Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Nelle cronache di cinque testate italiane gli israeliani fanno deliberatamante strage di civili palestinesi nella realtà cercano di fermare i lanci di razzi qassam da parte di Hamas
Testata:Tg 5 - Avvenire - Il Mattino - L'Unità - Il Manifesto Autore: la redazione - Francesca Fraccaroli - un giornalista - Umberto De Giovannangeli - Michele Giorgio Titolo: «Strage di bimbi a Gaza - Raid israeliano, morti 7 ragazzi palestinesi - Uccisi 7 palestinesi nella Striscia di Gaza - Strage a Gaza, falciati sette ragazzi»
Martedì 4 gennaio 2005 il TG5 delle ore 13 ha affermato che "a Gaza 8 palestinesi sono stati uccisi da una sventagliata di mitra sparata da un carro armato israeliano", senza una sola parola sui motivi o sulla situazione nella quale il fatto si era verificato: in seguito a ripetuti lanci di missili Qassam (tra i quali uno che solo per caso non ha centrato uno scuolabus, vedi l'articolo di Fiamma Nirenstein riportato in "Abu Mazen definisce Israele nemico sionista, Informazione Corretta 05-12-05),l'IDF ha lanciato un'operazione per fermarli. I soldati che hanno fatto fuoco avevano identificato i palestinesi come membri di una cellula di Hamas, che armeggiavano con razzi Qassam.
AVVENIRE di mercoledì 5 gennaio 2005 intitola l'articolo sulla vicenda ( a pagina 16, di Francesca Fraccaroli) "Strage di bimbi a Gaza", anche nel sottotitolo "In sette falciati da colpi di cannone. I servizi israeliani: Hamas vuole uccidere Abu Mazen" non vengono date informazioni circa la vera natura e il contesto dell'episodio. Nell'articolo non si fa cenno allo scuolabus né all'avvertimento del direttore dello Shin Beth, Dichter, circa la pericolosità per Israele del ritiro da Gaza e di un eventuale futuro ritiro dalla Cisgiordania (vedi "Il linguaggio estremista di Abu Mazen, le minacce di Hamas alla sua vita e i rischi per la sicurezza di Israele del ritiro da Gaza", Informazione Corretta 05-01-05), benché vengano al contrario estesamente riportate le dichiarazioni di Dichter sui pericoli di un attentato ad Abu Mazen da parte di Hamas. Ecco l'articolo di AVVENIRE: Strage di bambini e ragazzi a Gaza a pochi giorni dall’apertura dei seggi nei Territori per la nomina del nuovo presidente dell’Autorità nazionale (Anp) al posto di Yasser Arafat. Sette palestinesi di età compresa fra 11 e 17 anni sono stati uccisi da colpi di cannone sparati da un carro armato israeliano in direzione di un campo di fragole a Beit Lahiya, a Nord della Striscia di Gaza. Un ottavo palestinese è stato ucciso nei pressi di Karni, a poca distanza dalla colonia ebraica di Netzarim. Il portavoce militare di Gerusalemme ha affermato che i mezzi corazzati hanno aperto il fuoco per mettere fine alla minaccia dei razzi palestinesi contro gli insediamenti colonici di Gaza. Israele sostiene inoltre che ieri a Beit Lahiya si era nascosta una cellula del movimento islamico Hamas che ha sparato colpi di mortaio e razzi Qassam contro la zona industriale al valico di Erez facendo due feriti. Il gruppo armato, ha aggiunto è stato poi colpito da una cannonata di carro armato. Secondo Israele in quei frangenti convulsi un Qassam difettoso avrebbe causato la morte di almeno un ragazzo. Questa versione è stata totalmente smentita dai palestinesi. Un testimone ha riferito che «nella zona non c’era alcuna cellula dell’Intifada« e che gli uccisi «erano soltanto dei contadini, membri della stessa famiglia». Le esplosioni hanno provocato anche il ferimento di una decina di persone. L’accaduto ha suscitato la reazione indignata del leader dell’Olp Mahmud Abbas (Abu Mazen), candidato favorito alle elezioni del 9 gennaio. «Preghiamo per le anime dei nostri martiri caduti sotto alle bombe del nemico sionista» ha detto Abu Mazen «la lotta proseguirà fino alla costituzione di uno Stato palestinese indipendente. Restiamo fedeli ai principi di Yasser Arafat che ci ha chiamato a scacciare l’occupante dalle nostre terre». Parole che hanno destato forte «preoccupazione» nel ministro degli Esteri israeliano Silvan Shalon, che le ha trovate «fuori luogo» persino nel quadro