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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa č la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non č mai stata terra araba e non sarą mai loro.



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Nassirya e la bandiera di Israele

“Non esiste orchestra senza direttore”.  Le dichiarazioni diramate dagli organizzatori/patroni di quello che oserei definire uno degli atti di arroganza piś spudorati, dopo la promulgazione delle leggi razziali nel periodo fascista,  mi fanno pensare ad un gioco sporco.  Č da ritenersi immorale, il fatto che siano stati scanditi slogan irripetibibili sulla nefasta vicenda di Nassirya e che una Bandiera dello Stato di Israele sia stata data alle fiamme. Č senza dubbio  incivile che aberrazioni del genere siano accadute. Si danno da fare per cercare di trovare una scappatoia, adesso che hanno dimostrato di essere pseudo-intellettuali ferneticanti. Si definiscono rivoluzionari senza conoscere il concetto di progresso ideologico, sfruttano il fascino oscuro della violenza per farsi rispettare ed ingrossare i loro ranghi. Giį il fatto che una manifestazione di tal genere sia stata indetta per solidarietį nei confronti della “nuova Palestina-Hamastan” la dice lunga sulla loro lunghezza d“onda. A quando una manifestazione pro AlQaida? Quando proporranno Bin Laden, Al Zarqawi o Shallah per il conferimento del Nobel?  Hanno voluto festeggiare la “vittoria della democrazia e la determinazione dei palestinesi nell“ appoggiare la fermezza politica e sociale di hamas” e non si sono neppure presi la briga (oserei dire che non hanno voluto) di andare a vedere quanti palestinesi sono morti o rimasti feriti durante episodi di violenza nello svolgimento della campagna elettorale.  Di quale fermezza politica vanno poi parlando? Di quella che da decenni altro non č stata che pura e semplice intransigenza e rifiuto al dialogo a favore della lotta armata terrorista che ha causato migliaia di morti e di feriti? Quale fermezza sociale? Quella tendente a formazione di uno stato teocratico basato sulla sharia (he he, qui vi voglio)?  Ve lo posso dire io cosa hanno festeggiato, con questa manifestazione: la posa dell“ennesima pietra di un muro d“ odio nei confronti della civiltį occidentale, civiltį nella quale lo  Stato di Israele ricopre tuttora il ruolo di prima linea e civiltį dalla quale pretendono esclusivamente di avere e non dare. Ai direttori di questa orchestra posso dire solo questo: l“ unica cosa che al popolo palestinese puó giovare, č investire il costo delle armi e pallottole in alberi e impianti idraulici, č senza dubbio un“ ottimo investimento,  soprattutto per le generazioni future.      

 

 

 

Saluti

 

Paolo Scanferla

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