici di «centinaia di migliaia» di ebrei. Da oltre 15 anni nel mio Paese sta andando avanti un ampio dibattito sulla tragica storia della Shoah, un processo di riflessione sul nostro passato che ci porta anche a riconoscere delle responsabilità, ma non per questo dobbiamo permettere che ci vengano attribuite colpe altrui. Credo invece cha la Polonia potrebbe essere presa a modello da tanti altri Paesi europei che finora non hanno avuto il coraggio di affrontare il proprio passato. È forse ancora più preoccupante il linguaggio di Luzzatto, che parla tra l'altro di ordini disumani «abbaiati» e «latrati» in polacco: l'uso di parole così cariche di emozioni negative sembra tradire un pregiudizio antipolacco che mal si addice al rigore richiesto da uno storico che scrive sulle pagine di un giornale serio e autorevole. Non si può contrastare il pregiudizio dell'antisemitismo con un altro, non meno biasimevole. Le valutazioni sull'attuale situazione politica in Polonia sono questione di opinione. Ma l'affermazione che i due partiti entrati recentemente nella coalizione di governo «investono sull'antisemitismo» è semplicemente infondata, così come il tono allarmista di Luzzatto che sollecita addirittura un intervento dell'Unione Europea. Forse è rimasto impressionato dal titolo a pagina 16, dove si parla di «antisemita Lepper che in passato aveva lodato Hitler», titolo che clamorosamente non corrisponde al contenuto dell'articolo di Sandro Scabello. Voglio credere che si tratti qui di una svista del solito titolista disattento e non di uno stravolgimento premeditato dei fatti da parte della redazione. Michal Radlicki Ambasciatore della Repubblica di Polonia in Italia
• Naturalmente, «è un fatto incontrovertibile che i lager furono allestiti e gestiti dal III Reich tedesco sul territorio occupato della Polonia». Ma stupisce la nonchalance con cui l'ambasciatore Radlicki glissa sulle responsabilità storiche dei polacchi collaborazionisti con la Germania hitleriana, mentre minimizza il significato politico dell'avvento al governo di Varsavia di formazioni scopertamente razziste. Qui, mi accontento di replicare all'ambasciatore di Polonia con due osservazioni. Anzitutto, non è affatto vero che il libro di Jan Gross sia stato da me «citato a sproposito», perché «parla di altri fatti». Quel libro, «I carnefici della porta accanto» (Mondadori, 2002), tratta proprio del contributo prestato dai polacchi alla distruzione degli ebrei d'Europa. Attraverso la ricostruzione del massacro della cittadina di Jedwabne, dove il 10 luglio 1941 la metà cattolica degli abitanti si armò di asce, forconi e coltelli e sterminò l'altra metà degli abitanti (1600 ebrei fatti fuori in poche ore), quel libro ha contribuito più di ogni altro a sollevare questioni che l'ambasciatore polacco liquida ora con la comoda formula delle «colpe altrui». Quanto al mio «tono allarmista» sull'avvento al potere in Polonia di formazioni politiche che inneggiano all'antisemitismo, mi permetto di suggerire all'ambasciatore Radlicki di consultare il sito del maggiore movimento neo-nazista italiano, Forza Nuova (www.forzanuova.org). Dove, per il mio articolo sul Corriere, io vengo duramente criticato in quanto ebreo colpevole di voler imbrigliare la vita democratica del «libero Stato di Polonia». «I padroni del mondo esigono subito pesanti sanzioni», si legge sotto il titolo, Forza Nuova è al fianco del popolo polacco! Forse, più che delle mie affermazioni «non veritiere», l'ambasciatore Radlicki farebbe bene a preoccuparsi dell'entusiasmo che i recenti sviluppi politici nel suo Paese vanno suscitando negli ambienti più beceri dell'estrema destra italiana.
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