Due articoli, uno sul Corriere della Sera e uno su La Repubblica (ripreso dal New York Times) informano sulla televisione varata da Hamas. I responsabili dei programmi di questa centrale di propaganda tengono a presentarla come "moderata": non mostrerà, dicono, scene violente e non cercherà di coinvolgere i bambini palestinesi nelle azioni terroristiche suicide. I giornalisti avrebbero fatto bene a ricordare che Hamas indottrina i bambini predicando la bellezza del martirio, e anche che cosa sia quell'Al Manar (televisione di Hezbollah) cui la nuova emittente si ispira: un canale di diffusione di odio antisemita, condannato anche in Francia per questo motivo. Nonostante queste informazioni manchino e nonostante il tentativo di disinformazione da parte dei portavoce dell'emittente dagli articoli risulta evidente che la televisione di Hamas diffonderà propaganda e cercherà di favorire il perpetuarsi del conflitto. Ecco l'articolo del Corriere:
GERUSALEMME — Di par condicio, per il momento, non si parla proprio. Al-Aqsa tivù ha uno scopo dichiarato e statutario: tirare la volata ad Hamas alle prossime elezioni, almeno nella Striscia di Gaza. Quindi niente dibattiti, tavole rotonde, confronti, pignole ripartizioni di spazi, minuti, comizi, appelli: i programmi, ancora sperimentali e tutti registrati, puntano al trionfo di una sola fazione. Quella contraddistinta da una striscia di stoffa verde sulla fronte dei suoi militanti e dai passamontagna neri. Quella che non riconosce lo Stato di Israele. Quella che non vuole deporre le armi. Quella che buona parte del mondo occidentale ha catalogato tra le formazioni terroristiche da neutralizzare. Quella con cui l'Autorità Palestinese spera di non dover fare i conti tra una settimana, a scrutini conclusi.
Si è chiamata Al-Aqsa, in omaggio alla grande Moschea di Gerusalemme, il terzo luogo sacro ai musulmani nel mondo. Ma niente ha da spartire con le omonime brigate, braccio armato di Fatah, l'avversario elettorale a Gaza e, soprattutto, in Cisgiordania.
Tele-Hamas si paragona piuttosto ad Al Manara, lativù libanese fondata dagli Hezbollah a Beirut. E in qualcosa le assomiglia: gli spot marziali, i videoclip di canti di guerra, una naturale tendenza alla propaganda. Con qualche fondamentale differenza: meno risorse, meno giornalisti e una sede a tiro di missile israeliano. L'indirizzo degli studi di Al Aqsa tivù è un segreto capitale, che l'intelligence nemica si sta probabilmente ingegnando a scoprire. Le trasmissioni, attualmente visibili soltanto a Gaza, evitano di fornire indizi utili alla localizzazione dell'emittente. Senza contare che, in contrasto con la rude fama di Hamas, gli intrattenitori talvolta si travestono da volpi, conigli, orsi, cani e polli. Sì, perché la tivù degli irriducibili combattenti non trascura il mercato infantile.
Questa mattina, per esempio, debutta «Zio Hazim», islamica via di mezzo tra l'antico Febo Conti di «Chissà chi lo sa» e l'attuale Gerry Scotti (Michelle Hunziker ovviamente esclusa). Pedagogico, ma non pedante. Statura media, barba nera, occhi miti, Hazim Sharawi è già un beniamino dei bambini di Gaza, conquistati con spettacoli e festicciole organizzate all'«oratorio» della moschea. La sua fama si è consolidata con i programmi radiofonici per ragazzi che curava ai microfoni di Voice of Al-Aqsa,
la radio di Hamas centrata 18 mesi fa da tre siluri israeliani.
Hazim non avrebbe compiuto i suoi 27 anni se, quel giorno, avesse indugiato cinque minuti in più negli studi di registrazione. Ora, però, accantonata la carriera di geologo intrapresa all'Università Islamica di Gaza, Sharawi s'è dato un'altra missione: «Illustrerò ai ragazzi i diritti dei palestinesi nella storia — ha spiegato il conduttore al New York Times —. Mostrerò loro Nablus, Gaza, la Moschea
Al Aqsa, che è dagli israeliani, mentre dovrebbe essere nelle nostre mani».
Hazim nega di voler fare proseliti nei ranghi dei kamikaze: «Facciamo il possibile per non coinvolgere i bambini in queste azioni. Ma non possiamo illuderli di vivere in giardini incantati, quando la realtà esterna è l'opposto». Il palinsesto della televisione di Hamas, infatti, non se lo dimentica: «Il nostro scopo — ha spiegato il direttore di Al-Aqsa tivù, Fathi Hamad, candidato di Hamas alle prossime elezioni — è di diffondere la cultura islamica e una visione ideologica, scientifica, politica che sia abbinata allo spirito dell'Islam, oltre a diffondere informazione sui temi che più ci stanno a cuore». È quindi fuori dai confini di Gaza che Hamas punta a espandersi televisivamente, sull'esempio di Al Jazira, Al Arabiya
e, in particolare, Al Manara.
