Il Tempo del 20 marzo 2006 dedica un articolo alle posizioni antisraeliane del quotidiano di Rifondazione Comunista Liberazione.
Aggiungiamo soltanto che quei sei detenuti del carcere di Gerico avevano assassinato il ministro in carica del turismo di Israele, e che Hamas aveva detto che detti detenuti sarebbero stati scarcerati. I responsabili americani ed inglesi che monitoravano l' effettivo incarceramento dei detenuti, la mattina precedente alla loro cattura da parte dell'' IDF, avevano abbandonato il carcere temendo per la proprio incolumita', senza nesso con l' operazione, decisa dall' IDF successivamente al loro abbandono.
Liberazione, il quotidiano di Rifondazione comunista, chiede all’Unione europea di rompere con Israele, la più scellerata delle nazioni. Basta, dice l'organ house della sinistra preistorica, sollevando la clava nell’aria come Fred Flinstone quando perde la calma. Adesso la misura è colma: dopo il proditorio "attacco al carcere di Gerico", fortemente biasimato da Rossana Rossanda e da altri protagonisti del nostro tempo della sua statura e calibro, anche l’Europa (come l’Iran e altre nazioni guida) non deve più "intrattenere relazioni economiche e diplomatiche con Gerusalemme". Oltretutto, s’indigna il giornale che crede ancora nel sabato comunista e nei piani quinquennali, stavolta "non c'era nemmeno la scusa d’un attentato". Gli attentati, per Liberazione e per gli altri alleati di Romano Prodi che portano con orgoglio un anello al naso, sono infatti delle "scuse". Con la ridicola scusa che un kamikaze, poniamo, ha fatto saltare un ristorante seppellendo intere famiglie sotto i calcinacci, l'esercito israeliano è solito lanciare le sue infami rappresaglie ai danni dei nobili guerriglieri palestinesi. Ma stavolta non c’era nessuna "scusa": Israele ha colpito così, per noia, tra due sbadigli. È per questo che Liberazione, a un mese dalle elezioni e nella convinzione (chissà) di fare un favore al leader della coalizione di centrosinistra, invita tutte le nazioni europee a "rompere" immediatamente con l'"entità sionista". Bisognerebbe, con l’occasione, negarle anche il diritto all’esistenza, come proponeva quel coraggioso candidato trotzkista, Marco Ferrando, prima d’essere giubilato da Fausto Bertinotti (foto) (fortuna che almeno Mahmoud Ahmadinejad, il presidente iraniano, tiene duro e arricchisce l'uranio). Si parla tanto di modernizzazione. Modernizzazione di qua e modernizzazione di là. Allora modernizziamoci, una volta per tutte, adottando anche noi la strategia antimperialista che ispira le satrapie islamiche (e islamiste) che governano la regione intorno a Israele con evidente vantaggio di quei popoli così felici e così fortunati.
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