Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
L'Italia finanzia la cura di mille bambini palestinesi in Israele la cronaca di Mara Gergolet
Testata: Corriere della Sera Data: 10 giugno 2005 Pagina: 15 Autore: Mara Gergolet Titolo: «Mille bambini palestinesi curati in Israele grazie all'impegno italiano»
Il CORRIERE DELLA SERA di venerdì 10 giugno 2005 pubblica a pagina 15 una cronaca di Mara Gergolet sul progetto di cura dei bambini palestinesi in Israele, finanziato dalla Regione Toscana.
Ecco l'articolo: Questa è una storia qualunque, la storia di una famiglia di Betlemme e del loro bambino. Il bambino si chiama Saaba Tabi ma potrebbe chiamarsi Zaid, o anche George o Adel e potrebbe vivere a Jenin Gaza o Nablus... » . Così inizia un articolo di Manuela Dviri, uscito sul Corriere il 22 febbraio 2003. E questa è la storia di un ( laicissimo) miracolo nato da quelle righe, una storia di generosità e convivenza che è stata più forte dell'Intifada e delle bombe. Inizia due anni fa, si svolge tra Israele, i Territori palestinesi e l'Italia. E ha salvato la vita a mille bambini palestinesi. Quell'articolo raccontava di Saaba, 7 anni: « Un mese fa, gli sono apparse delle strane macchie blu su tutto il corpo. Un esame del sangue e poi subito, la diagnosi. « Leucemia acuta — ha confermato un medico dell'ospedale di Betlemme — . Dovete farlo curare in Israele, qui, purtroppo, non possiamo far niente per lui » . Le cure vanno benissimo, « a Gerusalemme i medici israeliani sono stati bravissimi e gentilissimi » . Però il denaro finisce: gli ospedali israeliani, in deficit, non possono curare gratis i bimbi palestinesi. « Che fare con Saadi? — scrive Manuela — . Possibile che dal mondo siano arrivati miliardi ad Arafat e nulla viene dato per curare bambini palestinesi da ottimi medici israeliani? » . La risposta sarà travolgente. La Regione Toscana si offre di curare gratis Saadi a Firenze. Emergono decine di casi gravissimi: tumori, malattie cardiache. Segnalati anche da chirurghi come l'israeliano Raphael Walden, che nei fine settimana fanno visite gratis nei Territori. Dall'Italia arriva un'idea insolita e geniale. La difende Massimo Toschi, consigliere « per la pace » della regione Toscana: destiniamo i nostri fondi per la cooperazione internazionale agli ospedali di Gerusalemme e Tel Aviv, aiutiamoli a creare una rete con i medici palestinesi. Coinvolge il Centro Peres in Israele, il chirurgo arabo Anwar Dudin. Un mese fa il progetto ha tagliato un traguardo incredibile: 1.000 bambini palestinesi salvati. Ieri sera, Manuela Dviri, Massimo Toschi e Anwar Dudin, hanno ricevuto a Tel Aviv il premio Shimon Peres per la pace. A consegnarglielo, il vicepresidente del Parlamento palestinese Ghazi Hananiya e il vicepremier israeliano Shimon Peres. Hanno fatto di più che creare una rete medica: hanno dato a due società in conflitto la possibilità di collaborare. Dice Dudin: « Mille famiglie arabe hanno trovato amici israeliani » . Dice Manuela: « I palestinesi possono chiudere gli occhi per anni, ma quando li riapriranno noi saremo ancora qui. Gli israeliani possono fare lo stesso, ma i palestinesi non scompariranno. E quando tutti gli osservatori internazionali se ne andranno, questi due popoli resteranno qui, a dover dividere questa terra » . Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla direzione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.