Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Ci si mettono adesso gli architetti inglesi e l'Ansa informa correttamente
Testata: ANSA Data: 11 febbraio 2006 Pagina: 1 Autore: la redazione Titolo: «Architetti GB boicottano Israele»
Le notizie sono due. La prima, che gli architetti inglesi guidati da Norman Forster hanno deciso di boicottare Israele. La seconda, che l'ANSA riporta la notizia correttamente, il che, per l'Ansa, non è poco. Le registriamo entrambe per i nostri lettori.
MO: ARCHITETTI GB PENSANO A BOICOTTAGGIO ISRAELE / ANSA LO RIVELA 'INDEPENDENT', PROTESTA CONTRO INSEDIAMENTI E MURO (ANSA) - LONDRA, 10 FEB - Un gruppo di architetti britannici di primo piano, tra cui Norman Foster, sta prendendo in considerazione un boicottaggio dell'intero settore dell'edilizia in Israele per protestare contro la politica degli insediamenti e la costruzione del muro di separazione dai Territori. Lo scrive oggi il quotidiano britannico Independent. 'Architetti e urbanisti per la giustizia in Palestina', questo il nome del gruppo, di cui fa parte anche il noto critico di architettura Charles Jenckes, si e' riunito in segreto nello studio londinese di Lord Foster, scrive il giornale. I circa 60 partecipanti all'incontro si sono espressi contro ''l'annessione illegale di terra palestinese'' e contro la barriera di cemento in Cisgiordania e a Gerusalemme. Secondo l'Independent, il gruppo ha detto che architetti, urbanisti e ingegneri che lavorano in progetti israeliani nei Territori sono ''complici dell'oppressione sociale, politica ed economica'' e ''violano il loro codice etico professionale''. ''Pianificazione, architettura e altre attivita' della costruzione vengono usate per promuovere un sistema di apartheid e controllo dell'ambiente'', e' stato osservato nella riunione, dove e' stato ipotizzato un boicottaggio di materiali per l'edilizia prodotti in Israele, architetti israeliani e aziende edili di quel Paese, mentre qualcuno si e' spinto a pensare all'espulsione di architetti israeliani dall'Unione internazionale della categoria. Un portavoce dell'ambasciata israeliana ha detto all'Independent che ''chiunque sia a favore di una soluzione giusta dovrebbe evitare ogni tipo di boicottaggio. Serve solo a mettere altri ostacoli sulla strada della riconciliazione nella nostra regione. Se queste persone hanno a cuore la causa palestinese dovrebbero aiutare a costruire ponti, non a distruggere''. Critico anche Ofer Kolker, un architetto israeliano formatosi a Londra, per il quale l'iniziativa colpirebbe un gruppo di persone, anche chi non lavora nei Territori. ''Ma cosa boicotteranno? - ha poi aggiunto - gli architetti britannici non hanno mai cooperato con i colleghi israeliani, hanno sempre preferito gli arabi''. La notizie giunge dopo che qualche giorno fa, la Chiesa anglicana ha deciso di ritirare i propri investimenti da quelle aziende che traggono profitti dall'occupazione israeliana, in particolare la Caterpillar, che costruisce le ruspe usate per abbattere le case degli arabi. Jenckes ha dichiarato all'Independent che ''si arriva a un punto in cui un architetto non puo' restare seduto sulla staccionata a guardare. Non ribellarsi vorrebbe dire essere complici''. Per il critico, la barriera e' una cosa ''contorta, folle, insana, che divide, da ubriachi''. ''Capisco che la sicurezza sia un problema per Israele, che deve proteggersi. Ma non e' questo il modo. E' una misura estremista, che fomenta l'estremismo, incarcerando e sottoponendo a intimidazioni i palestinesi'', ha aggiunto. D'accordo anche George Ferguson, ex presidente del Royal Institute of British Architects, che non era alla riunione allo studio Foster, ma per il quale ''e' giusto che gli architetti non prendano parte nella costruzione di comunita' e strutture che dividono le persone''. (ANSA).
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