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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
16.08.2005 Gaza, una polveriera pronta ad esplodere?
un pericoloso progetto dell'Anp per il dopo ritiro

Testata:Informazione Corretta
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: «Gaza, una polveriera pronta ad esplodere?»
Esiste un aspetto diverso, finora enigmatico e sicuramente inquietante, del ritiro israeliano da Gaza. E’ quello di alcune iniziative che l’Autorità Palestinese intende assumere nel futuro immediato.

Come noto, nel Libano vive da decenni una comunità di 400.000 profughi palestinesi, relegati senza diritti e senza libertà di movimento in campi di raccolta allestiti a questo scopo dal governo libanese con il sostegno siriano.

Il governo libanese ha più volte accusato questi palestinesi di aver trasformato i campi profughi in nascondigli sicuri per le varie fazioni armate, e di costituire per ciò stesso un pericolo per la sicurezza nazionale.

In questi giorni un emissario del comitato centrale di Al Fatah e rappresentante in Libano dell’ Autorità Palestinese, Abbas Zaki, sta negoziando con le autorità libanesi il trasferimento a Gaza di migliaia di questi profughi. Negli ultimi giorni la tensione fra il governo libanese ed i palestinesi è salita alle stelle, perché i palestinesi del Libano sono sospettati di aver ordito un tentativo di assassinare il ministro della Difesa libanese. I palestinesi, malgrado le richieste libanesi in tal senso, rifiutano di consegnare all’esercito di Beirut le armi di cui dispongono in gran quantità. Il rifiuto dei miliziani palestinesi è stato così motivato da Zaki: solamente essi sono in grado di difendere il Libano da una invasione israeliana, dato che l’ esercito libanese non dispone di armi pesanti.

Secondo Zaki, l’ Autorità Palestinese starebbe progettando il trasferimento a Gaza di profughi palestinesi non solamente dal Libano ma anche da altri stati arabi in cui essi sono "ospitati". Sempre secondo Zaki, questi miliziani armati provenienti dal Libano e da altri stati verrebbero impiegati a Gaza per difendere i confini verso Israele e verso l’Egitto.

Non crediamo necessario commentare queste notizie, che sono di una evidenza e di una immediatezza singolari in un panorama mediatico spesso ambiguo. Una regione sovraffollata, impossibilitata ad espandersi e priva di mezzi di sostentamento per chi già vi abita, dovrà accogliere decine o centinaia di migliaia di persone armate, frustrate, cariche di tensione e di rancori, ed a questa nuova milizia armata verrà affidato un compito della massima delicatezza? Sarà impiegata per difendere confini infuocati come quello con Israele, o non piuttosto per imporre la sovranità dell’ Autorità Palestinese alle formazioni terroriste di Hamas, della Jihad Islamica e dello stesso Al Fatah il cui esponente Zaki presiederà a questa operazione? E quale ruolo avrà Farouk Khaddoumi, l’irriducibile nemico della pace, la cui influenza, sommata a quella di Hezbollah, ha forgiato politicamente quei profughi?




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