Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
L'intera "destra nazionalista" israeliana condannata per terrorismo da Lorenzo Cremonesi che le attribuisce anche la volontà di scatenare il terrorismo palestinese
Testata:Corriere della Sera Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «Israeliano uccide quattro arabi: linciato»
Il CORRIERE DELLA SERA di mercoledì 5 agosto 2005 pubblica in prima pagina e a pagina 15 un articolo di Lorenzo Cremonesi sulla strage di Shfaram. Dopo la cronaca del crimine, corretta, Cremonesi avanza un'ipotesi del tutto infondata. Il leader politici e i rabbini della "destra nazionalista" (nememno distinta in laica e religiosa), scrive, "hanno già dichiarato a chiare lettere che non sarà ammessa alcuna violenza tra ebrei". Così è stato, constata Cremonesi, che ricorda "il carattere sostanzialmente pacifico delle manifestazioni alle porte di Gaza", ma subito dopo si chiede "ma allora perché non attaccare gli arabi?". Attribuendo il gesto di un terrorista simpatizzante del partito Kach, fuorilegge e ultra-, minoritario, all'intera "destra nazionalista" israeliana, insieme al "calcolo" di "ridare impulso alla violenza e al terrorismo palestinesi, nella speranza che la nuova emergenza induca Sharon a bloccare i piani di smantellamento delle colonie".
Ecco il testo: GERUSALEMME — E' stato linciato dalla folla il giovane estremista israeliano che ha sparato su un autobus a Shfaram, in Galilea. Sotto i suoi colpi sono caduti quattro arabo-israeliani. Eden Tzuberi, 19 anni, colono dell'insediamento di Tapuah, in Cisgiordania, era vestito da militare nonostante avesse disertato dalla guardia paramilitare di frontiera perché contrario al ritiro d'Israele dalla Striscia di Gaza. Gli investigatori hanno ricostruito che la sparatoria è iniziata dopo una lite fra i passeggeri. Sharon lo ha definito «terrorista assetato di sangue.
E' salito sull'autobus carico di drusi e arabi della Galilea alle 18, in piena ora di punta. Ha atteso di raggiungere il cuore di Shfaram, il villaggio druso alla periferia di Haifa. Non destavano sospetti la sua uniforme damilitare, la kippà degli ebrei religiosi sul capo, la barba ancora irregolare sul volto da diciannovenne. Così ieri lo stupore si è trasformato in orrore quando Eden Natan-Zaada ha tolto la sicura dal fucile mitragliatore d'ordinanza che aveva a tracolla e ha iniziato a sparare contro i passeggeri. Prima l'autista, colpito al petto e morto sul colpo, poi contro un uomo seduto sulla prima fila, quindi contro due donne. Almeno quattro vittime e una quindicina di feriti, prima che la folla lo fermasse, prendendolo a calci, sassate, bastonate. Un linciaggio in piena regola. Oltre 5 ore dopo le ambulanze non erano ancora riuscite a raggiungere l'autobus. Solo verso le 11 di sera i bollettini medici annunciavano ufficialmente la morte dell'attentatore. Ci sono pochi dubbi sulle interpretazioni dell'accaduto. Netta la condanna del premier israeliano Ariel Sharon: si tratta di un «atto terribile di un terrorista assetato di sangue». «Una grave provocazione dell'estrema destra ebraica contraria al ritiro da Gaza voluto dal governo», notano unanimi radio e televisione. Lo confermano anche i primi particolari della biografia di Eden Natan-Zaada. E alcuni dettagli che assomigliano curiosamente a quelli di Yigal Amir, l'assassino del premier laburista Yitzhak Rabin nel novembre 1995. Proveniente da una famiglia laica di Rishon Le Zion, Eden il 3 gennaio scorso era stato arruolato nell'esercito di leva. Nel frattempo si avvicina ai circoli della destra religiosa, inizia a frequentare la yeshivah (la scuola ortodossa) e Kfar Tapuah (una delle colonie della Cisgiordania dove nazionalismo e religione vanno a braccetto). Per lui la crisi scatta però un paio di mesi fa, quando la sua unità viene chiamata a pattugliare la zona di Nitzanim, dove in questo momento sta sorgendo la città di prefabbricati per accogliere larga parte dei circa 8.000 coloni di Gaza. Eden è tra quelli che disertano. Fugge dalla sua unità e trova asilo proprio a Kfar Tapuah. Sino a ieri mattina, quando va a casa per dire al padre che sarebbe tornato con i compagni a studiare. Invece si è diretto armato verso Shfaram. Un attacco che poteva essere evitato? Da tempo esercito e polizia sono in allarme per cercare di prevenire fatti del genere con l'approssimarsi dell'inizio del ritiro da Gaza. Da alcune settimane le teste di cuoio sorvegliano le grandi moschee di Gerusalemme. Cosa accadrebbe nel mondo arabo se per esempio una cellula di estremisti ebrei facesse saltare la Moschea della Roccia? Il calcolo della destra nazionalista è quello di ridare impulso alla violenza e al terrorismo palestinesi, nella speranza che la nuova emergenza induca Sharon a bloccare i piani di smantellamento delle colonie. I loro rabbini e leader politici hanno già dichiarato a chiare lettere che non sarà ammessa alcuna violenza tra ebrei. Sino ad ora sono stati rispettati, come dimostra il carattere sostanzialmente pacifico delle manifestazioni alle porte di Gaza. Ma allora perché non attaccare gli arabi? Una logica che ricorda da vicino quella di Baruch Goldstein, che nel 1994 sparò ai musulmani di Hebron in uno dei luoghi più sacri per le due religioni nella speranza di fermare gli accordi firmati a Oslo nell'estate 1993. Ne uccise una trentina, prima di essere a sua volta linciato. E se oggi andasse male con i palestinesi, si potrebbe sempre cercare di provocare il milione di arabi che vivono in Israele e con loro i circa 80.000 cittadini drusi. I deputati arabi e la municipalità di Shfaram hanno dichiarato per oggi una giornata di mobilitazione e lutto. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla direzione del Corriere della Sera . Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.