della ca mpagna elettorale in Cisgiordania e Gaza. Israele segue con attenzione Abu Mazen che negli ultimi giorni ha alzato il tono delle sue critiche alla politica del governo del premier Ariel Sharon. L’approccio «militante» del dirigente palestinese, sino ad oggi gradito a Tel Aviv e Washington, tuttavia non ha turbato lo Shin Bet (il servizio di sicurezza israeliano) che ieri ha messo in guardia da attentati contro Abu Mazen. «Elementi estremisti all’interno del movimento islamico Hamas progettano di ucciderlo e lui ne è conscio» ha detto alla Knesset il capo dello Shin Bet, Avi Dichter. Abu Mazen in ogni caso non ha mutato la sua contrarietà alla continuazione dell’Intifada contro Israele. Qualche giorno fa aveva esortato i gruppi armati palestinesi a cessare le loro azioni, sostenendo che i continui lanci di razzi e gli attacchi dei mortai contro obiettivi israeliani sono «inutili» perchè non arrecano danni significativi a Israele e provocano solo le sue devastanti ritorsioni militari. Le organizzazioni armate hanno replicato stilando un durissimo comunicato congiunto in cui accusano Abu Mazen di aver «pugnalato alla schiena la resistenza palestinese». IL MATTINO titola, con analoga scorrettezza "Raid israeliano, morti 7 ragazzi palestinesi". L'articolo attribuisce poi chiaramente una maggiore credibilità alle fonti palestinesi rispetto a quelle israeliane. Le dichiarazioni di Dichter sono anche qui riportate in modo incompleto. Ecco il testo: Sette ragazzini palestinesi (di età compresa fra 11 e 17 anni) uccisi e altri dieci feriti: questo il bilancio di una o più esplosioni avvenute ieri in un campo di fragole a Beit Lahya, alla estremità nord della Striscia di Gaza. Israele sostiene che in quel campo si era appostata una cellula di Hamas, dotata di due mortai. Tale cellula è stata colpita dal proiettile di un carro armato dopo che aveva colpito a sua volta la vicina zona industriale di Erez, ferendo due israeliani. Ma la versione degli agricoltori del posto è totalmente diversa. «Nella zona non c'era alcuna cellula dell'intifada» ha detto un testimone oculare. «I ragazzi colpiti erano solo agricoltori, membri della stessa famiglia. Fra i feriti - ha aggiunto - vi sono bambini di cinque e sei anni». Il grave episodio ha indignato Abu Mazen: «Preghiamo per le anime dei nostri martiri caduti sotto alle bombe del nemico sionista - ha detto Abu Mazen - La lotta contro il nemico sionista proseguirà fino alla costituzione di uno Stato palestinese indipendente». Intanto Israele lancia l’allarme per la vita di Abu Mazen: Il capo dello Shin Bet (sicurezza interna israeliana) Avi Dichter ha detto: «Hamas minaccia di uccidere Abu Mazen, e lui stesso se ne rende conto» ha precisato Dichter, secondo la radio militare. Sull' UNITA'Udg nell'articolo "Uccisi 7 palestinesi nella Striscia di Gaza Israele: Hamas vuole eliminare Abu Mazen", a pagina 6, riporta la notizia usando toni giustamente drammatici, ma esclusivamente volti a stigmatizzare la grossolanità dell' esercito israeliano. Non per niente, Udg dà voce prima di tutto agli abitanti palestinesi del luogo, che parlano di strage volontaria e in seconda battuta riporta le dichiarazioni di Zahal, sminuendone il contenuto e mettendole sullo stesso piano in quanto ad attendibilità. Il risultato per chi legge l'articolo è l'impressione che Israele si diverta a sparare a caso sui palestinesi quando la realtà è, per fortuna, diversa. Incomplete, anche in questo testo, le dichiarazioni di Dichter. Ecco l'articolo: Sono morti alle sette di mattina in un campo di fragole di Beit Lahya, nell'estremo nord della Striscia di Gaza. Sono morti in 7, il più grande dei quali aveva appena 17 anni. Sono stati uccisi dal fuoco di un carro armato israeliano il cui equipaggio era convinto che quei giovani agricoltori fossero membri di una cellula armata di Hamas. «I loro cadaveri sono rimasti massacrati», raccontano i primi soccorritori. Sulla dinamica dell'episodio - come avviene quasi sempre in questi casi - le ricostruzioni sono contrastanti. Per gli abitanti del posto si è trattato di una strage del tutto gratuita. Gli