Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Dall'Unione un pericolo per la politica estera Romano Prodi non può fornire garanzie sui rapporti tra Italia e Israele
Testata: Corriere della Sera Data: 27 febbraio 2006 Pagina: 11 Autore: Gianna Fregonara Titolo: «Reibman boccia D'Alema alla Farnesina Loewenthal: giusto. Foa: Prodi il problema»
Da pagina 11 del CORRIEREdella SERA di lunedì 27 febbraio 2006:
ROMA — A lanciare il sasso nel dibattito aperto su Medioriente e campagna elettorale italiana è il portavoce della comunità ebraica di Milano Yasha Reibman: «Un D'Alema agli Esteri ci preoccupa — titola una sua intervista il Giornale —. Non ha perso occasione per attaccare i governi israeliani». Con queste dichiarazioni si esce dallo scontro sulle tesi del Pdci di Oliviero Diliberto e su certe scelte di Rifondazione comunista e il caso arriva a investire i leader del centrosinistra, iDs in particolare. Come Reibman la pensa la scrittrice liberal torinese Elena Loewenthal. Considera «spiacevole» l'ipotesi di un D'Alema alla Farnesina e apprezza il metodo di Reibman che giudica i politici a seconda del loro atteggiamento verso Israele: «Sappiamo che la maggior parte dei politici danno per scontata la legittimità di Israele. E tuttavia è ancora diffuso l'equivoco della seconda parte del ragionamento, che recita così: "Se però Israele non esistesse, non ci sarebbero questi problemi". D'Alema è uno di quelli che sono ambigui su questi temi, contrariamente a Fassino». A difendere il presidente dei Ds è Emanuele Fiano, consigliere a Milano e dirigente della Quercia, oltre che segretario dell'associazione «Sinistra per Israele»: «Non nego che ci siano anche diversità di vedute con D'Alema, ma credo che sia una persona seria, che più volte ha garantito i diritti di Israele. Diffido di più di chi candida qualche negazionista... E poi l'Ulivo è anche Prodi, Rutelli e Fassino». E a Reibman risponde in modo duro: «Partire dalle bandiere bruciate per dare l'ostracismo a D'Alema è un errore anche per la comunità ebraica». Vanno ben oltre il giudizio di Reibman invece sia Renzo Foa, ex direttore dell'Unità e oggi editorialista del Giornale, siaAngelo Pezzana: «Il problema è Prodi — spiega Foa —: qualunque governo di centrosinistra, a prescindere dal suo ministro degli Esteri, avrebbe una politica negativa nei confronti di Israele. E anche chi come Rutelli è più aperto alla fine direbbe: "Non posso far nulla, scusate, con questa coalizione"». Pezzana annuncia che per questo, «turandosi il naso», voterà centrodestra: «Prodi a Bruxelles ha tenuto un atteggiamento molto preoccupante su Israele. Fassino non la pensa così? Non si sa se parla a titolo personale o se è il segretario dei Ds». L'ex sottosegretario agli Esteri Umberto Ranieri difende invece il suo partito: «Non ci sono due linee nei Ds, come sa anche l'ambasciatore Gol, e la difesa del diritto di Israele a vivere in pace e senza terrorismo è condivisa da tutti». A pensare che il problema non sono i Ds ma la coalizione è anche il socialista Gianni De Michelis: «Non vedo come Prodi possa dare garanzie su Israele con la coalizione che si ritrova». Ma l'ex ministro degli Esteri considera «ipocrita incolpare D'Alema», e a Reibman, già consigliere regionale radicale, chiede se ha sbagliato schieramento, se si sente a disagio quando «Pannella si dichiara un giapponese di Prodi».
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