Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Israele, Iraq, Iran: notizie dal Medio Oriente rabbini inviteranno i soldati ad obbedire all'ordine di sgomberare gli insediamenti, i terroristi fuori dalla conferenza del Cairo, il nucleare assimilato a un diritto naturale
Testata:Ansa, Il Foglio, La Repubblica Autore: un giornalista Titolo: «MO: C'è rischio guerra civile, ministro giustizia - L'iraq in Egitto - Khatami: "Non rinunciamo al nucleare"»
Un lancio dell'agenzia ANSA di oggi 21-10-04: "MO: C'è rischio guerra civile, ministro giustizia". Particolarmente significativa la notizia che ai rabbini che invitano i soldati a disobbedire agli ordini di sgombero degli insediamenti risponderà un appello di rabbini che invitano a rispettarli. (ANSA) - GERUSALEMME, 21 OTT - Il ministro della giustizia israeliano Yosef (Tomi) Lapid ha avvertito che nel paese c'e' il rischio che scoppi una guerra civile a causa degli appelli che rabbini di estrema destra stanno rivolgendo ai soldati religiosi di disubbidire agli ordini di sgombero degli insediamenti ebraici nella striscia di Gaza. Rivolgendosi ieri sera all' ordine degli avvocati israeliani Lapid ha avvertito che ''Ci sono limiti alla pazienza del sistema giudiziario nei confronti di coloro che diffondono la sedizione tra i religiosi osservanti e cosi' facendo rischiano di provocare una guerra civile e spargimenti di sangue''. L'ammonimento del ministro precede il cruciale dibattito che si terra' la settimana prossima alla Knesset, chiamata a votare sul piano di ritiro da Gaza presentato dal premier Ariel Sharon, al quale i coloni e formazioni religiose e di estrema destra si oppongono con veemenza. Intanto, secondo il quotidiano Haaretz di oggi, decine di rabbini, di direttori e di insegnanti in collegi premilitari stanno preparando un appello rivolto a tutti i soldati a ubbidire agli ordini dei loro superiori. Essi intendono cosi' replicare a una petizione firmata da una sessantina di rabbini - tra i quali anche i capi di collegi religiosi militarizzati - in cui si chiede invece ai soldati di disubbidire agli ordini di sgombero degli insediamenti A pagina 2 del FOGLIO di oggi "L'Iraq in Egitto", sulla conferenza del Cairo, cui, contrariamente a quanto richiesto da alcune diplomazie europee, i massacratori della "resistenza" irachena non sono stati invitati. Roma. La conferenza internazionale sull’Iraq si terrà in Egitto, a Sharm el Sheik, il 22 e il 23 novembre. Lo ha annunciato dal Cairo ieri William Burns. L’assistente del segretario di Stato americano per il medio oriente si è incontrato infatti con il rais egiziano Hosni Mubarak. Inizialmente il presidente, che si era offerto di ospitare il summit, aveva parlato del 25 novembre come data probabile. Le autorità del Cairo hanno deciso di accogliere la conferenza, che si prefigge di raccogliere il sostegno internazionale per la stabilizzazione e la ricostruzione dell’Iraq in vista delle elezioni nel gennaio del 2005 e la creazione di un esecutivo permanente, dopo aver ricevuto la richiesta dello stesso governo di Baghdad. Al Cairo ci saranno i paesi del G8, le cui casse sono il futuro della ricostruzione dell’Iraq; i paesi confinanti, che influenzano Baghdad e che subiranno l’influenza del nuovo corso del paese: Turchia e Iran tra i principali. Alla Francia, che ha chiesto che al vertice partecipino anche le diverse anime della "resistenza" irachena, arriva la risposta di Osama el Baz, consigliere politico di Mubarak, intervistato dall’Ahram Hebdo: "Se si ammette che la resistenza partecipi a questa conferenza bisognerebbe prima di tutto definirla e determinarne le diverse componenti. Non è logico mettere per esempio il gruppo di Moqtada al Sadr allo stesso tavolo del governo. Allo stesso modo, il gruppo che ha sequestrato i due ostaggi francesi fa parte della resistenza? A mio avviso, ogni rappresentante dell’Iraq che vuole partecipare a questa conferenza deve essere riconosciuto dagli iracheni e avere un certo peso all’interno del paese". I grandi del G8 saranno anche protagonisti di un altro vertice che si terrà in dicembre in Marocco. I ministri degli Esteri dei Grandi e i rappresentanti di alcuni paesi arabi si sono già trovati di recente a margine dell’apertura dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e hanno deciso l’organizzazione del "Forum del Futuro". Al centro del summit le riforme in medio oriente e la liberalizzazione politica ed economica dell’area, temi fondamentali dell’iniziativa americana per il Grande medio oriente. A promuovere l’iniziativa, insieme a Turchia e Yemen c’è anche l’Italia, che si è occupata dell’organizzazione del Democracy Assistance Dialogue, il cui obiettivo è la diffusione della democrazia nella regione mediorientale nel rispetto dell’identità politicoculturale di ogni paese, favorendo lo scambio di esperienze, aiuti e know how. Il primo incontro è previsto proprio a Roma in novembre. A pagina 20 su LA REPUBBLICA l'articolo:«Khatami:"Non rinunciamo al nucleare"». Per Teheran il suo programma nucleare è niente meno che "un diritto naturale"... Diritto naturale al terrorismo e al genocidio, ecco l'etica del regime degli ayatollah.
TEHERAN - L´Iran non rinuncerà a dotarsi della tecnologia per l´arricchimento dell´uranio, che ritiene un suo «diritto naturale». È quanto ha ribadito ieri il presidente Mohammad Khatami, aggiungendo che esiste la volontà di risolvere la questione del nucleare iraniano attraverso «il dialogo». Affermazioni fatte alla vigilia di un incontro, oggi a Vienna, tra gli inviati della Repubblica islamica, e Francia, Germania e Gran Bretagna. I tre paesi europei presenteranno un pacchetto di proposte per cercare di convincere l´Iran a sospendere e poi a cancellare del tutto le attività del ciclo di arricchimento dell´uranio. Tra queste, gli europei dovrebbero impegnarsi a offrire incentivi economici e assistenza allo sviluppo di un programma nucleare civile. Venerdì scorso nel corso di un vertice del G8 anche gli Stati Uniti hanno dato il loro nulla osta all´ipotesi di aiuti europei alla costruzione di un reattore ad acqua leggera (che non può essere usato per produrre materiale fissile). Intanto proprio in vista dell´incontro di Vienna, Teheran ha deciso di rinviare la visita a Roma, prevista oggi, del responsabile del programma nucleare. Il segretario per la sicurezza nazionale, Hassan Rohani, avrebbe dovuto incontrare Berlusconi e Frattini. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla direzione di Ansa, Il Foglioe La Repubblica. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.