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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
29.01.2006 Che errore corteggiare Hamas
l'analisi dai Magdi Allam

Testata: Corriere della Sera
Data: 29 gennaio 2006
Pagina: 1
Autore: Magdi Allam
Titolo: «Corteggiare Hamas: che errore»

Corteggiare Hamas che errore, è il titolo dell'editoriale di Magdi Allam, pubblicato oggi sul CORRIERE della SERA. Un consiglio che non segue Barbara Spinelli sulla STAMPA di oggi che scrive tutto il contrario. lo critichiamo in una pagina a parte sempre alla data di oggi 29.1.2006

Ecco il testo di Magdi Allam:

L'Occidente vuole veramente sconfiggere il terrorismo globalizzato di matrice islamica e affermare la democrazia nei Paesi musulmani? Cosa pensate voi del fatto che l'Occidente prima mette al bando Hamas quale organizzazione terroristica, poi lo incoraggia a partecipare alle elezioni palestinesi, infine — dopo la sua vittoria — si dice pronto a elevarlo a interlocutore politico se rinuncerà all'obiettivo dichiarato di distruggere Israele? In politichese si direbbe che è un atteggiamento contraddittorioPerché di fatto, grazie all'Occidente, Hamas è già stato legittimato pur non avendo rinunciato al terrorismo. Per me l'Occidente pecca dello stesso egoismo ipocrita e della miopia strategica che in passato lo portò a sostenere i regimi dittatoriali purché filo occidentali, mentre oggi lo induce a promuovere gli integralisti islamici nel convincimento che rappresentino un argine in grado di isolare e contribuire alla disfatta del terrorismo di Osama Bin Laden. In entrambi i casi l'Occidente si è fatto beffe dell'aspirazione dei popoli musulmani alla vita, alla libertà, a un'autentica democrazia.
Caro Bush, ha forse fatto la guerra in Afghanistan e in Iraq per sottomettere il Medio Oriente al potere dei Fratelli musulmani? Per i musulmani di tutto il mondo si tratta di un regalo avvelenato. Per Israele e la prospettiva di pace è un pericoloso salto nel buio. I musulmani sono i primi a sapere, avendolo provato sulla propria pelle, che Bin Laden e i Fratelli musulmani sono due facce della stessa medaglia. Il primo taglia direttamente le teste dei nemici; i secondi preferiscono sottomettere le teste altrui alla propria mercé tramite il lavaggio di cervello. Ma entrambi condividono la medesima cultura dell'odio e della morte contro tutti coloro che non sono a loro immagine e somiglianza.
Quale pensate sia il messaggio che l'Occidente invia ai terroristi nel momento in cui è pronto a condonare a Hamas il migliaio di vittime israeliane cadute negli attentati suicidi? Direi di estrema debolezza, un esplicito incitamento a proseguire nella strategia del terrore fino a imporre la resa totale. A questo punto è lecito sospettare che se Bin Laden dovesse anche lui promuovere una «Lista per il rinnovamento e il risanamento» in Arabia Saudita e se, come è possibile, dovesse vincere le elezioni, l'Occidente gli condonerebbe i suoi crimini e lo nobiliterebbe a protagonista politico.
Questo Occidente sta trattando con l'Iran di Ahmadinejad che vuole la bomba atomica e dice di voler distruggere Israele. Ha tifato Hamas e ora auspica la sua redenzione politica. Siamo a un passo dalla resa di una Monaco mediorientale. Si fa finta di non comprendere che il crimine è già stato commesso, perché sono già legittimamente al potere dei terroristi nazi islamici che perseguono l'annientamento di uno Stato riconosciuto dalla comunità internazionale.
Quest'Occidente, seppur tardivamente, sanziona al proprio interno l'apologia di terrorismo come reato penale perché ha compreso che è parte integrante di un processo che sfocia nell'attentato. Eppure se l'apologia di terrorismo riguarda l'eliminazione di Israele, l'Occidente lo derubrica. Sbagliano coloro che s'immaginano una possibile evoluzione pacifica di Hamas rievocando l'esperienza dell'Ira o dell'Eta. Perché loro non hanno mai ambito alla distruzione della Gran Bretagna e della Spagna. Ma allora che fare? Nessuna trattativa con Hamas, nessuna legittimazione dei terroristi che vogliono distruggere Israele e imporre la sharia ai palestinesi. Qual è l'alternativa? Individuare e sostenere veramente quegli interlocutori palestinesi, e ce ne sono, in grado di promuovere un modello di sviluppo e di civiltà compatibile con i valori fondanti della civiltà occidentale. Non facciamoci illusioni: corteggiando Hamas e i Fratelli musulmani otterremo tutt'al più il rinvio della resa dei conti con il terrorismo. Ma tra cinque o dieci anni l'Occidente rischia di trasformarsi nel fronte di prima linea della guerra mondiale del terrorismo di matrice islamica.

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