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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.04.2006 La contabilità della morte deve essere precisa
altrimenti si confonde l'assassino con la vittima

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 aprile 2006
Pagina: 11
Autore: la redazione
Titolo: «Sono oltre 5.000 le vittime della seconda Intifada»

Un breve articolo sul CORRIERE della SERA di oggi, 10.04.2006, dal titolo fuorviante e dal contenuto non accurato. Un pezzetto nato in redazione, ma che rivela la mancanza di attenzione verso l'importanza che hanno i numeri. Cominciamo dal titolo, "sono 5000 le vittime della seconda Intifada". Se non si dice chi sono non si aiuta il lettore a capire. Speravamo di leggerlo nel testo,  invece no. Il testo infatti recita "le vittime sono state 5.015, per la maggior parte palestinesi, quasi 4.000". I numeri saranno sicuramente esatti, ma se non si identificano nella loro appartenenza, si perde un pezzo importante di quanto è avvenuto. I palestinesi saranno stati 4.000, ma appartenevano nella stragrande maggioranza a terroristi colti  mentre preparavano attentati o in azioni di guerra. Se qualche civile è stato ucciso è dipeso dal fatto che intenzionalmente si trovava in zona a rischio. La stragrande maggioranza delle vittime israeliane sono invece civili, uccisi in stragi (autobus,discoteche, ristoranti, bar,mercati), gente sterminata con la precisa volontà di colpire la popolazione civile. Sottolineare questa differenza non ci sembra cosa da poco. Ci auguriamo che al Corriere ci pensino su la prossima volta. Le statistiche sono utili, ma devono essere complete.

Ecco l'articolo: 

GERUSALEMME — La contabilità della morte. In quasi sei anni di Intifada, dalla fine di settembre del 2000, le vittime sono state 5.015, per la maggior parte palestinesi (quasi 4.000). «Questa numero avrà un profondo impatto sulle relazioni tra i due popoli — ha commentato il politologo israeliano Akiva Eldar alla France Presse, che ha calcolato la cifra —. Se moltiplicate cinquemila morti per il numero di parenti, amici e vicini, arrivate facilmente a 100.000 persone direttamente colpite. Gli accordi di Oslo avevano cominciato un processo di normalizzazione, ma a questo punto ciascuna delle due parti diffida dell'altra».
«Le violenze, la perdita di dignità e speranza — ha spiegato Yasser Abed Rabbo, membro del comitato esecutivo dell'Olp — hanno portato Hamas al potere. Anche se i muri delle città sono coperti dai ritratti dei martiri, i palestinesi non si sono ancora rassegnati alla morte». Dal settembre del 2000 fino alla tregua del febbraio 2005, Hamas ha organizzato oltre 50 attacchi suicidi in Israele.

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