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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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City - Metro Rassegna Stampa
11.02.2005 Tel Aviv è la capitale di Israele, sostiene un gratuito
e cederla ai palestinesi sarebbe una concessione importante anche per Hamas, sembra suggerire l'altro

Testata:City - Metro
Autore: la redazione
Titolo: «Notizie da Israele e Anp»
City dedica nelle giornate di giovedì 10 e venerdì 11 febbraio 2005 diversi articoli ad Israele e al vertice di Sharm el Sheik. In particolare è da rilevare che nell'articolo principale di ieri a pag. 3 usa sempre Tel Aviv per indicare il governo, l'esercito, ecc. e alla fine dello stesso mette tra parentesi: "l'annessione di Gerusalemme non è riconosciuta dal mondo".
Gerusalemme ovest era stata assegnata dall'ONU ad Israele e ogni stato è libero di scegliere la capitale che vuole. Se per esempio un giornale straniero indicasse Milano come capitale d'Italia poiché Roma fu indebitamente strappata dai bersaglieri allo Stato Pontificio, noi italiani non avremmo tutti i diritti per protestare?
In uno specchietto la redazione indica i "grandi temi evitati" e i risultati raggiunti dai quali si evince che soltanto Israele fa "concessioni" (a parte il ritorno degli ambasciatori egiziano e giordano in Israele) ma che ne dovrebbe fare di più ("profughi palestinesi, muro, Gerusalemme")
Migliore invece, rispetto al trafiletto di Metro (che riportiamo più in basso) quello che riguarda il rifiuto delle organizzazioni terroristiche, dal titolo "Tregua già violata Spari contro israeliani":

Prima violazione già ieri della tregua fra israeliani e palestinesi. Un'auto israeliana è stata bersagliata da colpi di arma da fuoco in un insediamento in Cisgiordania. I militanti palestinesi hanno lanciato anche alcune molotov contro una pattuglia militare arrivata sul posto. (Ap)
Il giornale tuttavia non ci dice se ci sono state vittime o feriti
Ecco invece quello di Metro a pag. 3 dal titolo: "Hamas e Jihad islamica contrari alla tregua":

L'annuncio non esprime che la posizione dell'Anp. Non quella dei movimenti", ha commentato Musheer al-Masri, portavoce di Hamas a Gaza.
L'organizzazione estremista palestinese della Jihad islamica ha respinto la tregua. Nafez Azzam, un esponente della Jihad, ha precisato che il gruppo non intende essere coinvolto in alcun accordo di cessate il fuoco con Israele senza aver ottenuto in cambio nulla di importante.
Chissà cosa intendono per "importante"? Forse Tel Aviv, Haifa ed Eilat?

L'articolo di venerdì invece è accompagnato da una foto del genere preferito dalla propaganda antiisraeliana (che non mostra mai, per fare un esempio, i bambini di Sderot nei rifugi durante gli attacchi con mortai e razzi qassam). Ritrae un bambino( che la didascalia dice essere palestinese) con il viso spaventato vicino a qualcosa che sembra un'arma sul fianco di un soldato e nel titolo dà un'informazione sui terroristi smentita dai fatti: "Israele apre ai lavoratori di Gaza. Dietrofront di Hamas: sì alla tregua"
Smentita poiché purtroppo sappiamo dei razzi sparati ancora su Sderot e delle imboscate tese ai civili israeliani.

GERUSALEMME . La cautela è d'obbligo in Medio Oriente, ma si scorgono i primi effetti della stretta di mano tra il premier israeliano Ariel Sharon e il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) che martedì ha sancito a Sharm El Sheik la nuova tregua: Israele ieri ha annunciato che tornerà ad accettare i lavoratori palestinesi della Striscia di Gaza e smantellerà dei check-point in Cisgiordania (nella foto Reuters il terrore di un bimbo palestinese di fronte a un soldato). Sul fronte palestinese, Abu Mazen ha incassato l'impegno al rispetto della tregua da parte degli estremisti di Hamas e Jihad islamica, che martedi si erano detti contrari. Il pericolo, però, potrebbe arrivare dagli Hezbollah libanesi, intenzionati a far saltare gli accordi. Dopo Sharm, e in attesa di un nuovo incontro Sharon-Abu Mazen in settimana, si muove anche la diplomazia internazionale: Stati Uniti, Russia, Onu e Unione Europea, il Quartetto della "road map", si incontreranno a Londra il 1° marzo. Ufficialmente la riunione è stata convocata per discutere di riforme istituzionali palestinesi; ma se la tregua reggerà, si parlerà di nuovi passi verso la pace. (Ansa, AP, Reuters)
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