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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
09.09.2004 L'Anp celebra come martiri gli attentatori di Beersheva
che uccisero 16 civili israeliani

Testata: Libero
Data: 09 settembre 2004
Pagina: 11
Autore: Silvia Guidi
Titolo: «Ai kamikaze condanne in inglese e lodi in arabo»
A pagina 11 di Libero di oggi, 09-09-04, Silvia Guidi firma l'articolo "Ai kamikaze condnne in inglese e lodi in arabo", nel quale riferisce che:
Il quotidiano ufficiale dell'anp, Al Hayat al Jadida, conferisce il titolo di "shahid", martiri dell'Islam, ai due terroristi suicidi che martedì scorso hanno ucciso 16 israeliani a Beersheva.
Tale definizione è riportata in prima pagina dal quotidiano palestinese. Inoltre:
Amnesie e discrepanze clamorose si trovano anche nei tg mandati in onda dall'emittente tv dell'Autorità palestinese: nei tre servizi in arabo usciti dopo la tragedia dei 16 morti israelaini non c'era traccia. Il particolare secondario delle vittime è saltato deliberatamente, e non per motivi di tempo a disposizione, visto che ogni servizio durava dai 20 ai 30 minuti
Anche nelle condanne in inglese degli attentati da parte dell'Anp, comunque
si afferma di fatto che il doppio attacco suicida di Beersheba non è un crimine da condannare, ma un errore di strategia che non aiuta la causa palestinese.
Arafat e soci, infatti, spiegano serenamente che "gli interessi della nazione palestinese non richiedono per il momento l'attaco ai civili, per non dare agli israeliani il pretesto per continuare la loro aggressione militare contro il popolo palestinese e i suoi luoghi santi.
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