Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Verso l'amaro risveglio del mondo cattolico dall'illusione di poter "dialogare" con il fondamentalismo islamico
Testata: Famiglia Cristiana Data: 23 febbraio 2006 Pagina: 9 Autore: Beppe del Colle Titolo: «Occidente e Islam. La doppia tragedia»
Famiglia Cristiana pubblica, nel numero 9, un editoriale di Beppe Del Colle intitolato “Occidente e Islam. La doppia tragedia”. Il giornalista analizza la situazione di forte tensione e di violenze che non accennano a placarsi dopo la pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto e riprende alcuni concetti, in parte condivisibili, già esposti in un precedente articolo apparso sul settimanale cattolico due settimane fa. Tuttavia dalla lettura di questo articolo sorge un interrogativo: l’attenzione e la preoccupazione con la quale - da qualche tempo - il mondo cattolico guarda allo “scontro di civiltà” , alla “cultura dell’odio” e “a chi vuole imporre l’islam a tutto il mondo”non saranno determinate dal fatto che ci si è resi conto che questo violento attacco alla cultura occidentale, liberale e democratica, non risparmia nessuno, nemmeno i cristiani? E che l’atteggiamento di “appeasement” a lungo coltivato dalla Chiesa nei confronti del mondo arabo non ha risparmiato la vita di Don Andrea Santoro ? E’ una riflessione alla quale invitiamo tutti i lettori.
Le notizie si rincorrono, si surriscaldano e si raffreddano, scivolando nell’incredibile e/o nel ridicolo, ma sullo sfondo resta una tragedia. Muoiono a Bengasi 11 cittadini libici sotto il fuoco della polizia intervenuta per evitare che una folla inferocita desse l’assalto al Consolato italiano. Il giorno dopo, in Nigeria, 16 cristiani vengono uccisi e 11 chiese cattoliche sono incendiate. Sia in Libia sia in Nigeria e altrove la causa scatenante dei massacri è la sporca dozzina di vignette "sataniche" contro Maometto pubblicate il 30 settembre dello scorso anno da un giornale danese: una sciocca provocazione nel momento peggiore da secoli dei rapporti fra l’Occidente e il mondo arabo-islamico. Nel caso di Bengasi, quella provocazione ha ricevuto mercoledì 15 febbraio nuova linfa dall’esibizione della maglietta con le vignette da parte di un ministro italiano (adesso tardivamente ex ministro) al Dopo Tg1 della Rai, familiare ai telespettatori libici. Sempre a Bengasi, la notte dopo gli incidenti davanti al nostro Consolato, viene appiccato il fuoco al portone della chiesa cattolica di Maria Immacolata, ma sia il vescovo di Tripoli, Giovanni Martinelli, sia il nunzio apostolico sottolineano che nel Paese i rapporti interreligiosi "sono sempre stati buoni"; e anzi monsignor Martinelli aggiunge: <l’atto irresponsabile del ministro Calderoli l’intero Governo deve presentare le scuse ufficiali al popolo libico>>. Questo valga come risposta "cristiana" ai fatti: una risposta di "ragion pratica" (non aggravare in nessun modo sul piano diplomatico una situazione già difficile) e di "ragion pura" (il cristianesimo è religione di pace e di amore, non di guerra e di odio). Ma l’esempio vale anche come risposta "laica" di un Paese come il nostro, che non ha la minima ragione per farsi nemici gli altri popoli che si affacciano sul Mediterraneo e con i quali (con la Libia in particolare) abbiamo rapporti storici di colonialismo e rapporti recenti di scambi commerciali. E l’incontro di Fini con gli ambasciatori di quei Paesi la dice lunga. Ma la dice lunga anche la pantomima preelettorale nella Cdl, dove la Lega strepita per le critiche degli alleati a Calderoli e lancia l’idea di magliette con la scritta: "Orgoglioso di essere cristiano". Sullo sfondo, dicevamo, resta una tragedia. È quella insita nel fondamentalismo islamico, in grado di eccitare proteste popolari – con o anche senza il consenso dei Governi, che talvolta ne escono indeboliti – e di suscitare volontarismi suicidi di "martiri" nel nome di Allah, tante volte denunciati da testimoni coraggiosi come il giornalista egiziano Magdi Allam, attuale vicedirettore del Corriere della Sera. Egli è stato fra i primi a chiedere le dimissioni del ministro Calderoli, ma il giorno dopo (domenica 19 febbraio) ha fornito prove inoppugnabili delle "bestemmie" grafiche con cui i movimenti terroristici dell’islam profanano il Corano, illustrandolo nei loro logos ufficiali circondato da kalashnikov, spade e combattenti in kefiah. E il giorno dopo ancora ha insistito: <>. Davanti a questa cultura dell’odio la tragedia dell’Occidente cristiano è che non sa scegliere fra altisonanti richiami alle Crociate e generici inviti al "dialogo" senza sapere bene con chi (Al Qaida?) e su che cosa (un compromesso con chi vuole imporre l’islam a tutto il mondo?), visto che diminuiscono i Paesi musulmani a guida "moderata" e che la sola idea di una guerra "riparatrice" mette i brividi. Il sacrificio di don Andrea Santoro a Trebisonda ci aiuti a trovare la strada, nelle tenebre.
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