Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Se i terroristi sono "miltanti", chi li combatte compie "stragi" e "massacri" dagli eufemismi all'odio, un percorso perfettamente coerente
Testata:Il Mattino - Il Manifesto Autore: Michele Giorgio Titolo: «Israele «giustizia» dieci palestinesi»
Il Mattino di oggi, 16-09-04, pubblica l'articolo di Michele Giorgio "Tornano i raid israeliani in Cisgiordania: dieci palestinesi uccisi". La disinformazione incomincia fin dal titolo che riferisce di "dieci palestinesi uccisi". Palestinesi qualsiasi? No, tutti, ad eccezione della bambina, appartenenti alle diverse organizzazioni terroristiche palestinesi (la parola "terrorista", come al solito, non compare mai nell'articolo, nemmeno per definire Hamas). Gerusalemme. Dieci palestinesi, tra cui una bambina, sono rimasti uccisi ieri in raid delle forze armate israeliane a Nablus e Jenin. Si tratta del più alto numero di vittime palestinesi in una sola giornata registrato in Cisgiordania dal 2002, quando Israele rioccupò le città autonome in seguito ad una ondata di attentati. Ieri sono stati presi di mira ricercati dell’Intifada che Israele accusava di «atti di terrorismo». Le operazioni militari, condotte con la copertura dell’aviazione, hanno tuttavia causato la morte di anche di tre civili e di un poliziotto dell’Anp.Particolarmente dolorosa è stata quella di Maran Nahle, 11 anni, colpita, secondo il racconto fatto dai familiari, da un cecchino israeliano mentre davanti casa osservava le ambulanze che portavano via i corpi dei militanti dell’Intifada uccisi qualche ora prima in un edificio della città vecchia di Nablus. Il portavoce militare invece ha detto che la piccola è stata raggiunta da un proiettile vagante durante l’intenso scontro a fuoco tra soldati e i miliziani armati. Come è stato più volte documentato (recentemente da un filmato Reuters) molto spesso le ambulanze sono state utilizzate dai palestinesi per trasportare terroristi sul luogo degli scontri. Graziano Motta su Avvenire di oggi scrive di uno scontro a fuoco durato diverse ore e ancora in corso quando la bambina si è "affacciata sulla porta di casa per il passaggio di un ambulanza". Almeno altri venti palestinesi sono rimasti feriti, tra cui alcuni ragazzi, durante gli incidenti divampati in vari quartieri di Nablus nel corso della giornata. Un 14enne ieri sera lottava tra la vita e la morte in ospedale. A Jenin, hanno riferito fonti locali, oltre a leader locale della rivolta sono morti anche un poliziotto e due civili. Il portavoce militare invece ha detto che tutti e quattro i palestinesi uccisi erano armati. Ma quali sono queste "fonti locali" che cita Giorgio per sostenere che sono stati uccisi tre civili e un poliziotto? Ha'aretz e il Jerusalem post, citando anche fonti palestinesi, parlano esplicitamente di uomini armati (sono state sequestrate anche diverse armi) membri delle Brigate al Aqsa, Jihad islamica e Tanzim.
