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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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L'Espresso Rassegna Stampa
06.04.2005 Naomi Klein non crede alla democrazia araba, e attacca, tanto per cambiare, Israele
con argomenti logori e inconsistenti

Testata: L'Espresso
Data: 06 aprile 2005
Pagina: 42
Autore: Naomi Klein
Titolo: «Medio Oriente made in Usa»
L'ESPRESSO datato 7 aprile 2005 pubblica a pagina 42 un articolo di Naomi Klein, "Medio Oriente made in Usa" nel quale si legge che, nonostante i paragoni dei "propagandisti" dell'amministrazione Bush tra gli sconvolgimenti politici del Medio Oriente e la caduta del muro di Berlino
nella "Primavera Araba" l'unico muro che si vede - quello dell'Aparthaid in Israele - resta ben in piedi
La barriera difensiva non è "un muro dell'apartheid" e nemmeno serve, come il muro di Berlino, a tenere prigionieri gli abitanti di un intero paese. Serve a difendere vite umane dagli attacchi dei terroristi.
Va poi detto che quello israeliano non è l'unico "muro" del mondo, e nemmeno del Medio Oriente.
Ma sul muro tra Yemen e Arabia Saudita, per esempio, Naomi Klein non ha nulla da dire.

Poco dopo la saggista no-global ci fornisce la sua opinione sulla situazione politica libanese, scrivendo:

Indubbiamente, la maggior parte dei libanesi vorrebbe che la Siria si ritirasse dal loro territorio. Ma come hanno fatto capire chiaramente le centinaia di migliaia di manifestanti alla manifestazione pro-hezbollah dell'8 marzo, essi non sono disposti a subordinare il loro desiderio di indipendenza agli interessi di Washington e Tel Aviv.
A parte l'assimilazione arbitraria delle posizioni dell'opposizione libanese a quelle dei sostenitori di Hezbollah, schierati su un fronte opposto, è da rilevare che per la Klein, implicitamente, l'indipendenza libanese coincide con il permanere sul suo territorio di organizzazioni terroristiche come Hezbollah e Brigate al Aqsa, armate di tutto punto.
Che la sovranità di uno stato sia garantita dai gruppi terroristi che agiscono indisturbati nel e dal suo territorio è una tesi per noi incomprensibile, come pure quella per la quale la richiesta di Israele che siano disarmate organizzazioni che colpiscono la sua popolazione civile e mirano alla sua distruzione sarebbe una sopraffazione.
In proposito occorre comunque ricordare che tale disarmo non è, per una volta, richiesto solo da Stati Uniti e Israele, ma da una risoluzione Onu promossa dagli Usa e dalla Francia.



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