Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
La strategia di Israele per sconfiggere Hamas analisi dopo l'uccisione dell'ostaggio israeliano
Testata:Il Riformista Autore: Paola Caridi Titolo: «Hamas è sempre meno centralizzata e il video dell'ostaggio ne è una prova»
Riportiamo dal RIFORMISTA di giovedì 29 settembre 2005 un'analisi di Paola Caridi.
Ecco il testo: Una «opportunità d’oro per liquidare Hamas». Questo l’obiettivo di Prima Pioggia, l’offensiva dell’esercito israeliano su Gaza e Cisgiordania che ieri era al suo quinto giorno.A dirlo, le fonti della sicurezza israeliana sentite da Amir Rapoport, uno dei migliori esperti militari di un quotidiano tra i più letti in Israele, Maariv. Non tanto liquidare Hamas Gaza, quanto sminuirne la capacità di diffusione in Cisgiordania,dove gli arresti di membri e sostenitori dell’organizzazione terroristica di Yassin e della Jihad Islamica sono oltre quattrocento.E si suppone che continueranno anche nei prossimi giorni, soprattutto dopo il rilascio del video che ritrae l’ostaggio rapito da Hamas, Sasson Nuriel,prima di essere ucciso. La risposta militare israeliana a Hamas, dunque, agisce su due fronti. Puramente armata su Gaza. Armata e allo stesso tempo politica in Cisgiordania. Le ragioni di queste reazioni diverse non sono solo di natura strettamente tecnico-militare, e cioè non risiedono soltanto nel fatto che a Gaza non ci sono più coloni, mentre la Cisgiordania è un territorio molto frammentato, tra città palestinesi e insediamenti israeliani di diverso tipo. I motivi risiedono soprattutto nell’obiettivo delle retate: incidere sul processo politico palestinese, e cioè evitare che Hamas abbia abbastanza forza da vincere le elezioni parlamentari del 27 gennaio prossimo. Dall’altra parte della barricata, da parte palestinese, valgono distinguo altrettanto forti. Che, cioè, Hamas di Gaza sia diversa da Hamas in Cisgiordania. O meglio, dalle diverse organizzazioni di Hamas nei diversi centri della West Bank. Il video su Nuriel, rilasciato in contemporanea con la dichiarazione di tregua di A-Zahar, sembra essere una conferma. In linea con le contraddizioni emerse anche in altri momenti: il più esemplificativo fu il comportamento diverso assunto durante la tregua raggiunta col governo di Abu Mazen nella primavera-estate del 2003. Mentre i gaziani rispettarono l’intesa, dalla Cisgiordania partì l’ordine dell’attentato ai margini del quartiere ortodosso di Mea Shearim a Gerusalemme dell’agosto di quell’anno. L’inizio della fine per la hudna faticosamente negoziata da Abbas. Non è possibile, però, parlare di una dicotomia tra una leadership di Gaza più pragmatica e più incline a partecipare al processo politico, e una più dura presente in Cisgiordania. La situazione, per Hamas, è molto più complicata, visto che la sua dirigenza è divisa almeno in quattro tronconi: leadership all’estero, Gaza, Cisgiordania e leadership dentro le carceri israeliane. A Gaza, gli omicidi mirati compiuti dagli israeliani ai danni di Hamas hanno fatto, pour cause, emergere una dirigenza più giovane. Gli ultimi due tronconi, della West Bank e dei prigionieri, non possono a loro volta avere la necessaria compattezza, vista l’impossibilità logistica di comunicare al proprio interno. Se, infatti, in Cisgiordania è stato rapito e ucciso Nuriel, nella stessa Cisgiordania Hamas partecipa alla politica locale con una presenza forte guadagnata nelle ultime elezioni municipali. Peraltro in città importanti.Come Qalqylia, dove il suo controllo è completo. E Betlemme, dove il sindaco dello Fplp è sostenuto dai consiglieri di Hamas. Questo significa che la partecipazione al processo politico sul modello di hezbollah in Libano è cosa reale, e che Israele si è già trovata in questi mesi a dirimere il pesante dilemma di dover dialogare o meno con i rappresentati democraticamente eletti dei palestinesi. Il discorso vale anche per le carceri, dove Hamas ha cominciato da mesi assieme alle altre fazioni una sorta di dialogo nazionale per arrivare a una piattaforma comune. Basata soprattutto sulle necessità pratiche della popolazione, dai servizi sociali al sostegno all’occupazione. Una piattaforma sulla quale si sono già molto avvicinati la nuova guardia di Fatah e gli uomini di Hamas, uniti da un percorso comune dentro le prigioni israeliane che ha dato frutti anche nel dialogo all’esterno delle celle. Le retate contro Hamas da parte di Israele, dunque, incidono pesantemente su questo processo. Da una parte, tolgono dalla scena i candidati del movimento islamista. Dall’altra parte, rinviano il redde rationem dentro Fatah, perpetuando la gestione ordinaria della cosa pubblica da parte di Abu Mazen e la vecchia guardia. Segnaliamo anche la lettera di un lettore del quotidiano su come il sito di REPUBBLICA ha dato la notizia dell'uccisione da parte di Hamas di Sasson Nuriel
Ecco il testo: Caro direttore, sa cosa ha scritto Repubblica sul suo sito per commentare l’uccisione da parte di Hamas del colono israeliano? Esattamente questo: «La sua cattura doveva servire in origine per negoziare la liberazione di palestinesi detenuti in Israele. Ma la situazione di emergenza creatasi nei giorni scorsi nei Territori ha indotto i miliziani di Hamas a uccidere l’ostaggio». Che si potrebbe tradurre più o meno così: quei poveri giovanotti di Hamas mai avrebbero ucciso l’innocente colono se Sharon non avesse provocato tutta quell’agitazione ritirandosi da Gaza. Cose da non credere. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta di inviare il proprio parere alla redazione de Il Riformista. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.