Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
"Le nostre vite prima di tutto!" rabbini israeliani difendono il principio dell'autodifesa
Testata:Il Foglio Autore: Autori vari Titolo: «Scandalo»
Il Foglio di oggi, 10-09-04 pubblica in prima pagina una dichiarazione di 14 rabbini israeliani: "chiunque venga per ucciderti, uccidilo per primo" è il principio biblico, essenziale per l'esistenza dell'intera umanità, riaffermato nel messaggio dei rabbini. Che, di fronte al dilemma "combattere il nemico mentre dei civili stanno nel mezzo della guerra e probabilmente saranno uccisi o non combattere per non ferire alcun civile, ma lasciare che la nostra popolazione venga attaccata", rispondono, con il rabbino Akiva. "le nostre vite prima di tutto!" Ecco il pezzo: Le nostre vite prima di tutto
1. Noi, sottoscritti, chiediamo al Governo dello Stato di Israele e all’IDF, di agire secondo la regola biblica "chiunque venga per ucciderti, uccidilo per primo". L’equità e la giustizia che sono state tramandate attraverso la tradizione del Popolo di Israele durante tutte le generazioni, hanno insegnato a noi figli di Israele e al mondo intero questo importante ed essenziale principio per l’esistenza dell’intera umanità. In questo modo ha agito la Nazione di Israele dai tempi del profeta Mosé che ha combattuto i Midiani (popolazione avversa agli Ebrei, libro dei Giudici, ndr): uccidili e colpiscili, perché ti odiano. In questo modo hanno agito Iftah il Giladi, Shaul e David e tutti i condottieri di Israele attraverso le molte generazioni. In questo modo ha agito lo Stato di Israele durante la Guerra dei Sei Giorni e questi principi fanno parte del Diritto Internazionale. Non è necessario e non esiste nessun motivo per aspettare che il tuo nemico ti attacchi ed è invece necessario prevenire un attacco prima che questo diventi realtà. 2. Non esiste nessuna guerra nel mondo nella quale sia possibile fare una distinzione assoluta tra civili ed esercito. Questo non è avvenuto nelle due guerre mondiali, non avviene nella guerra degli Stati Uniti in Iraq e in quella della Russia in Cecenia, e non è stato possibile nelle guerre che Israele ha dovuto condurre contro i suoi nemici. Una nazione combatte contro una nazione e una nazione vince su un’altra nazione. 3. La domanda alla quale ci troviamo davanti è se sia giusto combattere il nemico mentre dei civili stanno nel mezzo della guerra e probabilmente saranno uccisi o non combattere per non ferire alcun civile, ma lasciare che la nostra popolazione venga attaccata. La risposta alla nostra domanda ci viene data dal Rabbino Akiva: le nostre vite prima di tutto! Il rabbino Akiva, il quale diceva di amare il tuo prossimo come te stesso, uno dei principi più importanti della Torah, ci ha insegnato che esistono delle priorità, anche tra amici e tra di noi: se sappiamo che qualcuno viene per ucciderci, lo uccidiamo per primi. 4. Non ci lasceremo contagiare dalla morale cristiana del porgere l’altra guancia, non ci lasceremo impressionare da coloro che si rifanno all’etica-morale di preferire la vita del loro nemico alla sua. L’intelletto, la coscienza naturale, la tradizione ebraica e il diritto internazionale sono tutti dalla parte del nostro paese, che si trova sotto continuo attacco da feroci animali che fanno saltare in aria la testa dei bambini, che uccidono e trucidano uomini, donne, anziani, anziane, quando il loro unico peccato è quello di appartenere al popolo di Israele. 5. Questo principio morale ed etico non contraddice la visione profetica di pace, e la grande precauzione che ha il popolo ebraico di non far del male al suo prossimo se non è in guerra con il suo popolo. La Nazione di Israele si distingue dalla sua nascita per essere Shomer Dereh Elohim (guardiana del volere di Dio), nel fare Zdaka (carità) e Mishpat (giustizia) e per la sua premura e naturale gentilezza. 6. Noi stringiamo le mani all’esercito e ai fedeli comandanti durante le loro missioni e a tutti coloro che dedicano le loro vite all’eternità dello Stato di Israele. Diamo suprema importanza al loro appoggio e a rendere più forte l’etica nazionale di Israele. Cerchiamo di essere forti per il nostro popolo e per le città di Dio, noi non saremo spaventati e non avremo paura.
Dani Aizek, Benyahu Bruner, David Dudekevich, Tzphania Drori, Chiam Drukman, Rem Hacohen, Dov Lior, Avraham Vaserman, Elyakim Levanon, Eli Ezer Melamed, Shlomo RozenFeld, Amnon Shugerman, Yuval Sherlo, Yehoshua Shapira Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.