Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La massoneria ricorda la Shoah un articolo quanto mai opportuno di Dimitri Buffa
Testata: L'Opinione Data: 28 gennaio 2006 Pagina: 5 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «I massoni commemorano la Shoàh»
Dimitri Buffa scrive sull'OPINIONE di oggi 28.1.2006 un pezzo molto accurato su massoneria,leggi razziali, partendo dall'utilissimo libro di Franco Cuomo appena uscito.
Ecco il testo:
Chi erano i dieci scienziati italiani che firmarono ³Il manifesto della razza²? E, come mai esistono in Italia ancora delle vie intitolate ad alcuni di loro? Perché si dimentica e si rimuove per puro conformismo, che tra i 329 che lo firmarono ci sono fior di moralisti dell¹antifascismo militante, come Giorgio Bocca, che osano oggi essere polemici persino con chi come Giampaolo Pansa, mette in dubbio che la Resistenza fosse stata tutta senza macchia? Ha proprio ragione il Gran Maestro Gustavo Raffi del Grande Oriente d¹Italia, che ieri presentando l¹ottimo e documentatissimo libro di Franco Cuomo (³I dieci², Baldini e Castoldi editore, euro 14,50) ha detto che ³un popolo senza memoria è esattamente come un uomo senza memoria². Cioè un¹entità che avrà sempre grandi difficoltà di sopravvivenza. E in un paese che vorrebbe equiparare anche a fini pensionistici i repubblichini con i partigiani (quelli veri come Edgardo Sogno, mica i comunisti che facevano il terrorismo in azioni come quella di via Rasella, ndr), un po¹ di memoria in più non farebbe male a nessuno. Lode dunque alla Massoneria italiana che giovedì sera ha scelto proprio il libro di Cuomo per ricordare la Shoà di cui ieri si è commemorata la giornata della memoria. E non è un caso che i massoni abbiano un particolare occhio di riguardo contro la persecuzione del popolo di Israele essendo la loro organizzazione sempre stata accomunata a quest¹ultimo nella bieca propaganda fascista e nazista di ieri come di oggi. Tutti quelli che vedono il mondo ³sub speciem² del complotto non mancano mai di citare un massone accanto ad un ebreo. Persino i fanatici del fondamentalismo islamico (ma anche no global e cattolici, o islamici fondamentalisti o quanti nascondono il proprio antisemitismo dietro la foglia di fico del ³diritto di critica alla politica dello stato d¹Israele²) dei nostri giorni. E tanto per non perderla questa facoltà mnemonica, iniziamo ad elencare in ordine rigorosamente alfabetico i nomi dei dieci scienziati che non fecero onore al proprio nome: Lino Businco, Lidio Cipriani, Arturo Donaggio, Leone Franzi, Guido Landra, Nicola Pende, Marcello Ricci, Franco Savorgnan, Sabato Visco ed Edoardo Zavattari. E¹ bene che questi nomi, che oggi non dicono più niente a nessuno, vengano invece insegnati nei giorni della memoria a venire dei prossimi anni nelle scuole. Perché questi figuri non furono solo degli opportunisti come in Italia se ne trova sempre a bizzeffe, ma degli attivi persecutori, persone che ³elaborarono d¹intesa con il regime la sintesi dottrinaria del razzismo fascista². Qualcuno di loro ebbe persino contatti con i nazisti per scambiarsi idee antisemite. Viaggi pagati a Berlino dal regime compresi. Ultimamente è tornata in Italia una gran voglia di rimozione della realtà, e quasi ci si compiace di descrivere il fascismo come una dittatura tutto sommato mite, a paragone con lo stalinismo e il nazismo. Ebbene, secondo Franco Cuomo, questa mitezza è una leggenda metropolitana diffusa in maniera interessata. Perché alla fine in pochi giorni fu mandata allo sterminio una porzione pari a circa il 20% degli ebrei italiani, oltre settemila persone, la maggior parte delle quali provenienti da Roma. Né bisogna dimenticare che periodici come ³Civiltà cattolica² iniziarono a teorizzare la segregazione razziale svariati anni prima di quel maledetto 1938 in cui Mussolini si decise a varare le vergognose leggi sulla razza. Inoltre non dovrebbe sfuggire il fatto che quasi tutti i dieci scienziati di cui sopra erano anche persone che oggi chiameremmo ³baroni² nelle rispettive università e che il fascismo, nella cacciata degli ebrei da tutti gli atenei del Regno, precedette e di molto lo stesso nazismo. E perché negare una certa continuità tra il prima e dopo il ventennio quando si sono avuti casi come quello di Gaetano Azzariti che accettò di presiedere il Tribunale della razza e che in seguito diventò il primo presidente della Corte Costituzionale in Italia nel 1957? Per non parlare del caso di Nicola La Torre che dopo avere firmato il suddetto manifesto dei ³dieci² venne messo a presiedere il tribunale delle pseudo epurazioni del dopoguerra. Le polemiche sui fascisti rossi sono sempre state tenute sotto traccia, ma l¹Italia è piena di Bocca, di Scalfari, di Fo, di Ingrao che devono nascondere la vergogna per quello che commisero negli ultimi anni del ventennio dietro la propria gioventù irresponsabile. Un comodo paravento dietro il quale si sono potuti riciclare e in seguito diventare i ³soloni pontificatori² della prima e della seconda Repubblica. Questi dieci che firmarono per primi, e in parte redassero, il ³manifesto della razza² sono gli ³ingiusti d¹Italia² (così come quelli come Perlasca, anche se nella fattispecie fascisti, furono i ³giusti²), ma anche tutti quelli che li seguirono pedissequamente, per opportunismo, per lucrare una cattedra, per andare ad abitare nell¹appartamento prima di proprietà di un ebreo o per semplice paura e convenienza meritano di essere additati al pubblico ludibrio per nome e cognome. Perché quello che in Italia è vietato fare, per malinteso senso del ³politically correct², è girare il dito nella piaga. Bene, se c¹è una ulteriore cosa da apprezzare in questo libro tutto da leggere, presentato giovedì nella storica sede della Biblioteca del Grande Oriente d¹Italia al Vascello, è proprio l¹avere avuto il coraggio di infrangere questo stupido tabù dei nomi. E farebbero bene tanti giornalisti italiani, a chi chiedesse loro con domande ipocrite del tipo, ³ma che ti metti a fare i nomi?², a rispondere con un semplice e chiaro ³sì². I nomi si facciano, senza paura. Anche quello di padre Agostino Gemelli, che in seguito diverrà persino ³santo², o quello di Amintore Fanfani, padre costituente, con allegata dettagliata documentazione.
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