Leggo di martedì 21 marzo 2006 pubblica a pagina 5 nella sezione attualità un articolo di Rosanna Greco dal titolo che spicca su un giornale che abitualmente articoli su Israele a carattere di cronaca o di carattere scientifico-culturale: "Lei ebrea, lui arabo Cupido si ferma al posto di blocco"
Sono sposati, si amano, ma la legge li costringe a vivere a 20 km di distanza tra blitz della polizia e posti di blocco. Lei è israeliana, ebrea e fa la ballerina, lui palestinese, musulmano e scultore. Per uscire dal labirinto resta solo l'appello alla Corte Suprema israeliana.
Yasmin e Osama, entrambi 26 anni, si sono sposati a Cipro con rito civile. Lei vive a Gerusalemme e il marito, residente a Ramallah, Cisgiordania, non può raggiungerla perché, avendo meno di 35 anni, in Israele è considerato un potenziale pericolo. Né la donna può trasferirsi a Ramallah: il comandante militare israeliano in Cisgiordania ha infatti vietato ai suoi concittadini di entrare nelle città palestinesi. "A quanto pare potremo mettere su casa solo a Marte", ha detto Yasmin al quotidiano "Maariv".
Su City, invece, a pagina 22 nella sezione "roma da vivere" la redazione riporta un articolo dal titolo: "Un amore sotterraneo a Tel Aviv. Esistenze in bilico in Love's Kamikaze" su uno spettacolo chiramente ispirato alla propaganda antisraeliana.
Da stasera, per soli sei giorni (fino a domenica), andrà in scena al Teatro Eliseo Love's Kamikaze di Mario Moretti, diretto da Claudio Boccaccini e interpretato da Francesco Siciliano e Valentina Chico. Un tema di grande attualità quale il conflitto israeliano-palestinese sarà portato in scena attraverso la storia di due giovani raprpesentanti dei due popoli, che nel sottosuolo dell'Hotel Hilton di Tel Aviv, si amano cercando di dimenticare la guerra e allo stesso tempo si confrontano e discutono sulle due civiltà e sulle motivazioni che le animano. Dichiara il regista: "La storia d'amore tra Naomi, ebrea, e Abdel, palestinese, oggi, a Tel Aviv, ha più chiavi di lettura. Quella che sembra la più imperiosa, data la stretta, tragica attualità del momento, non è la più evidente. Emergono altri temi, altrettanto urgenti: la difficoltà di una vita in bilico, di un domani imperscrutabile, di un muro sempre più minaccioso che ci associa al pensiero di altri muri, ma anche, e soprattutto, l'impossibilità di amarsi limipidamente, come è nel diritto di ogni essere umano". Il testo ha vinto il Premio Nazionale "luigi Antonelli - Castilenti", 15° edizione di Teatro 2003.
Teatro Eliseo. Via Nazionale, 183. Tel. 06-48872222.
Altrettanto sintomatico di come l'informazione può essere data in maniera molto diversa, sono due articolli su cioè, Gheddafi . In uno è presentato come una vittima impotente delle violenze del suo stesso popolo, mentre nell'atro dove riportando fedelmente le parole del dittatore libico, lo si dipinge per quello che è: un ricattatore che minaccia il nostro Paese.
Ecco il primo, dal titolo: "Gheddafi "preoccupato" per l'Italia".Da pagina 5 di Metro
"Altre Bengasi o attentati in Italia? E' da aspettarselo, purtroppo. Lo afferma Muammar Gheddafi in un'intervista esclusiva a Sky Tg24. Sulle relazioni diplomatiche con Roma Gheddafi è chiaro: "Una volta che avverrà il risarcimento concordato si girerà pagina". E aggiunge: "Non vogliamo ostilità con l'Italia". (adnkronos)
L'altro da pagina 9 di City ha per titolo: "Gheddafi minaccia: l'autostrada o l'Italia a rischio"
ROMA - Se l'Italia non costruirà l'autostrada tra Tunisia ed Egitto che la Libia chiede, potrebbero esserci nuove proteste anti-italiane in Libia o addirittura attentati in Italia. Lo ha detto il leader libico Muammar Gheddafi.
Il leader della Jamahiriya ha lanciato il monito in un'intervista a SkyTg24. In una dichiarazione rilasciata dopo la diffusione dell'intervista, il ministro degli Esteri italiano Gianfranco Fini ha risposto che "le intimidazioni e le minacce nemmeno troppo velate di Gheddafi non ci spaventano". Lo scorso 17 febbraio, proteste contro il consolato italiano a Bengasi sono costate la vita a 11 persone. "I libici -ha detto Gheddafi - esprimono quello che hanno nel cuore. I servizi di sicurezza hanno esagerato nella protezione del consolato italiano". "Non vogliamo ostilità con l'Italia - ha affermato - ma la distensione nelle relazioni diplomatiche tra i due Paesi è legata al risarcimento per l'occupazione coloniale italiana". La principale richiesta è la realizzazione dell'autostrada: costa tre miliardi di euro. Infine, il colonnello ha assicurato che Tripoli collaborerà "con qualsiasi governo italiano" (Agi, Reuters)
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