Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Nella sinistra italiana il diritto all'esistenza di Israele non é ancora pienamente riconosciuto l'analisi di Dimitri Buffa
Testata: Autore: Dimitri Buffa Titolo: «La sinistra e gli ebrei»
Da La Padania di mercoledì 1 marzo 2006:
Il rapporto tra la sinistra e gli ebrei in Italia ha iniziato a incrinarsi definitivamente (dopo anni di alti e bassi che seguirono al cambio di diktat sovietici in seguito alla guerra dei sei giorni della primavera del 1967) subito dopo la gaffe di Durban dell¹agosto 2001 e ancora di più dopo l¹undici settembre . A Durban come è noto le ong terzo mondiste di mezzo mondo, comprese quelle sinistrorse italiane, cercarono di far votare un documento in cui il sionismo era equiparato al razzismo. Che sarebbe un po' come volere paragonare il socialismo italiano della prima ora con il fascismo. Il vero problema, come ha spesso ricordato l'analista Angelo Pezzana che con il sito "Informazionecorretta.com" monitora ogni giorno tutto quello che scrive la stampa italiana e internazionale su Israele e dintorni, è che finchè si tratta di stracciarsi le vesti per gli ebrei morti dell¹Olocausto, i vari Diliberto, Bertinotti, D'Alema e compagnia cantante, uno li trova sempre in prima fila pronti a deporre corone di fiori e a partecipare a dibattiti e convegni nelle scuole. Quando invece si tratta di prendere le parti di ebrei ancora vivi (magari abitanti dello stato ebraico per eccellenza, cioè Israele), ma che se continua così potrebbero non restarlo per molto grazie alle amorevoli cure del terrorismo islamico e dei suoi fiancheggiatori no global in mezzo mondo, allora il discorso cambia. Basta leggersi il "manifesto" o "liberazione" per rendersi conto di questo assunto. Ieri ad esempio il "Corriere", che pure aveva montato la polemica sulla manifestazione pro Hamas di due sabati orsono in cui i soliti teppisti di sinistra avevano bruciato le bandiere di Israele , riportava un'intervista molto illuminante a un agit prop di questo sedicente Forum Palestina, Stefano Chiarini. Un giornalista del "manifesto" che oramai vive solo di queste manifestazioni anti israeliane la prossima delle quali si svolgerà il 18 marzo. In queste manifestazioni il neutro cronista è sempre tra i primi a prendere la parola e a "denunciare i crimini²"dei vari Bush e Sharon, con toni molto meno ipocriti e diplomatici di quelli usati con il "Corriere". Ma a ben vedere esiste un termometro ancora più indicativo di questo ormai pessimo rapporto tra una grossa fetta della sinistra, che va da D'Alema al correntone di Salvi, per finire sulle sponde dei Comunisti italiani di Diliberto e su quelle del "manifesto" e gli ebrei italiani, ed è proprio il concetto dl diritto dello stato di Israele ad esistere. Concetto riconosciuto per lo più a parole ma mai nei fatti. Per loro il concetto è quello di appeasament caro ai nostalgici di Monaco 1938, ai Chamberlain che precipitarono il mondo nella seconda guerra mondiale. Se uno si difende dai terroristi magari uccidendoli allora diventa subito "un boia". Come Sharon per l¹appunto. E le scritte con falce e martello che indicano l'ex premier israeliano con questo epiteto riempiono i muri di Roma come quelli di Milano. Mentre sul carro dell¹antisemitsmo vecchio stampo i compagni sono subito pronti a saltare, ben consci che l¹argomento coinvolge più alcune cattive compagnie del centro destra, quando si tratta di usare un po¹ di onestà intellettuale sulla vera natura del conflitto arabo-israeliano nascono i problemi. E iniziano i distinguo. Come quello grottesco che ha coinvolto una giovane e inesperta (su dove il padrone di casa vuole che sia attaccato l'asino, ndr) giornalista del "manifesto" che nel numero della domenica successiva alla manifestazione aveva osato dare la notizia dei cori contro i caduti di Nassyria e del bruciamento delle bandiere