Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La convergenza tra jihadismo e totalitarismo comunista contro l'Occidente e la liberal democrazia
Testata:Il Riformista Autore: un giornalista Titolo: «Osama proclamò: convergere con è peccato»
Secondo di una serie di articoli, (vedi "Il campo antiimperialista e gli emissari del terrore", Informazione Corretta del 30-08-05) sul RIFORMISTA del 31 agosto 2005.
Ecco il testo: Il primo problema da risolvere è l’incompatibilità. Che cosa c’entra «la guerra contro i crociati e gli ebrei» lanciata da Osama bin Laden con la lotta di classe o con l’attacco allo stato imperialista delle multinazionali? Ideologicamente non c’entra nulla. Che cosa c’entra un movimento che chiede un ritorno alla purezza originaria dell’Islam e vuole edificare regimi teocratici nei paesi musulmani, con il socialismo panarabo del Baath? Nulla.Tanto meno con la battaglia antimperialista di gruppi e gruppetti che si ispirano a una ideologia atea e occidentale come il comunismo. Nulla di nulla. Però, in questi anni molte cose sono cambiate. La reazione all’11 settembre, la controffensiva americana che ha portato alla sconfitta dei talebani e alla caduta di Saddam Hussein, ha creato il terreno per una «convergenza » tattica e operativa. E’ ancora una volta Osama bin Laden a proclamare il verbo l’11 febbraio 2003. Dice lo sceicco: «In queste circostanze non ci sarà danno se gli interessi dei musulmani convergono con gli interessi dei socialisti nella lotta contro i crociati, malgrado la nostra credenza nell’infedeltà dei socialisti e nella stupidità di Saddam. La giurisdizione dei socialisti e il supporto che avevano negli Usa è caduto molto tempo fa, ben gli sta. Ma il popolo iracheno non deve pagare per la loro ambiguità. I socialisti sono infedeli dovunque siano - prosegue Osama - Ma la lotta che stiamo ora intraprendendo è come quella dei musulmani contro i bizantini. Quindi la convergenza degli interessi non è nociva. I musulmani che combattono contro i bizantini conversero con i persiani per ottenere la liberazione. E questo non era nocivo ai compagni del profeta». Una volta stabilita la legittimità della «convergenza», si aprono le fila per nuove possibili alleanze e per nuove truppe. Combattenti, ma anche sostenitori, propagandisti, arruolatori, ufficiali pagatori. In Iraq, così, la guerriglia baathista e il terrorismo alqaedista si sono dati un unico nemico tattico, magari pronti a divergere in futuro. Fuori dall’Iraq, si è cercata la penetrazione in Europa, con metodi diversi, ma un obiettivo ancora una volta convergente. I gruppi jihadisti hanno cercato di penetrare nell’humus fertile che possono trovare nelle Londonistan europee. Il Corano diventa il libro del riscatto, la stessa religione serve come cemento ideologico per una battaglia politica contro le ingiustizie, la segregazione, le «illusioni » dei regimi liberal-democratici e i «falsi valori» dell’Occidente. Le componenti baathiste, più pragmatiche, hanno cercato di creare una rete di sostegno alla resistenza irachena, stabilendo punti di contatto con una rete di gruppuscoli di per sé poco consistenti, ma ramificati in vari paesi europei, che possono diventare gli alberghi per i messaggeri, le stazioni di posta per i nuovi pony express che cercano di stabilire contatti con le comunità musulmane. Non attraverso la predicazione degli imam nelle moschee, ma attraverso contatti operativi di veri e propri agit prop o autentici agenti segreti. La prima stazione di posta, anzi l’albergo del libero scambio è, da sempre, la Siria. Un ponte importante è la Giordania (e gli attentati ad Aqaba mostrano che sono attive anche cellule jihadiste). In Europa non esiste ancora una consistente rete di supporto. Ma i servizi di intelligence di vari paesi si sono scambiati informazioni e hanno individuato alcuni personaggi particolarmente attivi. Nel mirino è finito, come si sa, Abd Al- Jabbar al Kubaysi (arrestato dalgi americani nel 2004 al suo rientro in Iraq). In Siria dal 1976 al 2002, leader dell’Alleanza nazionale irachena, ha viaggiato avanti e indietro in Europa con il compito di stabilire contatti. Nel febbraio del 2003 a Parigi il congresso dell’opposizione patriottica irachena è servito per stabilire contatti con una singolare rete di groppuscoli, per lo più derivanti dall’estrema sinistra, ma con forti innesti anche dalla destra antagonista e antisemita. In Austria le figura più significative sono Wilhelm Langthaler e Christian Werba, che sono in contatto con Noel Dominique presidente della comunità irachena austriaca. In Italia esiste una variegata fauna che va dall’Unione dei comunisti nazionalitari al Network antimperialista. Vi confluiscono schegge di Prima linea, ex ordinovisti, ex di Terza posizione e dei Nar. Antisionismo e antimperialismo sono le matrici comuni, ma anche le chiavi che li avvicinano ai gruppi radicali islamici in quel processo di convergenza contro il nemico comune. Naturalmente è ingenuo pensare che sia questa la rete di sostegno esterno. E i servizi di intelligence non lo pensano.Ancor più ingenui sarebbero i «resistenti » iracheni ad appoggiarsi a basi tanto sfilacciate. Ma se dalla logica delle cellule si entra in quella della rete, allora la prospettiva cambia. Non si deve pensare ad una organizzazione piramidale con una sorta di politburo, comitato centrale, Né a strutture tipo stasi o Kgb. Ma a un network che passa spesso per i siti internet, ad appoggi logistici, a canali di trasmissione (talvolta anche inconsapevoli) di messaggi nelle bottiglie che le onde dell’oceano in cui nuotano i pesci porteranno a destinazione. I servizi di intelligence hanno individuato maglie di questa elastica ragnatela in Francia, in Danimarca, in Svezia. Qui, esattamente a Malmo, risiede un ex esponente del partito comunista iracheno, scienziato, scrittore, propagandista. Si chiama Noori al Moradi, ha 55 anni, un Phd in fisica conseguito a Mosca nel 1980, lunghi soggiorni nello Yemen, in Siria, in Libia. C’è il sospetto che personaggi come lui possano aver stabilito contatti anche con schegge sparse e ormai disoccupate di ex agenti dei servizi dei paesi comunisti. Una cosa è certa: il nuovo terrorismo è una galassia talvolta allo stato gassoso. Bisogna affinare le lenti prima che si aggrumi. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta di inviare il proprio parere alla redazione de Il Riformista. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.