Il Nobel della pace a El Baradei: dopo Dario Fo tutto è possibile il commento di Dimitri Buffa
Testata: L'Opinione Data: 08 ottobre 2005 Pagina: 1 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «El Baradei,il solito Nobel antiamericano»
Bastava leggere l¹AdnKronos per capire perché il premio Nobel per la pace è stato assegnato quest'anno al responsabile dell'agenzia Onu contro la proliferazione delle armi nucleari, l'egiziano Mohammed El Baradei: "..per mesi hanno cercato di bloccare il suo terzo mandato all¹Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) che guida dal 1997, non potendogli perdonare di avere messo i bastoni tra le ruote all'invasione dell'Iraq e di mantenere un atteggiamento ritenuto troppo conciliante nei confronti dell'Iran.." Loro, i sabotatori, sono ovviamente gli odiati americani. Che negli ultimi tre anni hanno dovuto accettare di buon grado che il premio istituito dall¹inventore della dinamite andasse in palio a chi prima come Kofi Annan e poi come Mohammed El Baradei sembrava avere come propria missione in terra la salvaguardia dei tiranni e della nomenklatura dei due stati canaglia più infami nel mondo, cioè l'Iraq di Saddam e l'Iran degli ayatollah. Il grande merito di El Baradei non è stato quello di convincere Saddam a consegnare le armi di distruzione di massa, che mentre avvenivano le ispezioni farsa erano allegramente traghettate in Siria e in Iran dai futuri resistenti iracheni, né di avere convinto gli ayatollah e i mullah di Teheran a rinunciare sia all'atomica sia al progetto di tirarla su Israele. No il Nobel, come prima di lui Annan, El Baradei lo deve solo alla propria strenua opposizione ai punti di vista dell¹occidente e in special modo a quello americano. Se anche un agenzia di stampa che dovrebbe essere neutra inizia con un incipit come quello di cui sopra significa che ormai anche il premio Nobel, come tutta l¹Onu e le sue partecipate (dalla Fao in giù), merita di essere mandato in pensione. D'altronde un'onorificenza che è stato assegnata per la pace all'ex capo di tutti i terroristi mediorientali degli ultimi cinquant¹anni, il non compianto Yassir Arafat, e, per la letteratura, a personaggi dello spessore girotondistico di Dario Fò, non merita di essere tenuto in vita con il polmone d'acciaio solo perché ogni anno si discetti chi ne sia più o meno meritevole per meriti anti americani e filo terzo mondisti nei vari rami dello scibile umano. Il Nobel per la pace a Kofi Annan ieri (uno che casomai fece scoppiare la guerra dei grandi laghi in Centro Africa per la propria ignavia), e a El Baradei oggi, sono solo l¹ennesima riprova che tutte queste burocrazie del buonismo planetario son ormai diventate pronte per l¹ospizio della storia. E il giorno che tutti ne prenderanno coscienza sarà sempre 24 ore troppo tardi.
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