uccisi erano membri della stessa famiglia. Assieme a loro si trovavano bambini di cinque-sei anni che sono rimasti feriti. Da parte israeliana, il colonnello Avi Levy, ha sostenuto che l'obiettivo era rappresentato dalla cellula di Hamas: «Se il nostro fuoco ha colpito anche persone innocenti - afferma - non possiamo che esprimere rammarico. Ma il problema consiste nel fatto che le cellule dell'Intifada aprono il fuoco da zone densamente abitate». La strage di Beit Lahya è duramente stigmatizzata da Abu Mazen: «Preghiamo per i nostri martiri caduti oggi (ieri,ndr.) a Beit Lahya», ha affermato il capo dell'Olp durante un comizio. Malgrado il tono «militante» e «inopportuno» di questi interventi, denunciato dal ministro degli Esteri israeliano Silvan Shalom, lo Shin Bet (il servizio di sicurezza interno israeliano) ritiene che la vita di Abu Mazen sia in pericolo. «Elementi estremisti all'interno di Hamas progettano di ucciderlo e Abu Mazen ne è conscio», rivela il capo di Shin Bet, Avi Dichter. Su IL MANIFESTO Michele Giorgio a pagina 7, nell'articolo "Strage a Gaza, falciati sette ragazzi", sottotitolo "Unm carro armato israeliano apre il fuoco contro i coltivatori palestinesi e i loro figli"", omette semplicemente la versione israeliana scrivendo che: "La strage sarebbe avvenuta per rappresaglia contro il lancio, avvenuto poco prima, di quattro colpi di mortaio verso una vicina zona industriale che aveva provocato il ferimento leggero di due israeliani", frase che sembra presupporre l'ordine di compiere una deliberata strage di civili. L'uso dell'espressione "nemico sionista" per indicare Israele da parte di Abu Mazen soddisfa Giorgio, che si compiace del fatto che "L'asso nella manica di Israele e Stati Uniti, il dirigente palestinese senza carisma che non apriva mai bocca..." ora parli, invece "sempre di più come Arafat". Forse, deve aver pensato Giorgio, c'è ancora speranza che la guerra continui... Ecco l'articolo: E' andato su tutte le furie il leader dell'Olp Abu Mazen, favorito nella corsa alla carica di presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) al posto dello scomparso Yasser Arafat. La sua ira è esplosa ieri apprendendo del massacro di sette palestinesi - in gran parte bambini e ragazzi di età compresa fra 11 e 17 anni - centrati in un campo di fragole da una cannonata sparata da un carro armato israeliano nel nord della striscia di Gaza, a Beit Lahia. Il colpo ha ferito anche altri otto palestinesi, due dei quali verserebbero in gravi condizioni. Sei delle vittime, tre fratelli e tre cugini, appartenevano alla stessa famiglia, i Raban. La settima vittima sarebbe stato un loro vicino di casa. La strage sarebbe avvenuta per rappresaglia contro il lancio, avvenuto poco prima, di quattro colpi di mortaio verso una vicina zona industriale che aveva provocato il ferimento leggero di due israeliani. Un ottavo palestinese, forse armato, è stato ucciso nei pressi di Karni, a poca distanza dalla colonia ebraica di Netzarim, in circostanze non ancora chiarite. «Preghiamo per le anime dei nostri martiri caduti sotto alle bombe del nemico sionista» ha detto Abu Mazen «la lotta proseguirà fino alla costituzione di uno Stato palestinese indipendente. Restiamo fedeli ai principi del presidente Arafat che ci ha chiamato a scacciare l'occupante dalle nostre terre». L'asso nella manica di Israele e Stati Uniti, il dirigente palestinese senza carisma che non apriva mai bocca, invece parla sempre di più come Arafat. Le sue ripetute, quanto inedite e sorprendenti, dichiarazioni in difesa della resistenza palestinese e dei diritti dei profughi sembrano averlo già reso «non idoneo» al ruolo di leader-fantoccio al quale pareva destinato. Le parole di Abu Mazen hanno destato forte «preoccupazione» nel ministro degli esteri Silvan Shalon, che le ha trovate «fuori luogo» persino nel quadro della campagna elettorale nei Territori occupati. Analoghi i commenti fatti da altri ministri israeliani. E' perciò da scartare anche Abu Mazen perché «troppo palestinese» per i gusti del governo del premier Ariel Sharon ancora privo del salvagente laburista?
