sabato 17 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






La Stampa - La Repubblica Rassegna Stampa
08.10.2004 Due cronache della strage di israeliani in Egitto
entrambe sostanzialmente corrette

Testata:La Stampa - La Repubblica
Autore: Aldo Baquis - Alberto Stabile
Titolo: «Attaccato in Egitto l'hotel degli israeliani, i morti sono decine - Strage di turisti israeliani»
A pagina 5 de LA STAMPA di oggi, 08-10-04, Aldo Baquis firma la cronaca della strage di turisti israeliani in Egitto.
Ecco l'articolo, "Attaccato in Egitto l'hotel degli israeliani, i morti sono decine".

Almeno trenta turisti israeliani sono morti ieri in una fortissima esplosione che ha investito l'Hotel Hilton di Taba (in Egitto, sul Mar Rosso), un’esplosione che è stata attribuita ad una autobomba. Altre due esplosioni si sono verificate contemporaneamente nella stessa zona, facendo almeno altre cinque vittime: la prima vicino al valico di transito fra Taba e Israele, la seconda nell'oasi turistica di Nuweiba, a Sud di Taba, meta tradizionale di escursionisti israeliani specialmente ai primi di ottobre quando gli ebrei celebrano per una settimana la festa dei tabrnacoli e molti cercano svago all'estero. Non ci sarebbe nessuna vittima di nazionalità italiana. Sulla scia delle drammatiche notizie provenienti dal Sinai, le autorità israeliane hanno subitro ordinato il rimpatrio di circa 10 mila turisti israeliani in vacanza nella zona dopo aver ignorato gli appelli delle autorità che sconsigliavano loro di avventurarsi in Egitto. Il mese scorso i responsabili israeliani alla lotta al terrorismo avevano fiutato l’imminenza di attentati e avevano avvertito che andare nel Sinai significava mettere a repentaglio la propria vita.
Erano da poco passate le dieci di sera e l'hotel brulicava di ospiti israeliani quando una potente deflagrazione ha scosso l'edificio, mandando in frantumi tutte le finestre e facendo subito crollare almeno cinque dei dieci piani. Il palazzo ha subito preso ad ardere, mentre la corrente elettrica è rimasta interrotta. I feriti si sono trovati così a brancolare nel buio in un edificio che minacciava di crollare, mentre i loro congiunti sembravano dispersi.
L’organizzazione dei soccorsi è stata lunga e laboriosa. Taba dista da Eilat solo due chilometri: ma per varcare la frontiera i soccorritori israeliani hanno necessitato il permesso delle autorità del Cairo. Sono passati circa 40 minuti prima che le ambulanze israeliane e i vigili del fuoco potessero raggiungere la zona del disastro. «Sembrava di vedere le immagini riprese a Buenos Aires quando fu fatta saltare in aria l’ambasciata israeliana, oltre dieci anni fa», ha detto il sindaco di Eilat, uno dei primi a raggiungere l'hotel. In serata sono stati contati almeno cento feriti, quasi tutti israeliani. Ancora due ore dopo l’esplosione nell'edificio colpito c’erano ancora decine di turisti, bloccati nelle proprie stanze.
Ma mentre le operazioni di soccorso a Taba stavano raggiungendo l'apice, un'altra esplosione si è verificata a Nuweiba in un villaggio di bungalow . A quel punto è emersa evidente la constatazione che i turisti israeliani erano oggetto di un attacco congiunto da parte di un’organizzazione terroristica potente e ben organizzata.
In Israele è stato proclamato lo stato di emergenza, su ordine del ministro della difesa Shaul Mofaz. Numerose equipe mediche sono confluite verso Eilat, dove l'unico ospedale non era in grado di affrontare l’emergenza. In nottata aerei militari israeliani hanno avuto il permesso di entrare nello spazio aereo egiziano, per soccorrere ed evacuare i feriti. Secondo le prime valutazioni, i sospetti immediati vanno verso al-Qaeda (che oltre un anno fa organizzò un attentato molto complesso a Mombasa, Kenia) e verso i filo-iraniani Hezbollah. Una altra ipotesi è che terroristi palestinesi siano riusciti ad uscire da Gaza verso l'Egitto e abbiano quindi raggiunto Taba via terra. Una rivendicazione è arrivata dal Gruppo islamico mondiale «Jamat al islamiya al alamiya» con una telefonata alla France Presse, gli autori della rivendicazione sono da mettere in relazione con l’attenta contro i turisti tedeschi a Luxor.
Per tutta la notte i dirigenti israeliani sono rimasti in stretto contatto con quelli egiziani. La settimana scorsa, quando in Israele erano giunte altre allarmanti informazioni di intelligence, il capo dello Shin Bet (sicurezza interna israeliana) Avi Dichter si è recato al Cairo per fare il punto della situazione con il suo omologo Omar Suleiman, e adottare misure preventive. Due giorni fa un altro responsabile del ministero della Difesa israeliano, Amos Ghilad, si era anche recato al Cairo in missione straordinaria.
Secondo la tv Al Jazeera nelle ore successive all’attentato la polizia egiziana avrebbe arrestato vari dipendenti dell'Hotel Hilton che ieri non si erano presentati al loro posto di lavoro e che sono sospettati di aver in qualche modo collaborato all’organizzazione dell’attacco.
Alberto Stabile su LA REPUBBLICA firma l'articolo "Strage di turisti israeliani". Cronaca sostanzialmente corretta, che però non riferisce, a differnza di quella di Baquis, che "L’organizzazione dei soccorsi è stata lunga e laboriosa. Taba dista da Eilat solo due chilometri: ma per varcare la frontiera i soccorritori israeliani hanno necessitato il permesso delle autorità del Cairo. Sono passati circa 40 minuti prima che le ambulanze israeliane e i vigili del fuoco potessero raggiungere la zona del disastro".
Stabile scrive soltanto del via libera dato dalle autorità israeliane ai loro mezzi di soccorso.
(a cura della redazione di IC)