I comandi israeliani sostengono di aver inflitto, con le operazioni a Nablus e Jenin, un colpo duro alle «Brigate dei martiri di Al-Aqsa», l’organizzazione armata che fa capo ad Al-Fatah, il movimento politico guidato dal presidente palestinese Yasser Arafat. È tuttavia sfuggito ancora una volta all’«esecuzione mirata» Zakarya Zubaidi, il comandante delle «Brigate» che figura al primo posto nell’elenco dei palestinesi ricercati dai servizi di sicurezza israeliani. Tre giorni fa, sempre a Jenin, un elicottero israeliano aveva ucciso Mohammed Abu Khalifa, il vice di Zubaidi, e altri due palestinesi. Il premier Ariel Sharon ha ordinato di intensificare le operazioni dell’esercito nei Territori occupati. Secondo gli analisti non solo in risposta al sanguinoso attentato di tre settimane fa a Beersheva (compiuto dal movimento islamico Hamas, 16 civili uccisi) ma anche per replicare all’offensiva dell’estrema destra israeliana schierata contro il piano di ritiro dalla Striscia di Gaza e che lo accusa di arrendevolezza verso i palestinesi. Il primo ministro è stato minacciato e un rabbino ha annunciato di voler recitare contro di lui una «pulsa de-nura», ovvero una maledizione cabalistica. Mentre il paese sembra rivivere la stessa atmosfera di tensione che nove anni fa sfociò nell’assassinio di Yitzhak Rabin da parte di un estremista di destra, Sharon ha colto l’occasione del capodanno ebraico per concedere interviste a vari organi di informazione allo scopo di chiarire e ribadire la sua strategia politica. Al quotidiano Yediot Ahronot il premier ha detto che il suo governo porterà avanti il piano unilaterale di «disimpegno» dai palestinesi e quindi non attuera la Road Map, l’itinerario di pace sostenuto dal Quartetto (Usa, Russia, Ue e Onu) Sul Manifesto Giorgio, nell'articolo " Israele «giustizia» dieci palestinesi", diventa più esplicito. Il rabbino estremista di destra Yossef Dayan fa sapere che si augura la morte di Ariel Sharon e che, pertanto, si prepara a recitare la pulsa de-nura, una maledizione cabalistica contro il primo ministro che vuole restituire Gaza agli arabi, cioè i palestinesi. Dayan fece lo stesso prima dell'assassinio di Yitzhak Rabin, nove anni fa. Gli israeliani ben informati nel frattempo assicurano che la gradita ospite Esther, più nota come Madonna, un tempo material girl in abito rosso fuoco e decolleté oggi cabalista convinta, difficilmente invocherà assieme al rabbino la morte istantanea di Sharon. Esther, commenta ironicamente qualcuno, piuttosto reciterà il copione di Cercasi Susan disperatamente. Tra minacce vere e presunte a Sharon, ieri a Nablus e Jenin a morire, sul serio, colpiti da pallottole vere, sono stati dieci palestinesi, tra cui una bambina di 11 anni. Si tratta della strage più grave di palestinesi avvenuta in Cisgiordania negli ultimi due anni. Metà delle vittime erano militanti delle «Brigate dei martiri di Al-Aqsa» (Al-Fatah), almeno tre erano civili. Il massacro riporta l'attenzione su Nablus, la più importante delle città della Cisgiordania, teatro di incessanti incursioni dell'esercito israeliano, in particolare nella casbah dove si nascondono militanti armati dell'Intifada, spesso giovanissimi. «Tutti terroristi», dice il portavoce militare israeliano, quindi da eliminare senza esitazioni.
L'uccisione dei "militanti armati dell'Intifada, spesso giovanissimi" è una "strage" o un "massacro", questi stessi militanti sono "vittime": la parola terroristi è virgolettata e attribuita al portavoce militare israeliano. Ne deduciamo che le uccisioni di civili israeliani ad opera delle Brigate non sono per Giorgio nè "stragi" nè massacri, ma "militanza". Ed esitazioni non ne hanno avute i piloti degli elicotteri che hanno ripetutamente centrato l'edificio di via Al-Najah, non lontano dalla zona samaritana, dove si erano rifugiati cinque ricercati - quattro delle «Brigate» e uno del Fronte democratico per la liberazione della Palestina - dopo che dal loro nascondiglio nel vicino cimitero si erano resi conto dell'arrivo delle truppe di occupazione a bordo di una ventina di blindati e jeep. L'esercito israeliano afferma che i cinque sono rimasti uccisi in un violento scontro a fuoco. I palestinesi smentiscono questa versione. Solo uno dei ricercati, dicono, sarebbe stato colpito dal fuoco dei commando israeliani, gli altri sono morti sotto le macerie del palazzo distrutto dai razzi. I corpi infatti sono stati estratti solo dopo alcune ore. I palestinesi aggiungono che Maran Nahle, 11 anni, è stata colpita