Forse. In ogni caso non si può fare a meno di notare che quando Arafat condannava l'occupazione militare - senza usare termini come «nemico sionista» - veniva immediatamente etichettato come «terrorista». Abu Mazen invece riceve solo qualche blanda critica e venerdì concluderà serenamente la sua campagna elettorale a Gerusalemme dove Arafat non è potuto entrare neppure da morto. L'approccio «militante» del leader dell'Olp non ha scosso il servizio segreto israeliano, Shin Bet, che ieri ha riferito di attentati imminenti contro Abu Mazen. «Elementi estremisti all'interno del movimento islamico Hamas progettano di ucciderlo e lui ne è conscio» ha detto alla Knesset il capo dello Shin Bet, Avi Dichter. La strage di Beit Lahiya è avvenuta ieri mattina, poco dopo le 7. A quell'ora i contadini palestinesi erano già nei campi, assieme ai figli. Gran parte degli studenti palestinesi non vanno a scuola in questi giorni per le vacanze di fine trimestre. I più grandi in molti casi aiutano i genitori nelle campagne. La cannonata sparata dal mezzo corazzato ha centrato in pieno il gruppo di palestinesi facendoli a pezzi. Il portavoce militare dello Stato ebraico ha affermato che i carri armati hanno aperto il fuoco per mettere fine alla minaccia dei razzi palestinesi contro gli insediamenti colonici di Gaza. Israele sostiene inoltre che a Beit Lahiya si era nascosta una cellula del movimento islamico Hamas che ha sparato colpi di mortaio e razzi Qassam contro la zona industriale al valico di Erez facendo due feriti. In serata un ufficiale israeliano, il colonnello Avi Levy, ha confermato che l'obiettivo era rappresentato dalla cellula di Hamas. «Se il nostro fuoco ha colpito anche persone innocenti non possiamo che esprimere rammarico. Purtroppo le cellule dell'Intifada aprono il fuoco da zone densamente abitate».
Questa versione è stata totalmente smentita dai palestinesi. Un testimone ha riferito che «nella zona non c'era alcuna cellula dell'Intifada» e che gli uccisi «erano soltanto dei contadini, membri della stessa famiglia». «Ma quale cellula di Hamas, anche un cieco avrebbe visto che erano solo agricoltori», ha aggiunto un vicino di casa della famiglia decimata dal colpo di cannone. Intanto, sempre il capo dello Shin Bet Avi Dichter, ha messo in guardia contro il rischio di un attentato alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme da parte di ebrei estremisti di destra che potrebbe cercare così di sabotare il piano di evacuazione delle colonie da Gaza del premier Ariel Sharon. Due mesi fa il capo dell'intelligence militare, Aaron Farkash, aveva già denunciato il rischio di un attentato alla moschea di Al Aqsa, terzo luogo santo per i musulmani. Secondo Dichter non è escluso che gli militanti di destra cerchino di indurre i soldati più religiosi e sensibili alla propaganda del movimento dei coloni a disobbedire agli ordini. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione del Tg 5, Avvenire, Il Mattino, l'Unità e Il Manifesto. Cliccando sul link sottostante si aprirà un'e-mail già pronta per essere compilata e spedita.