con la stella di Davide. Invano difesa da Rossana Rossanda che si è ritrovata l'editoriale, che da anni ha un posto riservato in prima pagina, relegato alla pagina numero dieci, la povera Sara Menafra, nelle parole degli ingenerosi colleghi del "manifesto", è diventata, "ingenua e sprovveduta", "giovane che non segue il Medio Oriente" e via ipocriteggiando. Tutto per non dire che non si era attenuta alla linea editoriale che prevede la criminalizzazione di Israele sempre e ovunque. E comunque. Linea che in Europa viene seguita dalla europarlamentare indipendente eletta in Rifondazione, Luisa Morgantini, nota per essersi spesso fatta riprendere anche mentre partecipava direttamente all¹Intifada e alle sassaiole contro i soldati israeliani. Esattamente come un altro campione di questo giornalismo militante di sinistra anti israeliano, cioè l'ex inviato del TG 3 Fulvio Grimaldi, famoso per le proprie crociate ecologiste insieme al cagnolino che si portava dietro. E per delle ignobili videocassette di propaganda anti israeliana da lui stesso prodotte e distribuite. Una serie di personaggi al limite tra il folkloristico e il grottesco che però sono considerati dei maitre a penser nei centri sociali. Contro di loro una certa sinistra non ci si vuole scontrare, anzi li corteggia. Perché l¹odio contro Israele secondo loro è cosa diversa dall¹anti semitismo, anche se di fatto getta questi giovani tra le braccia degli ideologi islamo nazisti di Hamas, Hezbollah, Al Qaeda. D¹altronde Diliberto che tanto si lamenta, due anni fa aveva fatto tappezzare Roma di manifesti in cui era scritto "lo sto con Arafat" e non ha avuto pudore che le foto della sua stretta di mano con lo sceicco islamo nazista degli hizbullah, Hassan Nasrallah , circolasse per mezzo mondo. Lui di fatto sta con loro, non con lo stato d¹Israele. E guai se il povero ambasciatore Ehud Gol si azzarda a intervenire contro questo stato di cose. Allora i rappresentanti della sinistra di cui sopra insorgono immediatamente contro le "ingerenze diplomatiche di uno stato estero sull'Italia". Invece fare entrare un guerrigliero con pistola come era Arafat nel nostro Parlamento era una cosa normale. Questi i due pesi queste le due misure, dunque. Ma lor signori hanno sempre la risposta pronta, e si difendono dietro le teorie del complottismo anti americano e anti ebraico, comuni anche a buona parte della destra estremistica italiana. Che però è molto più marginale nella Cdl di quanto non lo siano loro nell'Unione. Per questo oggi gli ebrei di tutta Italia si fidano, a sinistra, a malapena di pochi moderati esponenti diessini, praticamente solo Fassino e Veltroni e del giornalista Furio Colombo, il quale, oltre ad essere ebreo è sempre stato un difensore della causa di Israele fino da quando era giornalista dell¹ Europeo gestione Vittorio Feltri. Diverso il discorso nella Margherita che vanta tanti amici di Israele, anche se poi quando si tratta di fare i conti con gli alleati di coalizione si chiude sempre volentieri un occhio. Tutti costoro restano però delle mere foglie di fico, come è una foglia i fico il partecipare ogni 27 gennaio alla giornata della memoria della Shoà. In fondo piangere sugli ebrei morti non costa niente nemmeno a Diliberto e Marco Rizzo. E' sull'aiuto da dare a quelli ancora oggi ostinatamente vivi che casca l'asino. E ormai anche il politically correct che ha sempre caratterizzato la gestione politica delle comunità ebraiche ha fatto il suo tempo. A la guerre comme a la guerre. Almeno prima di trasformare le periferie italiane nelle banlieu parigine dove la caccia all¹ebreo è diventato il passatempo preferito degli immigrati islamici che agiscono coperti dalla simpatia antisemita di tanti cittadini francesi pronti ad andare in piazza sempre e solo per una "Palestina libera" e magari pure "rossa".
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