mentre le ambulanze portavano via i morti e non, come sostiene il portavoce israeliano, durante gli scontri. La piccola, ha raccontato la nonna Mouyassar Nahle, è stata centrata alla testa dal fuoco dei cecchini israeliani che sparavano su tutto ciò che si muoveva intorno all'edificio distrutto. Lena D.G., una italiana residente da alcune settimane a Nablus per motivi di studio, ci ha confermato che il cadavere della bambina è giunto in ospedale intorno alle 10.30, quindi alcune ore dopo la conclusione degli scontri a fuoco. «Ero davanti all'ingresso dell'ospedale e ho visto in modo chiaro, su una barella, il corpo di Maran colpita poco prima da un proiettile», ha precisato. Giorgio non precisa quando gli scontri sarebbero terminati, ma sappiamo, da lui stesso, che anche sul conflitto a fuoco palestinesi e israeliani forniscono versioni diverse. Inoltre non è chiaro come l'anonima (e non verificabile) fonte di Giorgio possa aver capito, vedendo il corpo della bambina, che questa era stata colpita "poco prima" da un proiettile. L'italiana ha aggiunto che «per tutta la mattinata i cecchini israeliani piazzati sugli edifici più alti hanno continuato a fare fuoco, anche contro ragazzi che, all'uscita di scuola, protestavano per l'accaduto». Tra i 20 feriti di ieri infatti c'è un ragazzo di 14 anni ricoverato in fin di vita in ospedale. Giorgio non si preoccuoa di confrontare la sua fonte con altre e inserisce un "infatti" ingannevole. Infatti ferimemto del ragazzo di 14 anni non necessariamente, soprattutto in un contesto in cui adolescenti partecipano spesso agli scontri, è avvenuto nelle circostanze descritte, e dunque non le può "provare2 I volontari internazionali presenti nella città, tra cui diversi italiani, affermano che da oltre un mese i raid notturni dei soldati israeliani si sono moltiplicati, non solo nella casbah ma anche in vari quartieri della città e nei campi profughi, in particolare a Balata. E' evidente l'intento delle forze di occupazione di eliminare gli ultimi attivisti in circolazione delle «Brigate dei martiri di Al-Aqsa». Sempre ieri truppe israeliane, con l'appoggio di elicotteri, hanno ucciso quattro palestinesi a Jenin, dove tre giorni fa erano stati assassinati tre militanti armati dell'Intifada tra cui il vice comandante delle «Brigate», Mohammad Abu Khalifa (il giorno successivo un kamikaze si è fatto esplodere ad un posto di blocco vicino Qalqilya ferendo tre soldati, allo scopo di vendicare Abu Khalifa). Il portavoce militare ha detto che i palestinesi uccisi ieri a Jenin erano tutti armati. Fonti locali invece hanno riferito che soltanto una delle vittime era armata mentre gli altri erano un poliziotto privo di pistola e due civili. Obiettivo del raid era con ogni probabilità Zakarya Zubeidi, il comandante delle «Brigate» scampato a vari agguati.
Il presidente palestinese Yasser Arafat ha protestato per il massacro di Nablus e Jenin e chiesto l'intervento della comunità internazionale. Sharon nel frattempo, in una serie di interviste concesse in occasione del capodanno ebraico, ha assicurato che Israele non «sta seguendo la Road Map» (il piano di pace sponsorizzato dagli Usa), che «Arafat verra' esiliato» e che «non ha importanza chi venga eletto presidente degli Stati uniti, George Bush o John Kerry. La politica del presidente uscente è destinata a proseguire». Infine, notiamo che Giorgio, nè sul Mattino, nè sul Manifesto, riporta che due terroriste palestinesi, studentesse dell' universita Al Najakh a Nablus, di 21 e 22 anni, entrambe provenienti dal villaggio Asira Al Shamalia,si sono consegnate alle forze israeliane ad un posto di blocco dopo che il loro mandante (" l'attivista" Ali Aked) e' stato ucciso in nella battaglia di ieri. Le due hanno rivelato che dovevano compiere un duplice attenato suicida a Tel -Avivv. (Vedi: http://www.nrg.co.il/online/1/ART/783/861.html e il sito di ANSA)
Egualmente poco interessante, per Giorgio, è il fatto che dieci bambini palestinesi sono stati feriti ( 3 in modo grave )da una bomba preparata da terroristi nel campo profughi di Jelasoun, a nord di Ram-Allah, ( quindi soto la giurisdizione dell ONU) esplosa prematuramente. Nonostante la chiusura per le festivita' ebraiche, gli israeliani hanno fatto trasferire 5 dei bambini feriti ad un ospedale a Gerusalemme.
Vitime del terrorismo, quei dieci bambini palestinesi non possono servire alla campagna anti-israeliana del quotidiano comunista, che quindi li ignora.
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