Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Abu Mazen, e il dialogo israelo-palestinese, tra gli obettivi di Al Qaeda il raìs è considerato un "traditore"
Testata: Corriere della Sera Data: 02 marzo 2005 Pagina: 1 Autore: Guido Olimpio Titolo: «Ma nella lista dei bersagli di Osama c'è anche il nuovo raìs»
Il CORRIERE DELLA SERA di mercoledì 2 marzo 2005 pubblica un articolo di Guido Olimpio sulle strategie di Al Qaeda. Ecco il testo: Per i qaedisti il nuovo raìs, il presidente palestinese Mahmoud Abbas, è un « miscredente » che appartiene alla confessione dei Bahai, che ha uno dei centri più importanti ad Haifa ( Israele). Lo chiamano in modo irridente il « principe » e sostengono, per rimarcare la sua scarsa pratica con le questioni islamiche, che « non è riuscito ad imparare a memoria neppure il primo capitolo del Corano » . Dunque è un traditore della causa e va trattato come tale. Stessa sorte per Mohammed Dahlan, uomo forte dell'Autorità palestinese. L'ideologo qaedista, a questo punto, rammenta loro la sorte toccata al comandante Massud, il capo dell'Alleanza del nord in Afghanistan ucciso alla vigilia dell' 11 settembre. Perché si era alleato ai « secessionisti » ( gli sciiti) e ai « Crociati » . Non sarebbe dunque una sorpresa se Al Qaeda, in modo diretto o con l'aiuto di un gruppo satellite, cercasse di assassinare Abbas. La sua morte potrebbe bloccare il processo di pace in corso. E non solo in Palestina. Un modo per soffocare le speranze di un 1989 in Medio Oriente. Il progetto destabilizzante è contenuto in un documento diffuso il 10 febbraio e redatto da uno degli scrittori qaedisti. Un manifesto strategico dove sono indicati obiettivi, strategie, mutamenti tattici. Le future operazioni — scrive Abdallah Muslim — dovranno essere concentrate per lanciare una « grande operazione dentro l'America... La data si sta avvicinando » . Per l'autore sono passati quattro anni dall' 11 settembre, ma gli americani « non hanno compreso il messaggio » . Per questo il « prossimo attacco sarà forte e anticonvenzionale, mirato a provocare un alto numero di vittime e perdite materiali » . Un ordine che richiama le indiscrezioni — americane — su un presunto appello di Bin Laden dal discepolo Al Zarkawi affinché colpisca all'interno degli Usa. La risposta sarebbe stata: sono troppo impegnato in Iraq. L'ideologo qaedista poi si sofferma sugli ultimi messaggi di Osama fornendo una analisi interessante. « Non è vero che si è trasformato in politico, lo è sempre stato. Politica e atti militari procedono insieme: l'organizzazione che non impiega entrambi non raggiunge il suo scopo. Ciò spiega perché le bombe di Madrid sono coincise con le elezioni spagnole » . Il richiamo alla strage di Atocha potrebbero confermare l'analisi di chi teme nuovi attacchi in occasione delle prossime consultazioni elettorali. Trasformandosi in capo operativo « Abdallah Muslim » indica i due fronti d'attacco: Primo: indebolite le forze americane in Iraq e in Afghanistan. Secondo: attaccate gli interessi americani nel mondo, partendo dagli impianti petroliferi nel Golfo Persico. Le fazioni qediste devono agire per conseguire tre mete: 1) Causare perdite all'economia Usa facendo alzare il prezzo del greggio. 2) Imbarazzare Washington dimostrando che non è in grado di garantire la sicurezza. 3) Creare sfiducia nei confronti degli Stati Uniti nell'area del Golfo. Gli americani — sostengono i qaedisti — dovranno reagire aumentando la loro presenza nei Paesi arabi e questo creerà « vergogna » portando a una reazione popolare. Contro gli alleati di Washington il movimento di Bin Laden userà invece la tattica dell'assassinio mirato: « Eliminazione di alcuni presidenti e re, seguita dall'uccisione di ufficiali della sicurezza... I mujaheddin di Al Qaeda nella terra dei due fiumi ( Al Zarkawi, ndr) sono a conoscenza di questi fatti » . Per i seguaci di Osama nella lista nera c'è il presidente egiziano Hosni Mubarak, i principi sauditi, il re di Giordania Abdallah, gli sciiti e Abbas. Particolarmente duro l'attacco al raìs egiziano: « La sua morte fermerà il suo ruolo di traditore in Palestina » . Il Cairo ha infatti svolto una importante mediazione per convincere i gruppi palestinesi ad accettare la tregua. Passo indispensabile per una ripresa dei negoziati tra Abbas e Ariel Sharon. Oggi accomunati dalla volontà di trovare un accordo e dai pericoli che incombono sulla loro esistenza. Contro di loro si muovono nemici tradizionali ma anche i loro « fratelli » . Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla direzione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.