Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Continua la strage terrorista in Iraq insieme alla propaganda antiamericana che la commenta
Testata:Informazione Corretta Autore: la redazione Titolo: «Continua la strage terrorista in Iraq»
IL FOGLIO di giovedì 15 settembre 2005 pubblica in prima pagina l'articolo "Strage di manovali in Iraq", che riportiamo: Baghdad. La guerra dei terroristi islamici continua in Iraq con stragi di musulmani a opera di musulmani. La macabra fantasia dei carnefici wahabiti-salafiti si è scatenata ieri a Baghdad, organizzando una nuova trappola infernale. Una "sceneggiata" che ha sterminato una folla di manovali sciiti che si erano recati a cercare lavoro in piazza Uruba, nel quartiere di Kadhimiya, sulla sponda occidentale del Tigri. Verso le sette di mattina un uomo, alla guida di un minibus, ha fatto cenno ai giovani di avvicinarsi per essere scelti e andare a lavorare, secondo il millenario costume della "carovana", in funzione sino a pochi anni fa anche nel meridione italiano. Una volta che il minibus è stato attorniato dalla calca dei manovali, l’uomo ha azionato il detonatore di una carica di 200 chili di tritolo: 114 i corpi straziati e 156 i feriti. La forza dell’esplosione ha mandato in fiamme una palazzina di due piani e fatto bruciare decine di macchine parcheggiate nelle vie adiacenti. La mattinata di sangue di Baghdad è poi continuata con altri attentati con autobomba: uno nel quartiere occidentale di Adil (ovest), un secondo nel sobborgo sud-orientale di Baghdad Jadida e il terzo in quello nord-orientale di Shula, con un bilancio di almeno 18 morti e una quarantina di feriti. I terroristi iracheni hanno subito rivendicato questa "gloriosa azione" con un testo su Internet, che offre molti spunti di interesse. Il gruppo di Abu Musab al Zarqawi, il leader di al Qaida in Iraq, infatti, comunica che la strage di manovali sciiti è stata organizzata dalla brigata Abu al Bara bin Malilk e spiega: "Vogliamo congratularci con la nazione islamica e informarla che la battaglia per vendicare i sunniti di Tal Afar è iniziata; le nostre brigate hanno adempiuto con gioia attraverso il martirio ai precetti della loro religione". Il messaggio è, quindi, duplice. Il primo è che al Qaida si vendica di una forte sconfitta incassata con l’operazione di rastrellamento del suo santuario nella città di Tal Afar, nell’Iraq nord occidentale: l’esercito iracheno, in questi giorni, ha messo fuori combattimento circa 500 terroristi tra uccisi e imprigionati. Le autorità di Baghdad hanno chiuso per ragioni di sicurezza la frontiera con la Siria e scatenato un’offensiva che ha l’obiettivo di chiudere i conti con i terroristi che s’infiltrano dal confine siriano. Dopo Tal Afar le forze irachene e americane stanno stringendo la morsa intorno a Rabiyah e Sinjar, vicino al confine siriano. E’ un intervento diverso da quello di Fallujah dell’inverno scorso, perché diretto politicamente in prima persona dal premier sciita, Ibrahim Jaafari, e militarmente eseguito da seimila soldati iracheni, appoggiati da quattromila americani. I sunniti coinvolti per il referendum Il secondo messaggio è che al Qaida ritiene un "precetto della propria religione" sterminare sciiti – che siano affamati manovali non ha il minimo interesse per i terroristi – e che porta avanti questa consegna con particolare virulenza alla vigilia del voto popolare del 15 ottobre sul testo costituzionale. La decisione delle maggiori organizzazioni sunnite di partecipare, questa volta, alla consultazione elettorale – invece di invocare il boicottaggio – legittima l’intero processo democratico e l’attuale governo iracheno. Non è infatti vero che il voto sunnita può garantire quei due terzi di voti negativi in tre province che affosserebbero l’intera Costituzione: questa maggioranza granitica è a portata di mano soltanto dei curdi e degli sciiti, come dimostra anche il caso della stessa Baghdad, in cui circa la metà della popolazione è sciita e buona parte della restante è, semplicemente, laica. Il massacro di manovali disoccupati è parte di una strategia a più stadi, volta a punire i falsi musulmani (gli sciiti, agli occhi dei wahabiti-salafiti di al Qaida, sono idolatri, perché venerano non soltanto il Dio unico, ma anche gli imam). Poi, risponde alla capacità d’iniziativa d’ordine che il governo a premiership sciita sta sviluppando con la pulizia della zona di frontiera con la Siria. Infine, tenta di innescare una spirale di vendette di sciiti contro sunniti – sempre disinnescata però dalla leadership sciita sia religiosa sia laica – che attutisca il colpo di una Costituzione plebiscitariamente approvata nonostante un "no", forte ma minoritario, della componente sunnita. LA STAMPA on line di mercoledì 14 settembre pubblica l'articolo "Alba di sangue in Iraq: due attacchi, almeno 100 i morti".
Ecco il testo:
Un'autobomba è stata fatta esplodere questa mattina nella zona nord di Baghdad. Secondo una fonte della sicurezza irachena, sono almeno 92 le persone uccise dall'esplosione dell'autobomba, mentre i feriti sarebbero 162 ma il bilancio è destinato a salire. L'esplosione è avvenuta alla 6.30 locali (le 4.30 in Italia) vicino a piazza Oruba, nel quartiere di Kazimiyah, dove, secondo il maggiore della polizia Musa Abdel Kerim, numerosi muratori si erano riuniti per raggiungere i cantieri dove sono in costruzione edifici. Un gran numero di feriti sono stati portati negli ospedali di Kazimiyah e di Yarmouk. Singolare il commento al riguardo di Gad Lerner ai microfoni di Radio Montecarlo: il triste avvenimento, ha spiegato, è la conseguenza di una guerra sciagurata (quella di Bush, naturalmente) che ha abbattuto il regime di Saddam Hussein, e della persistenza delle truppe di "occupazione". La conclusione, per Lerner, è che occorre smettere di inseguire castelli in aria con l’approvazione di una costituzione democratica per il Paese e prendere invece atto dell’inflessibile volontà dei "guerriglieri" (così li ha testualmente definiti!) di "liberare" l’Iraq dagli imperialisti stranieri. A Lerner non sembra passare per la testa che i cittadini iracheni hanno sfidato la morte pur di avere una costituzione degna di un Paese civile, né che il 95% delle vittime dei terroristi (come ricorda puntualmente Magdi Allam) siano lavoratori, donne, vecchi e bambini, colpevoli unicamente di aspirare ad una vita migliore dopo decenni di dittatura sanguinaria. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio, La Stampa e al sito web di Radio Monte Carlo. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita