Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Il campo antiimperialista e gli emissari del terrore cui la Farnesina ha negato l'ingresso in Italia
Testata: Autore: un giornalista Titolo: «Quei pony express europei sponsor della guerriglia irachena»
Riportiamo il primo di una serie di articoli da IL RIFORMISTA di martedì 30 agosto 2005: Salah al Mukhtar la racconta così: «L’attuale resistenza in Iraq non è stata preparata dal governo iracheno, ma dal partito Baath. All’inizio dell’anno 2000 il partito completò l’addestramento alla lotta urbana di circa 6 milioni di iracheni il cosiddetto Esercito al-Quds. Il presidente Saddam Hussein ne ha diretto tutta la preparazione, compreso l’immagazzinamento di circa 50 milioni di armi di grande, medio e piccolo calibro, con relative munizioni, per combattere contro l’occupazione per dieci anni. I gruppi preparati per la guerriglia urbana comprendevano, oltre alle forze armate irachene, organizzazioni chiamate i Feddayin di Saddam e combattenti del partito Baath». Secondo al Mukhtar, i combattenti oggi sarebbero 200 mila appoggiati da altri 200 mila. E queste cifre coincidono con le informazioni americane. «Ma questo numero non è esatto - prosegue - perché circa 3 milioni di iracheni costituiscono oggi la base militare della guerriglia, l’oceano nel quale nuotano i pesci». Parla di infiltrazioni dappertutto, anche negli alti comandi americani che «hanno un disperato bisogno di traduttori, guide, operai, tecnici che parlino l’arabo, ed è così che il servizio di informazioni iracheno si è infiltrato nei loro ranghi». A suo avviso quello di al Zarqawi è un fenomeno limitato, localizzato in una zona particolare.E spiega ancora che il rapimento e l’uccisione dell’ambasciatore egiziano è stato un modo «per arrestare il processo di delegittimazione del governo fantoccio usando qualcosa di insolito come mezzo deterrente».Tutto ciò viene pubblicato dall’agenzia italiana Arabmonitor- Info (agenzia legata a padre Jean Marie Benjamin) in una intervista del 24 luglio scorso,quando già Salah al Mukhtar aveva chiesto il visto d’ingresso in Italia per partecipare all’incontro organizzato a Chianciano dal Campo antimperialista. Insieme a lui, come è noto, dovevano arrivare,tra gli altri,Jawad al Khalesi leader dell’Iraqi National Foundation Congress e Ibrahim al Kubaysi fratello di Al Jabbar al Kubaysi leader dell’Alleanza Nazionale Irachena,rientrato nel suo paese nel novembre 2002 e arrestato dagli americani. Al Kubaysi era stato ospite a numerosi incontri in Europa organizzati dal Coordinamento antimperialista austriaco guidato da Wilhelm Langthaler. In Italia non verranno, come si sa,perchè la Farnesina ha negato loro l’ingresso. Ma chi è Salah al Mukhtar? E’ un baathista duro e puro, direttore del principale giornale iracheno, Goumhouriya, diplomatico di lungo corso:all’Onu,alla Lega araba, poi ambasciatore in India e in Vietnam. Oggi ha 61 anni e vive in Yemen, «temporaneamente » perché è convinto che un giorno o l’altro tornerà in Iraq quando il partito Baath prenderà il potere. La sua è propaganda, sia pur informata. Ma è davvero solo propaganda? Esiste una rete di sostegno estero alla resistenza irachena organizzata da ex esponenti del regime,ma anche da ex oppositori di sinistra, per esempio membri del partito comunista iracheno inviso e perseguitato da Saddam,che ora torna in circolo nel grande calderone della guerriglia. Un calderone del quale fanno parte,come spiega ancora l’ex ambasciatore,i fondamentalisti islamici, «così come i buddhisti appoggiavano i vietcong durante la resistenza agli americani». Il compito di questi espatriati è raccogliere fondi, come scrivono i 44 congressisti americani la cui lettera ha spinto le autorità italiane a stopparli alle frontiere? E’ probabile, ma il loro compito fondamentale è diffondere il messaggio e i messaggi. Il messaggio politico a sostegno della resistenza irachena e, probabilmente, messaggi più concreti, lanciati in quell’humus che, come gli attenttati di Londra hanno dimostrato, esiste ormai in Europa e sul quale fioriscono gruppi e groppuscoli terroristi.Tanto da far dire che il terrorismo islamico sta diventando domestico e non solo importato. E’ un po’ la funzione che avrebbe avuto anche Ramzi Isaac. Si sospetta, infatti, che l’attentatore (fallito) sia venuto da Londra a Roma passando per Parigi, non per nascondersi (gli sarebbe stato più facile nella capitale francese), ma per un altro scopo. Anche rischiando di essere catturato.Quale? Anche lui era un messaggero? Di chi a chi? Su questo le indagini degli inquirenti italiani sono apertissime. Anche questi messaggeri hanno bisogno, come il mitico pony express, di stazioni di posta dove riposare, cambiare i cavalli e stringere contatti.Tra le stazioni di posta ci sono quelle di gruppi e groppuscoli piccoli, marginali, composti di tanti carneade (i Moreno Pasquinelli o i Willi Langthaler) pieni di sacro furore per «l’eroica lotta antimperialista e antisionista del popolo iracheno o dei combattenti dell’Islam». Il Sismi ha cominciato a seguire i pony express, alle stazioni di posta lo ha portato i messaggeri. Il problema, insomma, non è l’ex cuoco Moreno Pasquinelli. Semmai sono i suoi ospiti. Collegamenti tra antimperialisti e gruppi combattenti mediorientali c’erano già. Per esempio, ad Assisi nell’agosto del 2000 alla prima edizione del Campo parteciparono membri del Fronte popolare della liberazione palestinese di George Habbash, esponenti di Hezbollah, i Feddayin iraniani, integralisti islamici pachistani. Allora sembravano adunate tra il folkloristico e il nostalgico organizzate da estremisti di sinistra e di destra. Adesso rischiano di trasformarsi in qualcosa di ben più serio. Lo dimostra, del resto, la diffusione internazionale di questi carneade. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta di inviare il proprio parere alla redazione de Il Riformista. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.