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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Rassegna Stampa
07.12.2005 L'agenzia di collocamento per terroristi
l'idea di Maurizio Blondet per garantire la "sicurezza di Israele"

Testata:
Autore: Maurizio Blondet
Titolo: «Smobilitare i terroristi palestinesi»
LA PADANIA di mercoledì 7 dicembre 2005 pubblica in prima pagina e apagina 10 un articolo di Maurizio Blondet intitolato "Palestina, smobilitare i terroristi e inventare per loro un altro mestiere".
Nel quale ci viene spiegato che i terroristi palestinesi non abbandonano le armi per un motivo cui ancora nessuno aveva pensato: non sanno fare altro che sparare, non potrebbero trovare altro "lavoro".
A sostegno di questa tesi Blondet porta tre esempi: l'Ira, che a suo dire ha potuto disarmare solo dopo il boom economico irladese, il Sudamerica, dove Farc, Tupac Amaru, Sendero Luminoso e altri gruppi rivoluzionari non si sono disciolti proprio perché i loro membri non hanno potuto fruire di uno sviluppo economico che li ricollocasse nel mercato del lavoro, e infine Al Qaeda, che diviene nella visione del giornalista una sorta di agenzia di collocamento per i mujaheddin della guerra afghana.

Credere che i terroristi di al Qaeda avrebbero rinunciato alla jihad contro l'Occidente se la Cia avesse loro offerto un posto in banca sembra a priori una colossale ingenuità.
Di fatto, poi, ci sembra che, ad esempio, Mohammed Atta e gli altri componenti del gruppo di attentatori dell'11 settembre non avessero certo problemi di collocazione sul mercato del lavoro.
I casi dell'Ira e dei gruppi sudamericani sono interessanti, perché, confrontati, provano quanto sia giusta la posizione di Israele, che continua a chiedere il disarmo dei gruppi terroristici.

Infatti, se da un lato l'Ira ha cessato le sue azioni terroristiche con l'inizio dei negoziati di pace (alcune stragi sono state compiute da gruppi frazionisti come la Real Ira), mentre il suo disarmo è stato infine chiesto dal governo britannico come condizione preliminare per giungere a un accordo definitivo, dall'altro Farc, Tupac Amaru e senderisti, pur essendo stati coinvolti in negoziati politici con i governi, e in alcuni casi avendo addiritura fatto eleggere loro deputati in Parlamento, non hanno di fatto mai abbandonato la "lotta armata", così che i paesi in cui operano sono tuttora scossi dal terrorismo e talora (la Colombia) dalla guerra civile.

Non potrebbe esserci dimostrazione più eloquente dell'errore insito nella politica di cooptazione delle organizzazioni terroristiche perseguita da Abu Mazen. E nella conclusione che Blondet dà al suo ragionamento:

Ecco perché è importante aiutare ora l'Autorità palestinese, anche se non ci è simpatica. L'Europa lo ha capito ed ha promesso aiuti. Ma è anche negli ineteressi di Israele se vuole davvero pace e sicurezza. Invece Israele crede che basti circondarsi da un muro per tenere fuori i terroristi, e che loro si arrangino. Sanno arrangiarsi anche troppo.
L'Anp va aiutata, certo, se decide di disarmare i terroristi. Se poi in un secondo tempo li volesse impiegare in lavori socialmente utili, niente da dire.
Intanto, però la sicurezza di Israele (e, aggiungiamo, quella della stessa Anp), che la barriera di sicurezza certo non garantisce, ma quanto meno incrementa molto, richiede che kalashnikov e corpetti esplosivi siano loro tolti di mano.

Blondet dovrebbe riconoscerlo, ragionando sugli esempi storici che lui stesso ha portato, sempre che la sicurezza di Israele gli interessi davvero e che il suo articolo non sia solo un pretesto per insinuare nel lettore dalla PADANIA, mediamente lontano da simili elucubrazioni, il sospetto che il terrorismo serva agli scopi di Israele.
Cosa che Blondet ha per altro scritto in altra sede (il giornale on-line effedieffe.com) sostenendo che senza una minaccia esterna Israele "stato artificiale" sarebbe in breve distrutto dalle sue contraddizioni interne.
Ma non tutto si può dire in modo esplicito ai lettori della PADANIA, "barbari" troppo ingenui e troppo intrisi di luoghi comuni "antiislamici".
Meglio distillare a piccole dosi, con sapienza pedagogica, la parte esoterica della "verità" di cui Blondet è portatore.
Ne volete un frammento? Spiegando il pensiero di Israel Shamir, israeliano convertito al cristianesimo ortodosso denunciato per antisemitismo in Francia (dalla Licra, la stessa organizzazione che ha denunciato Oriana Fallaci per anti-islamismo!) Blondet scrive:

"i palestinesi hanno una relazione organica con la terra palestinese, come «mammiferi» nel loro ambiente ecologico.
Gli immigrati ebrei europei non hanno questo rapporto naturale con la terra, e perciò le loro azioni, l’espulsione degli abitanti originari, la distruzione di villaggi «dalle belle architetture», sono da paragonare a «virus» predatori e avvelenatori".

Ecco dunque che la risposta alla nostra domanda, se Blondet si preoccupi davvero della sicurezza degli israeliani, sembra farsi più chiara. Voi vi preoccupereste della sicurezza di una popolazione di virus?


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