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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Giornale Rassegna Stampa
30.11.2004 Portavoce di Hamas propone a Israele una tregua
mentre Al Qaeda minaccia nuovi attacchi

Testata: Il Giornale
Data: 30 novembre 2004
Pagina: 12
Autore: R. A. Segre
Titolo: «Hamas propone a Israele 10 anni di tregua»
A pagina 12 IL GIORNALE di martedì 30-11-04 pubblica un articolo di R.A Segre, che di seguito riportiamo:
Quando una settimana fa lo sceicco Hassan Yussef uscì dalla prigione nella quale gli israeliani l’avevano rinchiuso con l’accusa di terrorismo i giornali di Tel Aviv pubblicarono una fotografia in cui non si capiva se l’ex prigioniero fosse accompagnato da due agenti di sicurezza per deferenza o per protezione. Lo sceicco aveva subito stupito i giornalisti parlando di pace prima di recarsi sulla tomba di Yasser Arafat.
Immediatamente assurto alla carica di responsabile dell’ufficio di Hamas in Cisgiordania, lo sceicco ha annunciato ieri che la è disposta a concedere una tregua di 10 anni a Israele. In un’intervista alla radio militare israeliana, chiede che gli Stati Uniti e la comunità internazionale riconsiderino la loro definizione di Hamas come "organizzazione terroristica", che Israele metta fine all’occupazione, liberi i prigionieri detenuti nelle prigioni e ponga fine alla "violenza".
Dietro questa presa di posizione non nuova (di un cessate il fuoco si era parlato con i capi delle milizie islamiche a più riprese, nei falliti negoziati condotti dal capo dei servizi segreti egiziani, il generale Omar Suleyman, al tempo di Arafat) emergono due fatti e molte interpretazioni. Primo fatto: la dirigenza di Hamas e della minore organizzazione terrorista Jihad islamica è stata decapitata sia dalle azioni militari israeliani o dai micidiali attentati (di cui fu vittima anche il capo spirituale di Hamas, lo sceicco paraplegico Yassin), sia con gli arresti di capi banda di minore importanza. Hamas e Jihad islamica non sono più in grado di sostenere prolungate offensive, hanno sempre maggior difficoltà a reclutare uomini e donne-bomba (l’età degli ultimi kamikaze è scesa a 15-16 nni) vogliono trasformarsi in movimenti politici per partecipare alle future elezioni in Palestina.
L ai dirigenza dell’autorità Palestinese teme una vittoria elettorale degli islamici a Gaza, tuttavia non può disarmarli, come chiede Israele (farlo significherebbe provocare scontri che trasformerebbero l’attuale anarchia in guerra civile) ma insiste a chiedere che tutti gli uomini armati di tutte le milizie che vogliono ancora conservare le armi entrino a far parte di una polizia unificata sotto un solo comando, nominato dal governo palestinese. Unificazione a cui Arafat si era sempre opposto e che l’Egitto aveva invano tentato di promuovere. Il secondo fatto è che Damasco, messa sotto forti pressioni dagli Stati Uniti e dalla risoluzione dell’Onu (che chiede il ritiro delle sue truppe dal Libano) è intervenuta sia sull’ufficio di Hamas in Siria che sugli hezbollah, fornitori di armi e soldi a Hmas dal Libano, perché sostengano l’offensiva di pace "condizionata" degli islamici.
Quanto alle interpretazioni, vanno da una nuova tattica "divisoria di Hamas – "pacifici in cisgiordania, combattivi a Gaza" – ad una vera e propria svolta strategica che avrebbe luogo all’interno del terrorismo islamico palestinese.
Di certo e positivo in questo momento c’è solo l’ordine di Abu Mazen ai media palestinesi di mettere fine alla propaganda anti-israeliana, condizione posta da Sharon per riprendere i negoziati.
Mentre Hamas offre una tregua,Al Qaeda minaccia: leggiamo infatti nel riquadro «Al Zawahiri: "Sono Usa e Israele i nemici dell'Islam"»: "Sono gli Usa e Israele i nemici principali dell'Islam, e la lotta nei loro confronti continuerà fino aquando "Washington non cambierà la sua politica". E' il contenuto del nuovo video del vice di Osama Bin Laden, il medico egiziano Ayman Al Zawahiri, inviato ad Al Jazeera. "Vogliamo purificare la nostra terra dagli aggressori, afferma al Zawahiri"

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