Ma per raggiungere lo scopo, deve prima raggiungere il satellite. Da una base extraterritoriale, come Dubai. Le ambizioni mediatiche coincidono con quelle politiche di Hamas che oltre a lanciarsi sul mercato televisivo privato mira a posizioni di governo, affrontando per la prima volta le elezioni.
La manovra preoccupa il vicinato: «Come Al Manara per gli Hezbollah, anche la tivù di Hamas è soltanto l'amplificatore di un'organizzazione terroristica — ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Mark Regev —. Si limiterà a sfornare la propaganda più odiosa».
Ecco quello pubblicato da La Repubblica
GAZA - Bambini è l´ora dello Zio Hazim! Hazim Sharawi, che ha il nome d´arte di Zio Hazim, è un signore tranquillo dagli occhi di cerbiatto, che ci sa fare molto con i bambini e che presto condurrà uno show televisivo per i piccoli di Gaza. Farà capriole indossando travestimenti animali di finta pelliccia e di dimensioni più grandi della realtà, per conto della nuovissima stazione televisiva della striscia di Gaza, che si chiama Al Aqsa Tv.
Niente a che vedere con Captain Kangaroo. L´emittente, che prende il nome dal terzo luogo più santo dell´Islam, è di proprietà di Hamas, il gruppo che ha contribuito a rendere gli attentati suicidi qualcosa di estremamente familiare. «La nostra televisione lancerà un suo messaggio, ma senza entrare nel merito dei tanks, delle armi, degli omicidi e del sangue» ha detto Sharawi, seduto nello studio televisivo nel quale produce il suo spettacolo. «Mostrerò loro i nostri diritti nel corso della storia» ha illustrato, «mostrerò loro che "questa è Nablus, questa è Gaza, e questa è la moschea di Al Aqsa, che appartiene agli israeliani, mentre dovrebbe essere in mano nostra"».
La nuova emittente tv rientra nella strategia del gruppo militante palestinese che punta ad espandere il proprio ruolo nella politica e nella società palestinese, un po´ come gli Hezbollah hanno fatto in Libano. La nuova tv ha iniziato le trasmissioni il 7 gennaio e Hamas sta lavorando a una versione su satellite che allargherebbe enormemente il suo raggio di ricezione, come la televisione Al Manar degli Hezbollah che è seguita in tutto il mondo arabo. «Il loro successo ci è di incoraggiamento» dice Fathi Hammad, direttore di Al Aqsa. E racconta che Hamas in un primo tempo aveva cercato di far sì che un´emittente già esistente accettasse di trasmetterne la programmazione, ma nessuna ha accettato. «Le emittenti arabe su satellite Al-Jazeera e Al-Arabiya hanno entrambe rifiutato. Anche Iraq e Arabia Saudita hanno respinto la nostra proposta».
L´attuale programmazione di 12 ore consiste essenzialmente di letture dal Corano, di dibattiti religiosi, di temi femminili come la moda islamica, consigli sull´allevamento dei figli e il diritto delle donne di lavorare, a cui Hamas è favorevole. Infine, la programmazione comprenderà anche una specie di Mtv islamica: Hamas produrrà video musicali utilizzando filmati di scontri armati del gruppo con i soldati israeliani. Ci sarà anche uno show incentrato sulla caccia al personaggio di talento. Senza alcun dubbio, però, la stella più brillante della stazione sarà Sharawi, il cui programma radiofonico per bambini è stato il più grande successo della Voce di Al Aqsa, la stazione radio di Hamas nata nel 2003.
Per come la descrive Sharawi, la sua trasmissione che avrà inizio tra qualche settimana insegnerà ai bambini i fondamenti della politica palestinese militante – il discusso status di Gerusalemme, i prigionieri palestinesi ancora rinchiusi nelle carceri israeliane, la richiesta dei profughi di avere il diritto di tornare nelle terre perdute a beneficio di Israele nella guerra del 1948 – senza tuttavia mostrare la violenza che comporta il fatto che Hamas voglia perseguire questi obiettivi.
Durante lo spettacolo lo Zio Hazim si alternerà agli animali in studio, si accetteranno telefonate in diretta dai bambini e si trasmetteranno videoclip registrate in esterno. Sharawi ha aggiunto che ravviverà il materiale serio e pedante con giochi divertenti, che includeranno la classica corsa con l´uovo nel cucchiaio, mangiare mele appese a un filo e il "tiro alla fune, che farà vedere ai bambini che quanto più si collabora con gli altri, tanto più si vince".
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