Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Il doppio linguaggio di Hamas all'Onu parla di pace, ma intanto continua a negare il diritto all'esistenza di Israele
Testata: Corriere della Sera Data: 05 aprile 2006 Pagina: 13 Autore: Davide Frattini Titolo: «Lettera di Hamas all'Onu: dialogo per la pace»
Dal CORRIERE della SERA di mercoledì 5 aprile 2006 un articolo di Davide Frattini sulla lettera di propaganda inviata dal ministro degli Esteri di Hamas Mahmoud al Zahar al segretario generale dell'Onu Kofi Annan. Alla corretta cronaca di Frattini si deve solo aggiungere una notizia successiva riportata dal CORRIERE nell'edizione on-line (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/04_Aprile/05/hamas.shtml):
«Non abbiamo mai riconosciuto Israele e il suo diritto a esistere»: lo ha dichiarato il ministro degli esteri palestinese Mahmud Zahar. A riferirlo è la radio israeliana che cita un'intervista concessa ieri sera dall'esponente di Hamas (il movimento estremista che ha vinto le ultime elezioni palestinesi) alla televisione satellitare del Qatar Al-Jazeera. Zahar ha negato di aver fatto riferimento alla soluzione dei «due Stati» e alla volontà della sua organizzazione di convivere in pace con Israele nel testo del messaggio che aveva inviato al Segretario generale dell’Onu Kofi Annan.
Ecco il testo di Frattini:
GERUSALEMME — «Come tutti i popoli, vogliamo vivere in pace e sicurezza, libertà e indipendenza, fianco a fianco con i nostri vicini in questa sacra parte del mondo». E' la sua prima lettera a Kofi Annan da ministro degli Esteri palestinese. E Mahmoud Zahar sceglie toni molto più morbidi e parole più equilibrate delle minacce ostentate fino a pochi giorni fa nelle interviste. Il leader di Hamas vuole rompere l'assedio economico e diplomatico che si sta chiudendo attorno all'Autorità palestinese e all'esecutivo guidato dal movimento fondamentalista. «Ci aspettiamo che la comunità internazionale — scrive al segretario delle Nazioni Unite — rispetti la scelta democratica della nostra gente e lavori con il nuovo governo per proteggere il pluralismo politico attraverso il raggiungimento della pace e della stabilità nella regione». Zahar elenca quello che i palestinesi vogliono ottenere: uno Stato sovrano e indipendente, con Gerusalemme come capitale, il diritto al ritorno e ai risarcimenti per i rifugiati. L'obiettivo dell'appello sembra soprattutto quello di ottenere la mediazione dell'Onu per convincere gli altri membri del Quartetto, come Stati Uniti ed Unione Europea, a non bloccare gli aiuti. «Speriamo che alcuni Paesi riconsiderino le loro dure decisioni e ritornino al linguaggio del dialogo invece che a quello delle minacce. Siamo pronti a collaborare con le nazioni del mondo per portare la stabilità nella nostra regione, con una soluzione complessiva e giusta». Nomina più volte Israele per accusare «la potenza occupante di continuare con la sua strategia coloniale, attraverso la confisca e l'annessione di terre per creare dei fatti compiuti che alla fine ridurranno le speranze di un accordo che preveda due Stati». Non è la prima volta che Zahar parla della possibilità di una convivenza tra due Stati, riconoscendo così implicitamente l'esistenza di Israele. Due giorni fa, in un'intervista all'agenzia di stampa cinese, aveva detto di essere pronto ad accettare «temporaneamente» l'ipotesi, ma di sognare il giorno in cui potrà appendere sulla parete di casa una carta geografica dove lo Stato ebraico non compaia più. Anche la lettera a Kofi Annan è stata interpretata come un primo passo verso il riconoscimento di Israele, che viene reclamato da Europa e America. Ma dal ministero degli Esteri a Ramallah hanno smentito: «Zahar non ha parlato del diritto all'esistenza di Israele e neppure lo ha suggerito».
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Corriere della Sera