Un lancio ADNKRONOS. 12 docenti dell'Università di Firenze esprimono solidarietà agli studenti che impedirono di parlare all'Ambasciatore di Israele Ehud Gol.
Docenti universitari che esprimono solidarietà a un'azione contro la libertà di espressione sono un'eloquente dimostrazione delle condizioni dell'Università italiana.
Evidentemente non molto diverse, in quanto a rispetto per le idee altrui e a coraggio intellettuale e morale, da quelle che la caratterizzavano sotto il fascismo, quando gli ebrei ne vennero cacciati per la prima volta.
Ecco il testo:
Firenze, 11 mar. (Adnkronos) - Un gruppo di dodici docenti delle facoltà di Giurisprudenza e Scienze politiche dell'università di Firenze ha firmato una lettera aperta che critica il processo contro gli studenti che, nel febbraio del 2005, interruppero con fischi e slogan l'intervento dell'ambasciatore israeliano Ehud Gol durante un incontro al polo universitario di Novoli. Martedì mattina prossimo quei ragazzi saranno in tribunale per rispondere di disturbo e inosservanza dei provvedimenti dell'autorità di polizia. La notizia è stata pubblicata oggi sull'edizione fiorentina del quotidiano 'La Repubblica'. I dodici professori universitari, tra cui l'ex preside di Scienze politiche, Paolo Giovannini, hanno firmato una lettera aperta in c ui criticano l'iniziativa di invitare «un ambasciatore direttamente coinvolto nelle scelte politiche del governo Sharon e notoriamente schierato su posizioni di un sionismo intransigente». Nella lettera si legge ancora: «per quanto si voglia giudicare con severità la reazione di una parte degli studenti che hanno impedito all'ambasciatore Gol di parlare -scrivono i dodici professori- resta il fatto che la loro reazione è stata una manifestazione di dissenso politico nei confronti di una iniziativa sbagliata e ritenuta provocatoria». I docenti concludono il loro appello sottolineando il rischio che l'iniziativa della Procura fiorentina potrebbe apparire come un «tentativo di criminalizzare l'opposizione politica degli studenti».
Un articolo sullo stesso argomento da La NAZIONE, che scorrettamente riporta solo l'autodifesa degli autori dell'aggressione e le opinione dei docenti che hanno loro espresso solidarietà
Era il 22 febbraio scorso quando, durante un incontro pubblico all’Università su ‘Prospettive di pace in Medioriente’, alcuni studenti contestarono l’ambasciatore israeliano Ehud Gol sventolando bandiere palestinesi. A un anno di distanza, dieci ragazzi — sette del collettivo di ‘Scienze Politiche’ e tre di ‘Studenti di Sinistra’ — martedì affronteranno la prima udienza del processo che li vede imputati di inosservanza dell’ordine di autorità di polizia di abbandonare l’aula e di disturbo di pubblica conferenza. «Due reati che attengono più al metodo che al merito. E che con la loro lievità contraddicono le forti polemiche scaturite in seguito alla vicenda», ha detto Bernardo, uno dei ragazzi del colle ttivo indagati, ricordando che «l’azione fu pacifica e tesa a ribadire il nostro sostegno al popolo palestinese». Forti della solidarietà di alcuni docenti (dodici), soprattutto della facoltà di Giurisprudenza ma non solo, che in una lettera aperta dal titolo ‘Un’iniziativa sbagliata’ hanno voluto dare il loro appoggio agli imputati, gli studenti si definiscono «sereni». «Andremo al processo — prosegue Bernardo — per difendere il diritto al dissenso all’interno dell’Università e per evitare che si creino precedenti pericolosi». Intanto, per lunedì è stato organizzato un pranzo sociale al Polo di Novoli per sensibilizzare gli studenti, mentre martedì alle 11,30 in piazza San Firenze si svolgerà un presidio in concomitanza col processo. «E’ la prima volta che in questa città degli studenti finiscono in tribunale per attività svolta all’interno dell’Università — ha concluso Bernardo —. E il fatto che il rettore Marinelli, presente quella mattina, sia stato scelto come test imone dell’accusa, ci fa pensare a un processo voluto da una certa sinistra contro quella ritenuta ‘scomoda’».
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