GERUSALEMME - Fuoco, sangue, morte nelle località preferite dai turisti israeliani sul Mar Rosso: a Taba, a Nueiba, a Ras al Sultan. A Taba l´hotel Hilton è stato sventrato e dato alle fiamme da una potente esplosione alle dieci di ieri sera. Le poche testimonianze raccolte a caldo parlano di decine di feriti, le unità di soccorso israeliane giunte sul posto confermano e aggravano le prime sensazioni: ci sono almeno 23 vittime, i feriti non sono meno di un centinaio. Secondo la testimonianza di un giornalista della radio Israele, «l´albergo è in fiamme sul lato est, dove c´è l´ingresso e la lobby. Ospiti dell´albergo in preda al panico continuano a uscire dalla zona incendiata».
«Ho sentito un´esplosione enorme», ha detto un giovane di nome Yigal alla radio militare israeliana, «Il muro accanto a me è crollato. Tutti sono scappati via, c´erano molti feriti. L´esplosione era all´esterno dell´albergo. Ma quando sono uscito mi sono accorto che l´intero edificio era crollato, i negozi interni erano stati spazzati via. La gente urlava, c´era un sacco di sangue...».
Dopo la prima esplosione le notizie si accavallavano: anziché Taba, sembrava fosse stata colpita la città israeliana di Eilat, che materialmente confina con la città egiziana. Non era chiaro nemmeno se si trattasse di una autobomba guidata da due kamikaze, come sostenevano alcuni testimoni, o di una banale fuga di gas. Poi sono arrivate altre due esplosioni, entrambe su località turistiche: una a Nueiba, sulla strada tra Taba e Sharm el-Sheikh, la terza a Ras-al- Sultan, pochi chilometri a sud-ovest di Taba. In quest´ultima sarebbero morte almeno sette persone. E quasi subito i servizi segreti israeliani hanno confermato: «Siamo convinti che sia un attentato».
Dopo la prima esplosione, le autorità israeliane hanno dato via libera ai loro mezzi di soccorso e ai vigili del fuoco perché passassero il confine. La maggior parte delle vittime è infatti israeliana: si tratta di turisti arrivati nella località di vacanza per la celebrazione del Sukkot, la festa dei tabernacoli, che ricorda l´uscita degli ebrei dall´Egitto. Nella zona è alto anche il numero dei turisti russi.
Da alcune settimane, da quando Israele è entrato nel periodo delle grandi feste che si sono concluse proprio ieri sera, gli uomini dell´intelligence avevano lanciato una serie di avvertimenti ai turisti israeliani, invitandoli a non andare in Sinai, una delle mete preferite. A metà settembre, il fermo da parte delle autorità egiziane di cinque giovani palestinesi aveva innalzato il livello d´allarme. Secondo i servizi segreti i cinque avevano pianificato un attacco contro i turisti israeliani che in questo periodo si indirizzano nelle diverse località del Sinai. L´Egitto aveva smentito.
Le autorità locali escludono che fra le vittime ci siano italiani. L´unità di crisi della Farnesina è in contatto con l´ambasciata del Cairo e con il console onorario a Eilat, ma sui luoghi delle bombe la confusione è enorme.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de La Stampa e La Repubblica. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

lettere@lastampa.it
rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT