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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Rassegna Stampa
04.05.2006 Hamas pronta alla pace? No, se si leggono le sue richieste
ma un titolo scorretto basta a ingannare i lettori

Testata:
Autore: la redazione
Titolo: «Hamas: pronti a pace se Israele lo vorrà»

Giovedì 4 maggio a pag. 7 del giornale gratuito City, si legge una notizia presa dall’agenzia AGI intitolata “Hamas: pronti a pace se Israele lo vorrà”. Le dichiarazioni del capo del gruppo terroristico riportate nel testo sono però differenti dal titolo scelto dal giornale. Hamas, sostiene Meshaal, sarebbe disposta a “fare un passo verso i sionisti” solamente sotto determinate condizioni. Non parla quindi di pace e di riconoscimento dello Stato d’Israele. Le condizioni inoltre sono evidentemente inaccettabili, come quella del “diritto di ritorno dei profughi”, un falso diritto utilizzato come arma per distruggere lo stato d’Israele demograficamente.

 

“Liberare i prigionieri” è l’altra inaccettabile richiesta: dove per prigionieri si intende i responsabili degli attentati kamikaze contro la popolazione israeliana. “Abbattere il muro” è infine un’altra inammissibile pretesa: quello che i giornalisti chiamano “muro” è una barriera difensiva che ha diminuito drasticamente gli attentati terroristici e permesso il ritiro dagli insediamenti di Gaza.

 

 

Riportiamo per intero il testo

 

 

Hamas: pronti a paca se Israele lo vorrà.

 

Il leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, si è offerto ieri di seguire Israele se si muoverà verso la pace. “Se Israele si ritirerà fino ai confini del 1967, inclusa Gerusalemme, riconoscerà il diritto di ritorno dei profughi, smantellerà gli insediamenti, abbatterà il muro e libererà i prigionieri, allora sarà possibile per noi, come palestinesi e come arabi, fare un passo verso i sionisti”, ha detto. (AGI).

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cityroma@rcs.it

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