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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Libero Rassegna Stampa
09.09.2004 L'Anp celebra come martiri gli attentatori di Beersheva
che uccisero 16 civili israeliani

Testata: Libero
Data: 09 settembre 2004
Pagina: 11
Autore: Silvia Guidi
Titolo: «Ai kamikaze condanne in inglese e lodi in arabo»
A pagina 11 di Libero di oggi, 09-09-04, Silvia Guidi firma l'articolo "Ai kamikaze condnne in inglese e lodi in arabo", nel quale riferisce che:
Il quotidiano ufficiale dell'anp, Al Hayat al Jadida, conferisce il titolo di "shahid", martiri dell'Islam, ai due terroristi suicidi che martedì scorso hanno ucciso 16 israeliani a Beersheva.
Tale definizione è riportata in prima pagina dal quotidiano palestinese. Inoltre:
Amnesie e discrepanze clamorose si trovano anche nei tg mandati in onda dall'emittente tv dell'Autorità palestinese: nei tre servizi in arabo usciti dopo la tragedia dei 16 morti israelaini non c'era traccia. Il particolare secondario delle vittime è saltato deliberatamente, e non per motivi di tempo a disposizione, visto che ogni servizio durava dai 20 ai 30 minuti
Anche nelle condanne in inglese degli attentati da parte dell'Anp, comunque
si afferma di fatto che il doppio attacco suicida di Beersheba non è un crimine da condannare, ma un errore di strategia che non aiuta la causa palestinese.
Arafat e soci, infatti, spiegano serenamente che "gli interessi della nazione palestinese non richiedono per il momento l'attaco ai civili, per non dare agli israeliani il pretesto per continuare la loro aggressione militare contro il popolo palestinese e i suoi luoghi santi.
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