Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Salahuddin Shoaib Choudury, in carcere perchè vuole dialogare con Israele accade in Bangladesh, nell'indifferenza dei difensori dei diritti dei musulmani
Testata:Il Foglio Autore: un giornalista Titolo: «Le solite accuse»
Salahuddin Shoaib Choudhury: un nome sconosciuto, che meriterebbe invece di essere molto noto. Si tratta di un giornalista, musulmano e antifondamentalista, da quasi un anno in prigione in Bangladesh per il "crimine" del diaologo con Israele. Dal Foglio di oggi, 09-09-04, "Le solite accuse", sulla sua figura e la sua vicenda. Roma. Se Teheran versa 125 mila dollari sul conto di Arash Miresmaili, il judoka che ad Atene si è rifiutato di combattere contro un israeliano, a Salahuddin Shoaib Choudhury, musulmano antifondamentalista direttore del settimanale Blitz, le autorità del Bangladesh hanno trovato un posto in galera. Voleva parlare di dialogo alla "Hebrew Writers Association" in Israele, Stato non riconosciuto dal governo di Dhaka. Accusato di spionaggio e omosessualità, di essere un agente del Mossad e di aver aiutato una giornalista israeliana, Ada Aharoni, a pubblicare un libro sul medio oriente, Choudhury sarebbe stato il primo giornalista del Bangladesh a parlare pubblicamente nello Stato ebraico. Sarebbe. Il suo caso, passato inosservato sulla stampa italiana, è stato ripreso dal Jerusalem Post, che ha ricordato che Choudhury sta marcendo in prigione dal 29 novembre 2003. Due settimane fa la Corte di Dhaka ha rifiutato la richiesta di rilascio sotto cauzione, oltre a quella di partecipare ai funerali della madre. Il problema secondo Richard Benkin, del sito "Free Choudhury", è che la Corte è corrotta e si adegua ai dettami del governo. Per il New York Times, Choudhury è un campione di "dialogo e decenza in una cultura circondata da estremismo e corruzione". Quando Blitz pubblicò articoli a favore d’Israele, Choudhury fu messo all’indice e il giorno dopo l’arresto era già l’"amico degli ebrei". Avvocati di Washington di "Freedom Now", insieme con "Reporters sans Frontières", si stanno battendo per la sua libertà. A suo fratello Sohail hanno chiuso l’attività commerciale, alla famiglia sono state interdette le chiamate internazionali e la polizia si è rifiutata di accogliere le loro denunce per le aggressioni subite a Dhaka. Il problema non è la violazione del passaporto, "una regola antisemita e incompatibile con la democrazia" secondo Choudhury, ma l’intervista fatta ad Ada Aharoni. Choudhury le ha chiesto che cosa pensasse dell’uso della religione "per giustificare l’uccisione di persone innocenti" e se sperasse davvero nel riconoscimento d’Israele da parte di alcuni Stati arabi entro il 2004. In un tazebao fatto uscire di nascosto dalla prigione, Choudhury ha scritto di sentirsi completamente privo di garanzie. Voleva andare a parlare in Israele, dove c’è quello che Alan Dershowitz ha definito "l’unico potere giudiziario nella storia del medio oriente che ascolti i reclami degli arabi, la Corte suprema israeliana". Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.