venerdi 21 novembre 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.09.2005 Un nuovo gruppo terroristico minaccia Israele
i "Comitati di resistenza popolare"

Testata:Corriere della Sera
Autore: Davide Frattini
Titolo: «E adesso porteremo la battaglia in Cisgiordania e a Gerusalemme»
Il CORRIERE DELLA SERA di lunedì 26 settembre 2005 pubblica a pagina 13 un articolo di Davide Frattini, "E adesso porteremo la battaglia in Cisgiordania e a Gerusalemme", che riporta un colloquio con Jamal Abu Samhadana, leader del gruppo terroristico palestinese "Comitati di resistenza popolare".

Ecco il testo:

RAFAH (Striscia di Gaza) — Jamal sa di essere un bersaglio. Adesso che le esecuzioni mirate sono ricominciate, è il numero due nella lista dei terroristi super ricercati dopo Mohammed Deif, il capo dell'ala militare di Hamas. Quando gli egiziani hanno deciso di dare la caccia ai tunnel del contrabbando, è a lui che si sono rivolti. Anche loro — come gli 007 americani e israeliani — sono convinti che Jamal Abu Samhadana controlli tutto quello che si muove a Rafah. Sopra e sotto la sabbia del deserto. Il suo clan è il più potente in questa città all'estremo sud della Striscia e il flusso di vestiti, armi, alcol, pezzi di macchine, prostitute, droga porta troppi profitti, perché la famiglia non esiga una parte dei guadagni.
Jamal vive come un bersaglio. «Non dormo per più di una settimana nella stessa casa, mai nella mia. Quando mi sposto su un'auto indosso un cappuccio per non essere riconosciuto. I miei cinque figli giocano con gli altri bambini usando dei soprannomi». E' sopravvissuto a due tentativi di eliminazione, sul braccio e la gamba destra ne porta i segni. Parla lentamente, con la voce roca del fumatore seriale. A Gaza gira una battuta: se vedi del fumo all'orizzonte, è un missile israeliano o Jamal che ha acceso l'ennesima sigaretta (Gauloises rosse).
Ex poliziotto, 43 anni, all'inizio della seconda intifada ha fondato i Comitati di resistenza popolare. Raccolgono fuoriusciti e dissidenti di tutti i movimenti, dal Fatah del presidente Mahmoud Abbas alla Jihad islamica e Hamas. Gli americani li considerano responsabili dell'attacco al convoglio diplomatico che nell'ottobre 2003 uccise tre guardie della sicurezza. Lo Shin Bet è convinto che il gruppo abbia tutto l'interesse a mantenere la Striscia nel caos. A inizio agosto l'Autorità palestinese ha cercato di convincere Jamal a smantellare le milizie proponendogli la poltrona di capo dell'Intelligence militare. «Perché dovrei accettare? La gente direbbe: "Vedete, Jamal ha combattuto per un posto d'onore". Non possiamo rinunciare alle nostre armi. Durante la rivolta, siamo stati noi a difendere i poliziotti dell'Autorità, non il contrario ».
Nei primi giorni dopo l'evacuazione israeliana, i prezzi delle armi a Rafah sono crollati, perché i trafficanti hanno fatto acquisti dal lato egiziano per molto meno: gli Ak47 da 2000 a 1.300 dollari, le pistole di produzione araba da 1.400 a 180. Le forze speciali del Cairo hanno scoperto un tunnel che conteneva 3 lanciarazzi anticarro, 38 fucili automatici e 2.800 granate Rpg. «Il codice del mio clan — dice Jamal — vieta di partecipare al contrabbando. Sono calunnie inventate dai servizi segreti contro di me».
I Comitati hanno annunciato di aver prodotto un razzo con una gittata di 15 chilometri: sparato dal nord della Striscia, potrebbe colpire la città costiera di Ashkelon. «Gaza non è abbastanza. Il nostro obiettivo adesso è continuare la battaglia in Cisgiordania e a Gerusalemme». L'intelligence israeliana è preoccupata che la mancanza di controlli al confine con l'Egitto permetta a cellule di Al Qaeda di infiltrarsi. «Non abbiamo bisogno di loro — commenta Jamal —. Sappiamo già come combattere».
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla direzione del Corriere della Sera . Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT